lunedì 23 marzo 2009

La cina e il Dalai Lama

La decisione di Pretoria su pressioni della Cina. Il Sudafrica nega il visto a Dalai LamaI Nobel: «Boicottiamo la conferenza». Tutu e De Klerk: «Allora non andiamo neanche noi al convegno sul calcio contro razzismo e xenofobia»

JOHANNESBURG
- Pasticcio diplomatico in Sudafrica, dove il governo ha negato al Dalai Lama il visto d'ingresso per prendere parte a una conferenza di premi Nobel per la pace in programma venerdì 27 marzo a Johannesburg sul tema del calcio come strumento contro il razzismo e la xenofobia, in vista dei Mondiali nel 2010 che si terranno proprio in Sudafrica. Secondo il governo di Pretoria, la presenza del leader spirituale tibetano non è «nell'interesse» del Paese. Il portavoce della presidenza sudafricana, Thabo Masebe, ha affermato che «il mondo guarda al Sudafrica come nazione ospite dei Mondiali, e non vogliamo che altre cose distolgano l'attenzione. La presenza del Dalai Lama avrebbe invece portato altri temi alla ribalta». Masebe ha ricordato che il Dalai Lama ha già visitato il Sudafrica altre due volte.

BOICOTTAGGIO - La decisione del governo sudafricano ha scatenato la protesta degli altri premi Nobel per la pace, tra i quali alcuni sudafricani. «Se il Dalai Lama non c'è, allora non vado nemmeno io», ha commentato il vescovo anglicano Desmond Tutu, Nobel nel 1984. Secondo organi di stampa sudafricani, la decisione del governo è dovuta alle forti pressioni ricevute da parte della Cina. Anche l'ex presidente sudafricano Fredrik Willlem De Klerk, Nobel nel 1993 insieme al suo successore, Nelson Mandela, è della stessa opinione di Tutu e non parteciperà più alla conferenza. Anche il comitato del Nobel ha criticato la decisione del Sudafrica: «È impossibile per noi prendere parte a un evento nel quale una delle principali personalità non ha ottenuto il permesso di entrare nel Paese».

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