lunedì 22 febbraio 2021

La merda di Selvaggia Lucarelli

Non esprimerò alcuna solidarietà a Giorgia Meloni. E non la esprimerò nonostante- come ovvio- mi faccia orrore il linguaggio del professore Giovanni Gozzini, che sconterà il suo errore come è giusto che sia. Nonostante mi faccia orrore chiunque diffonda l’odio attraverso il linguaggio. Anzi. Nonostante e proprio in virtù di ciò, non esprimerò solidarietà a Giorgia Meloni. Perché la solidarietà è un concetto profondo, un’idea, un abbraccio di fratellanza e complicità che non posso concedere a chi ha fatto dell’ intolleranza e della divisione il suo credo politico. Perché l’insulto è odio, ma il linguaggio più subdolamente aggressivo è quello utilizzato per far leva sulle emozioni, sulle paure, sull’ignoranza e sull’identificazione del nemico in chi è fragile e diverso. Quello utilizzato costantemente da Giorgia Meloni per la sua propaganda politica, quello masticato e vomitato da buona parte del suo elettorato sui social e fuori dai social. Quello su cui fanno leva molti rappresentanti del suo partito, spesso autori di post razzisti, sessisti, omofobi. Fratelli d’Italia, il partito di chi vota contro la risoluzione Ue sul razzismo dopo il caso George Floyd, che “i genitori sono padre e madre”, che non ha alcuna pietà per chi attraversa il Mediterraneo, che è “pronto alle barricate” contro lo ius soli, che “ho un rapporto sereno con il fascismo” (cit. Giorgia Meloni).


Se Giorgia Meloni, leader di un partito, donna di potere, spalleggiata da orde di sostenitori incarogniti e feroci che insultano a loro volta chiunque sia “il nemico” ha bisogno di solidarietà, bisognerebbe ricordarsi della solidarietà che lei riserva a migranti e comunità lgbt, tanto per citare due categorie sì fragili, sì discriminate, sì bisognose di SOLIDARIETÀ. Il linguaggio del professore di fronte al quale ci si sdegna tanto è ben più moderato di quello modellato da anni di sua propaganda che pascola sui terreni fertili dell’odio. Propaganda basata sull’odio la cui potenza persuasiva è ben chiara alla Meloni. Nonostante dichiari “Nessuna emergenza odio in Italia. Tanto meno razzismo”. E mi fa francamente abbastanza pena la solidarietà pelosa della sinistra (specie quella delle donne) che è tutto un fiorire di tweet di solidarietà, perché c’è pure la passerella della superiorità morale, non sia mai che si faccia opposizione con un po’ di coraggio. Magari dicendo chiaro e tondo che nessuno dovrebbe alimentare l’odio, che sia con uno “scrofa” vomitato alla radio o con un “vogliono che siamo genere lgbt ma noi siamo persone!” urlato come un ossesso in una piazza. Pure quella di Mattarella, ci mancava. Chissà se Mattarella telefona anche ai gay pestati o agli stranieri discriminati da chi si abbevera a queste fonti. 


Incredibile poi un articolo dell’Huffington Post dal titolo: “Da Segre alla Meloni: l’irresistibile scorciatoia dell’insulto a una donna”, come se l’odio per la Segre avesse una matrice misogina e non fascista. Come se molti degli odiatori della Segre non fossero quelli che vengono su a pane e Fratelli d’Italia. Come se la Meloni non fosse quella che nella giornata della memoria ricorda l’Olocausto aggiungendo però che anche terroristi islamici odiano allo stesso modo. Perché non sia mai che i 6 milioni di ebrei sterminati abbiano il palcoscenico della memoria, bisogna pareggiare la bilancia. Come se non fosse quella che ha difeso i suoi compagni di partito rimasti seduti mentre gli altri applaudivano la Segre in piedi. Io non la esprimo la solidarietà alla Meloni, che non ne ha certo bisogno. Rimprovero il professore, ma non mi stringo a lei, non provo alcun sentimento di vicinanza nei confronti di chi “Ringrazio per la solidarietà ricevuta da donna, madre e italiana”. Da madre e italiana. Perché se fosse stata figlia e straniera quello “scrofa”, chissà, sarebbe stato un po’ meno grave. Al massimo, cito proprio Giorgia Meloni, quella che quando un consigliere comunale del suo partito scrisse «Lesbiche e gay ammazzateli tutti», lei “Frasi gravi ma nessuna lezione da Pd!”.  Ecco, frasi gravi quelle del professore, ma non prendo lezioni da Fratelli D’Italia. E dalla Meloni.


Selvaggia Lucarelli 

sabato 13 febbraio 2021

Il super governo

E la montagna del «governo dei presidenti» partorì un misero “Cencelli”. Doveva rappresentare un’Arcadia questa immaginata da Sergio Mattarella e Mario Draghi, è uscito niente più che un’arca di Noè costruita per portare in salvo non i «migliori» ma molti dei relitti della stagione giallo-fucsia. Il premier incaricato Draghi poteva e doveva fare di meglio nella composizione del suo nuovo governo, imposto d’imperio dal capo dello Stato come alternativa – senza alternative – alle elezioni anticipate. Ciò che è venuto fuori, invece, è un esecutivo di basso profilo dove a spiccare non sono certo le qualità e la famosa discontinuità ma è la riproposizione dell’asse che ha determinato il disastro del Conte II, accompagnata (a dire il vero anche dozzinale) dal vecchio manuale Cencelli, celebre come prontuario per la distribuzione di incarichi di governo e sottogoverno.


Al di là degli incarichi approvati dietro stretto caminetto quirinalizio (come i tecnici Daniele Franco all’Economia e Roberto Cingolani alla Transizione ecologica e il bassissimo numero di ministri donne), la conferma di un ministro disastroso come Roberto Speranza alla Sanità, di un titolare del Viminale impalpabile (capace però di smantellare i decreti sicurezza in piena emergenza Covid) come Luciana Lamorgese, del grillino Luigi Di Maio agli Esteri e poi delle immancabili correnti del Pd, con l’indicazione poi di Andrea Orlando al Lavoro, testimoniano una pericolosa continuità sui disastri giallo-fucsia in ambito sanitario, sulla politica migratoria e in ambito sanitario. Una situazione – destinata a cristallizzare lo status quo su temi fondamentali come l’immigrazione e ad accentrare nelle mani di palazzo Chigi i capitoli fondamentali legati al Recovery fund – accolta per nulla bene dagli due partiti di centrodestra, Lega e Forza Italia, che partecipano al governo con sei ministri ma che hanno già compreso la pericolosità di un esecutivo dove la golden share resterà sempre ai dem e ai loro alleati. Un rischio intuito in tempi non sospetti da Giorgia Meloni che anche per questo aveva cercato di blindare l’opposizione dai rischi rappresentati dal governo Draghi nel metodo e nel merito. Caustico il suo commento a caldo davanti al nuovo consiglio dei ministri: «Le grandi aspettative degli italiani sull'ipotesi di un governo dei “migliori”, in risposta all'appello del Capo dello Stato, per fare fronte alla drammatica situazione dell'Italia si infrangono nella fotografia di un esecutivo di compromesso che rispolvera buona parte dei ministri di Giuseppe Conte».


Un’immagine che conferma il punto debole di tutta la crisi: un parlamento totalmente delegittimato. «Mi chiedo se i cittadini, gli imprenditori, i lavoratori e tutte le persone in difficoltà si sentano rassicurate dall'immagine che vedono – ha continuato la presidente di Fratelli d’Italia –. Sono convinta più che mai che all'Italia serva un'opposizione libera e responsabile». Di fatto, dietro a un esecutivo dove convivono soggetti che si sono combattuti per quasi tre anni, rischia di celarsi nient’altro che la volontà di riprororre l’impianto del governo Conte sostenuto, questo è la beffa, da due forze del centrodestra come Lega e Forza Italia. Per fare cosa? Con questo profilo è difficile, se non impossibile, che l’Italia possa innestare la ricostruzione sul binario sviluppista e anti-tasse tanto caro al centrodestra. Non a caso ad allarmare Meloni, a maggior ragione in vista della crisi sociale destinata ad aprirsi a marzo con lo sblocco dei licenziamenti, è la casella Lavoro: «Come dimostra la casella strategica del ministero del Lavoro affidata al PD, i nostri timori di un governo ostaggio della sinistra vengono confermati. Sono molto preoccupata per il nostro tessuto produttivo e per i milioni di italiani che rischiano il posto di lavoro».


Antonio Rapisarda

sabato 6 febbraio 2021

Le realtà

Le auto elettriche, l'islam, l'immigrazione e il coronavirus sono la stessa cosa. Mi rendo conto che per alcuni questa affermazione debba essere spiegata, pertanto procedo.


Auto elettriche: produrre un'auto elettrica comporta l'estrazione, la lavorazione e lo smaltimento di particolari materiali con gravissime ripercussioni negative sull'ambiente. Inoltre, per ricaricare le batterie occorre produrre molta più energia elettrica, ovvero inquinare. Ma “l'auto elettrica è ecologica perché a zero emissioni (e se non ce l'hai è solo perché sei un poveraccio squattrinato)”.


Islam: quattordici secoli di storia e quanto accade da anni in qualsiasi paese del mondo dove sia presente una minoranza islamica sufficientemente forte dimostrano che si tratta di un'ideologia totalitaria e sanguinaria, incompatibile con qualsiasi concezione di libertà e incapace di convivere persino con se stessa. Ma “è una religione di pace (e chi non ci crede è islamofobo)”.


Immigrazione: un decennio di immigrazione selvaggia, se da un lato ha arricchito mafie, scafisti e cooperative cattocomuniste, dall'altro ha importato masse di schiavi da sfruttare nel migliore dei casi o criminali efferati nel peggiore. In ogni caso, degrado, tensioni, insicurezza e depressione dei salari sono ovunque il prodotto finale del processo. Ma “gli immigrati sono una risorsa (e chi non li vuole è razzista)”.


Coronavirus: le mascherine sono scientificamente meno utili del santino nel portafogli e i lockdown sono dimostratamente inutili quanto disastrosi. Le prime perché non riducono affatto i contagi (probabilmente sono anche pericolose per la salute), i secondi perché oltre a prolungare i tempi dell'epidemia determinano effetti devastanti per l'economia e il benessere psicologico-sociale degli individui. Le une e gli altri, poi, costituiscono una delirante compressione dei più elementari diritti umani. Ma “dobbiamo accettare la nuova normalità”.


Come si vede, per ciascuno dei quattro temi elencati l'esperienza individuale e il confronto con l'esperienza altrui dimostra inoppugnabilmente che l'approccio adottato è illogico, sbagliato, esiziale per la società e l'economia, nonché frutto di idiozia, ideologie malate e biechi interessi. Tuttavia, per conformismo o paura di ritorsioni, quasi tutti si sentono in dovere di professare pubblicamente il dogma ufficiale. Ergo, auto elettriche, islam, immigrazione e coronavirus sono la stessa cosa. O, più precisamente, sono espressioni del medesimo paradigma. 


(Inoltre, penso che Conte, il PD e i Cinque Stelle debbano essere  trascinati a processo per i loro crimini, assieme ai magistrati  eversivi e golpisti.)


Dalla bacheca di Piergiorgio Molinari 

martedì 2 febbraio 2021

La crisi

444.000 occupati in meno nel 2020. 101.000 occupati in meno solo nel mese di Dicembre, di cui 99.000 donne. Disoccupazione giovanile al 29,7% (peggiorata di 220.000 unità dal 2019). 73.000 imprese chiuse, di cui 17.000 per sempre. Ma di cosa stiamo parlando? Di fronte a questi numeri comunicati dall'ISTAT, qualsiasi Governo dovrebbe andarsi a nascondere. Invece in queste ore stanno disperatamente cercando di riproporci gli stessi fenomeni in salsa diversa, condita con qualche schifezza in più. Qualcuno dirà "è stato il Covid!". No. Tutto il mondo ha sofferto un anno difficile, ma qui famiglie ed imprese sono state lasciate volutamente da sole. Di conseguenza il crollo economico è stato inevitabile, così come la devastazione sociale.


I tedeschi hanno usato per l'ennesima volta la KFW per inondare di liquidità l'economia reale, gli inglesi e gli americani si sono avvalsi della propria banca centrale per sostenere i cittadini in difficoltà, così come i giapponesi... e noi? Noi siamo qui a sperare che la BCE continui a fare la banca centrale e attendiamo la fregatura del Recovery Fund come fosse la manna dal cielo, ballando attorno a queste due parole come un branco di cavernicoli invasati attorno al fuoco. Quante cose si sarebbero potute fare per aiutare gli italiani, invece di perdere tempo a terrorizzarli e riempirli di promesse vane? Quante disposizioni si sarebbero potute emanare per far sopravvivere le aziende e frenare l'assalto degli squali dall'estero? Quanto cambierebbe la nostra situazione se al Quirinale, a Palazzo Chigi e nel Parlamento sedessero statisti pronti a tutto per il bene dell'Italia, anche a costo di stracciare vincoli e trattati suicidi? Qui sta la differenza tra chi vuole tenere in piedi la propria nazione e chi vuole vederla agonizzare. Noi abbiamo i secondi al potere.


Matteo Brandi

lunedì 1 febbraio 2021

Noi, i dissennati

Oddio, regà, ma che avete combinato? Vi passano in zona gialla, permettendovi di uscire, e voi… uscite veramente? Allora siete proprio di coccio! Ancora non avete capito che è proprio quando vi si consente di uscire che dovete barricarvi in casa! Che diamine, questo è l’ABC dell’italico piano pandemico. Non c’è niente da fare, siete irresponsabili e scriteriati! Ma, cosa ancor più grave, avete dato prova della vostra dissennatezza proprio allorquando dovevate essere maggiormente diligenti. Eh già, cari miei, mentre voi dissennatamente ve ne andate a zonzo, le nostre forze politiche, laboriose e coscienziose, stanno cercando di salvare il paese. Non vi rendete conto del gravoso impegno intellettuale che incombe in questi fatidici giorni sul capo dei governanti? Possibile che non seguiate con il fiato sospeso le fini strategie messe in campo, le tattiche delle truppe Mastellate all'assalto e dei Ciampolilli all'arrembaggio, le crisi di coscienza notturne dei parlamentari? E vi pare il caso di uscire proprio oggi che inizia l'operazione “Primula”? Un'operazione di vaccinazione tanto mastodontica quanto discreta... così discreta che quasi pare non ci sia.

Forse non avete capito che stiamo sfiorando la catastrofe! Stiamo, addirittura, rischiando di perdere il nostro magnifico presidente del consiglio, pur consci che dopo di Lui ci sarà il baratro. Ma siete consapevoli o no che al suo posto potremmo addirittura ritrovarci un premier camaleontico, trasformista e temporeggiatore? Uno di quelli che traccheggiano, nicchiano, cincischiano e tergiversano, rinviando ad oltranza ogni decisione?  Un capo di governo che sprofonderà l'Italia nel caos, distruggendo l'economia e regalandoci finanche il primato mondiale di morti per covid! Una vera iattura! Mentre voi cinicamente fate shopping per le vie del corso, c’è chi, per salvaguardare i nostri interessi, affronta un defaticante e rischioso viaggio in Arabia Saudita. Abbiate un po’ di rispetto! E che dire, poi, dei cangianti rappresentanti del Cambiamento? Vi pare facile per loro, dopo aver strombazzato a destra e manca: «mai più con Renzi di qua, asfaltiamo Renzi di là, l’innominato di su, l'accoltellatore di giù», ritrovarsi alla fine nuovamente seduti al suo fianco? Perché, secondo voi, stanno sottoponendosi a siffatta tortura? Per il nostro bene, ovviamente! E voi li ripagate così? E, infine, non dimenticate che il modello italiano traina l'intero pianeta. Semmai, diononvoglia, dovesse crollare il nostro governo, si scatenerà una reazione a catena portando alla deriva tutto il globo! Un disastro planetario! L'apocalisse! Suvvia, fate i bravi e date dimostrazione di patriottismo. Ricordatevi che siamo sull'orlo di un profondo burrone, per cui dobbiamo fare di tutto affinché il nostro governo si rimetta in moto e faccia un decisivo... passo in avanti!


Salvino Paterno’