La Sardegna e la Lombardia hanno già annunciato che ci stanno. Il Veneto ha pure anticipato il governo con una legge regionale approvata a tempo record. Le regioni rosse, invece, gridano in coro all’«allarme cementificazione» e al «rischio abusivismo». Eppure molti governatori di centrosinistra un piano di sviluppo edilizio già l’hanno varato a livello locale, con tanto di aumenti delle cubature e sgravi fiscali. Proprio come da proposte dell’esecutivo. Il governo comunque tira dritto: il piano casa domani sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il leader leghista Bossi ieri ha avvertito che vuole «vedere bene le carte», ma il via libera potrebbe arrivare già in giornata. Questo il mix di interventi: primo, un fondo da 200 milioni di euro destinato alle regioni, e che nei prossimi mesi sarà incrementato fino a 550 milioni, per la realizzazione di 5-6mila alloggi popolari; secondo, la possibilità di aumentare la cubatura delle case private del 20% (e del 30% per gli edifici costruiti prima del 1989); terzo, uno sconto fiscale del 20% sugli interventi edilizi, esteso al 60% per la prima casa. In più, secondo le stime del governo, grazie agli incentivi al riscatto degli immobili un milione di inquilini di case popolari presto riuscirà ad acquistare la casa in cui vive. Per il Cresme, istituto di ricerca specializzato sulle costruzioni, il piano provocherà un «effetto shock», con un aumento del giro d’affari dell’edilizia da 60 miliardi di euro. Ma a una condizione: che le Regioni si muovano compatte. Ipotesi improbabile. A dire il vero due governatori Pd, il calabrese Agazio Loiero e il marchigiano Gian Mario Spacca, all’inizio erano sembrati interessati. «Il piano per la casa io lo vedo in chiave positiva», aveva dichiarato Loiero. «Quando ci sarà il testo definitivo, ci confronteremo e faremo la nostra parte», aveva promesso Spacca. Già, perché «il sostegno ai lavori dell’edilizia è una significativa risposta anti crisi». Poi da Roma, via tv, è arrivato il no senza se e senza ma del segretario Franceschini, e così Calabria e Marche si sono allineate in fretta alle altre regioni «contrarissime»: Puglia, Lazio, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna. «No a edilizia selvaggia», grida ora Loiero. «Fermiamo tutto!», suggerisce la presidente dell’Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Eppure misure simili a quelle previste dal piano del governo sono state già adottate da molte regioni, anche del centrosinistra, e anche in maniera più decisa. La Liguria, l’Umbria e la Lombardia consentono ai privati di elevare i sottotetti delle abitazioni, fino a una rispettabilissima altezza di 2,7 metri. Sicilia, Basilicata, Calabria, Puglia, Umbria e Liguria hanno dato il via libera al recupero dei seminterrati a fini abitativi. In Liguria nel vecchio scantinato ci si può pure aprire un negozio, e se non ci sono finestre pazienza, a volte basta installare un sistema di ventilazione. Quanto all’aumento delle cubature – «il grande dramma», secondo la presidente del Fai Giulia Maria Mozzoni Crespi – ben 12 Regioni hanno adottato misure più «permissive». Un incremento volumetrico del 10% è possibile perfino in Toscana e in Emilia-Romagna, mentre in Umbria non c’è proprio alcun limite all’espansione. «Il piano del governo è una trappola...», avverte terrorizzata Angela Barbanente, assessore pugliese al Territorio. Forse si è scordata che proprio in Puglia, grazie al piano casa regionale, chi decide di aumentare un po’ la cubatura di casa ha diritto pure a uno sconto sulle imposte locali.
giovedì 12 marzo 2009
Regioni rosse e cementificazioni
Il governo: "La casa a 1 milione di italiani" No dalle regioni rosse di Paolo Beltramin
La Sardegna e la Lombardia hanno già annunciato che ci stanno. Il Veneto ha pure anticipato il governo con una legge regionale approvata a tempo record. Le regioni rosse, invece, gridano in coro all’«allarme cementificazione» e al «rischio abusivismo». Eppure molti governatori di centrosinistra un piano di sviluppo edilizio già l’hanno varato a livello locale, con tanto di aumenti delle cubature e sgravi fiscali. Proprio come da proposte dell’esecutivo. Il governo comunque tira dritto: il piano casa domani sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il leader leghista Bossi ieri ha avvertito che vuole «vedere bene le carte», ma il via libera potrebbe arrivare già in giornata. Questo il mix di interventi: primo, un fondo da 200 milioni di euro destinato alle regioni, e che nei prossimi mesi sarà incrementato fino a 550 milioni, per la realizzazione di 5-6mila alloggi popolari; secondo, la possibilità di aumentare la cubatura delle case private del 20% (e del 30% per gli edifici costruiti prima del 1989); terzo, uno sconto fiscale del 20% sugli interventi edilizi, esteso al 60% per la prima casa. In più, secondo le stime del governo, grazie agli incentivi al riscatto degli immobili un milione di inquilini di case popolari presto riuscirà ad acquistare la casa in cui vive. Per il Cresme, istituto di ricerca specializzato sulle costruzioni, il piano provocherà un «effetto shock», con un aumento del giro d’affari dell’edilizia da 60 miliardi di euro. Ma a una condizione: che le Regioni si muovano compatte. Ipotesi improbabile. A dire il vero due governatori Pd, il calabrese Agazio Loiero e il marchigiano Gian Mario Spacca, all’inizio erano sembrati interessati. «Il piano per la casa io lo vedo in chiave positiva», aveva dichiarato Loiero. «Quando ci sarà il testo definitivo, ci confronteremo e faremo la nostra parte», aveva promesso Spacca. Già, perché «il sostegno ai lavori dell’edilizia è una significativa risposta anti crisi». Poi da Roma, via tv, è arrivato il no senza se e senza ma del segretario Franceschini, e così Calabria e Marche si sono allineate in fretta alle altre regioni «contrarissime»: Puglia, Lazio, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna. «No a edilizia selvaggia», grida ora Loiero. «Fermiamo tutto!», suggerisce la presidente dell’Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Eppure misure simili a quelle previste dal piano del governo sono state già adottate da molte regioni, anche del centrosinistra, e anche in maniera più decisa. La Liguria, l’Umbria e la Lombardia consentono ai privati di elevare i sottotetti delle abitazioni, fino a una rispettabilissima altezza di 2,7 metri. Sicilia, Basilicata, Calabria, Puglia, Umbria e Liguria hanno dato il via libera al recupero dei seminterrati a fini abitativi. In Liguria nel vecchio scantinato ci si può pure aprire un negozio, e se non ci sono finestre pazienza, a volte basta installare un sistema di ventilazione. Quanto all’aumento delle cubature – «il grande dramma», secondo la presidente del Fai Giulia Maria Mozzoni Crespi – ben 12 Regioni hanno adottato misure più «permissive». Un incremento volumetrico del 10% è possibile perfino in Toscana e in Emilia-Romagna, mentre in Umbria non c’è proprio alcun limite all’espansione. «Il piano del governo è una trappola...», avverte terrorizzata Angela Barbanente, assessore pugliese al Territorio. Forse si è scordata che proprio in Puglia, grazie al piano casa regionale, chi decide di aumentare un po’ la cubatura di casa ha diritto pure a uno sconto sulle imposte locali.
La Sardegna e la Lombardia hanno già annunciato che ci stanno. Il Veneto ha pure anticipato il governo con una legge regionale approvata a tempo record. Le regioni rosse, invece, gridano in coro all’«allarme cementificazione» e al «rischio abusivismo». Eppure molti governatori di centrosinistra un piano di sviluppo edilizio già l’hanno varato a livello locale, con tanto di aumenti delle cubature e sgravi fiscali. Proprio come da proposte dell’esecutivo. Il governo comunque tira dritto: il piano casa domani sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il leader leghista Bossi ieri ha avvertito che vuole «vedere bene le carte», ma il via libera potrebbe arrivare già in giornata. Questo il mix di interventi: primo, un fondo da 200 milioni di euro destinato alle regioni, e che nei prossimi mesi sarà incrementato fino a 550 milioni, per la realizzazione di 5-6mila alloggi popolari; secondo, la possibilità di aumentare la cubatura delle case private del 20% (e del 30% per gli edifici costruiti prima del 1989); terzo, uno sconto fiscale del 20% sugli interventi edilizi, esteso al 60% per la prima casa. In più, secondo le stime del governo, grazie agli incentivi al riscatto degli immobili un milione di inquilini di case popolari presto riuscirà ad acquistare la casa in cui vive. Per il Cresme, istituto di ricerca specializzato sulle costruzioni, il piano provocherà un «effetto shock», con un aumento del giro d’affari dell’edilizia da 60 miliardi di euro. Ma a una condizione: che le Regioni si muovano compatte. Ipotesi improbabile. A dire il vero due governatori Pd, il calabrese Agazio Loiero e il marchigiano Gian Mario Spacca, all’inizio erano sembrati interessati. «Il piano per la casa io lo vedo in chiave positiva», aveva dichiarato Loiero. «Quando ci sarà il testo definitivo, ci confronteremo e faremo la nostra parte», aveva promesso Spacca. Già, perché «il sostegno ai lavori dell’edilizia è una significativa risposta anti crisi». Poi da Roma, via tv, è arrivato il no senza se e senza ma del segretario Franceschini, e così Calabria e Marche si sono allineate in fretta alle altre regioni «contrarissime»: Puglia, Lazio, Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna. «No a edilizia selvaggia», grida ora Loiero. «Fermiamo tutto!», suggerisce la presidente dell’Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Eppure misure simili a quelle previste dal piano del governo sono state già adottate da molte regioni, anche del centrosinistra, e anche in maniera più decisa. La Liguria, l’Umbria e la Lombardia consentono ai privati di elevare i sottotetti delle abitazioni, fino a una rispettabilissima altezza di 2,7 metri. Sicilia, Basilicata, Calabria, Puglia, Umbria e Liguria hanno dato il via libera al recupero dei seminterrati a fini abitativi. In Liguria nel vecchio scantinato ci si può pure aprire un negozio, e se non ci sono finestre pazienza, a volte basta installare un sistema di ventilazione. Quanto all’aumento delle cubature – «il grande dramma», secondo la presidente del Fai Giulia Maria Mozzoni Crespi – ben 12 Regioni hanno adottato misure più «permissive». Un incremento volumetrico del 10% è possibile perfino in Toscana e in Emilia-Romagna, mentre in Umbria non c’è proprio alcun limite all’espansione. «Il piano del governo è una trappola...», avverte terrorizzata Angela Barbanente, assessore pugliese al Territorio. Forse si è scordata che proprio in Puglia, grazie al piano casa regionale, chi decide di aumentare un po’ la cubatura di casa ha diritto pure a uno sconto sulle imposte locali.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Evidentemente a Firenze, quando si tratta di costruire una MOSCHEA con minareto davanti ai capolavori dell'arte rinascimentale, oppure a Colle Val d'Elsa, dove il CENTRO ISLAMICO è un mostro di 1400mq di vetro e cemento in mezzo alle delicate linee delle colline del Chianti (con in progetto un MINARETO ALTO 40 METRI), i comunisti tutte queste fregnacce sull'ambientalismo se le sono dimenticate...
IL CEMENTO DI ALLAH E' BUONO?
Ecco, 'ste costruzioni orride me l'ero dimenticate. Ma tutto dipende da chi dice di costruire. Se è la destra, è ovvio che si fa per speculazione, per mafia, per incompetenza... se lo fa la sinistra invece è tutto diverso. Tutto migliore.
Mi ero dimenticato Genova, dove i comunisti vogliono costruire l'onnipresente Moschea, con MINARETO più alto della Lanterna, da sempre simbolo della Città...
Perchè non facciamo una lista delle Moschee che deturpano il nostro territorio, in sfregio del tessuto urbanistico circostante, e vediamo chi ha dato le autorizzazioni?
Perchè, invece, non andiamo in macelleria, compriamo un litro di sangue suino e lo versiamo direttamente dentro le moschee in parola? Non c'entra niente ma mi sembra una buona proposta, no?
Posta un commento