domenica 8 maggio 2016

Imbecilli

Più immigrati meno figli. Ce lo chiede la UE – ed El Papa. di Maurizio Blondet   

Il web è (giustamente) in ebollizione per quel che hanno detto, dopo aver firmato un accordo italo-tedesco sulla formazione, le due ministre dell’istruzione, Stefania Giannini e Johanna Wanka.  Prendo da IntelligoNews, il primo a dare l’allarme: “L’Italia deve prendere spunto dalla Germania e colmare la discrepanza che ci divide dai tedeschi. L’accordo odierno è solo l’ultimo passo dopo il Jobs Act e La Buona Scuola per riformare radicalmente il nostro sistema”, secondo la Giannini. E ha dipinto, con la Wanka, una società completamente nuova: “Non ci sarà più spazio per la famiglia come la intendiamo oggi. La flessibilità induce le persone a spostarsi individualmente, il modello di famiglia a cui siamo abituati, che rappresenta stabilità e certezze, non esisterà più”. E ancora: “Dobbiamo tendere sempre più verso un modello americano, in cui la flessibilità, che è sinonimo di precariato, è la base di tutto il sistema economico”.

Affermazioni che poi la Giannini ha cercato di attenuare.  Per esempio avrebbe detto “la flessibilità ‘non’ è sinonimo di precariato”.

Ma è davvero strano che tutti i presenti abbiano mal inteso i discorsi delle due dementi.  Nel resoconto più completo che ho trovato (su  un sito di insegnanti), la  Giannini ha annunciato giuliva: “L’Italia sta attuando le riforme sul mercato del lavoro che la Germania ha attuato oltre 10 anni fa con il governo Schroeder. Ci stiamo rimettendo al passo coi tempi e stiamo eliminando i nostri punti deboli”.  Le riforme Hartz, quelle della precarizzazione della forza-lavoro poco produttiva, a cui vengono assegnati mini-jobs con mini-salari  da  480 euro al mese.

“Flessibilità significa precariato, che non è sinonimo di malessere”, ha  continuato  la Giannini. “Dobbiamo abituarci all’idea di un mondo impostato su un modello di economico di stampo americano, dove il precariato è la norma. Dobbiamo abituarci a vite con meno certezze immediate, fatte da persone che si spostano continuamente e dobbiamo incentivare i loro movimenti“.

“Le persone, in primis i genitori, si devono poter spostare individualmente e per questo il nucleo famigliare non avrà più la funzione di stabilità sociale che ha avuto per la mia generazione”.

“Le vite degli italiani, le nostre vite, stanno andando incontro a enormi cambiamenti, figli della globalizzazione e delle riforme messe in atto per starle al passo. Vite più precarie lavorativamente e affettivamente, in cui il successo economico di un Paese, come nel caso tedesco, non si traduca in aumento della natalità o della stabilità individuale e sociale. Sarà sempre più difficile creare una propria famiglia stabile e prendersi cura dei propri figli”.

Ovviamente è stato obiettato che in questo splendido nuovo ordine precario e nomade,  sparita la famiglia, crollerà la natalità: nei due paesi, Italia e Germania, che hanno una demografia già collassata. Entrambi i paesi hanno un tasso di natalità di 1,2 figli per coppia, il che significa l’estinzione delle rispettive nazioni  per la fine del secolo.  Qui è intervenuta l’altra giuliva, la Wanka,  che ha giulivamente comunicato: “In dieci anni la popolazione tedesca si è ridotta del 22 per cento. L’unico settore in cui la produttività è diminuita è quello dei figli”.

In dieci anni riduzione del 22 per cento. In venti, del 40. In trenta, del 70 per cento o giù lì. Ma la “competitività  tedesca”  verrà mantenuta, anzi  potenziata: sempre meno lavoratori, sempre più prodotti manifatturati a basso costo.  In una Germania senza più tedeschi.  E’ per questo, ha spiegato la Wanka tutta allegra, che  stiamo importando centinaia di migliaia, anzi milioni di immigrati. “i nuovi arrivi hanno una precisa funzione economica, perché vanno a inserirsi all’interno di uno spazio lasciato vuoto”.

Quindi è proprio questo che hanno detto.  Le loro parole, che certamente ripetono ad orecchi  istruzioni dalle due  sceme ricevute, coincidono troppo bene con l’accelerazione del progetto mondialista che vediamo in corso: accelerazione della destabilizzazione in Medio Oriente,  trattati transatlantici fatti ingollare a forza  agli occidentali delle due sponde, Israele, Katar  e Arabia Saudita inseriti a forza nella NATO (1), Israele di fatto inserita nella Unione Europea insieme alla Turchia (fine dei visti d’entrata per 80 milioni di  loro),   con l’accettazione da parte di Berlino e quindi Bruxelles  del dispotismo  ottomani ed incivile, anti-europeo  che Erdogan sta  instaurando.  E’ la fine d’Europa,  della civiltà europea con le sue articolazioni nazionali, le sue culture diverse e tuttavia unificate dal cristianesimo. Ed è  impressionante vedere con quanto tempismo “El Papa”  appoggia, anzi consacra – fra gli applausi dei media e dei politici progressisti –  questo progetto mondialista (parodia dell’universalità cristiana):  l’inondazione di musulmani sarà un bene per nonna Europa”, la renderà “feconda”. Ma non è preoccupato, “Francesco”, che vi scompaia   il cristianesimo? Nient’affatto. Come ha spiegato Eugenio Scalfari – il suo interprete autorizzato –   qualche sera prima al Teatro Eliseo, “Questo è il primo Papa che ha detto che Dio è uno, e non è di nessuno. I cristiani sono una delle confessioni”.
 
Il  Papa del G.A.D.U

Il sogno massonico si realizza: un Papa a capo della religione generale per il mondo,  de-sacramentata,  quella del  Dio generico, il Grande Architetto dell’Universo,  buono (loro credono)  per eternizzare il sistema terminale. Già “L’Osservatore Romano”  ha pubblicato  lo scorso 26 aprile, un importante articolo per la svolta in corso,  intitolato “Il disagio dei monoteismi”, a firma  Marco Vannini,  studioso della mistica ma su posizioni   gnostiche. Sul giornale della ex Santa sede, Vannini   sostiene ed esalta la tesi (tipicamente massonico-gnostica) “che i monoteismi, tutti, in testa il giudeocristianesimo, sono per essenza esclusivi e violenti nei confronti di ogni altro credo, all’opposto degli antichi politeismi, per essenza pacifici”. E continua:

“In un tempo di rinnovata violenza in nome di Dio, una vera tolleranza religiosa, capace di riconoscere la relatività senza scivolare nella banalità, può sussistere solo superando la distinzione mosaica tra vera e falsa religione  (…) “Nel nostro mondo globalizzato la religione può trovare posto solo come ‘religio duplex’, ovvero religione a due piani, che ha imparato a concepirsi come una tra le tante.(…) Siccome, nonostante la globalizzazione, non ci sarà mai un’unica religione, un’unica verità, un unico Dio, la ‘religio duplex’ è quella che permette di restare uniti e solidali nel comune destino umano”.  (2)

Non è  forse questa la religione di El Papa? Ostile ai cattolici, “chiusi farisaici” legati alla dottrina, alla “verità” che va superata in nome della “carità”. E del business che deve restare “efficiente” per il capitale  globale.   Infatti, ha detto Scalfari “Oggi questa questione è di un’importanza enorme”,  ed è appunto nel senso indicato da Wanka: inserire nuovi arrivati nel sistema produttivo tedesco, il più efficiente.  Francesco e Wanka uniti nella lotta per il governo mondiale.  Voluto dal capitalismo terminale, che ha una fretta eccezionale  di questi tempi. Far durare il capitalismo terminale.

Le due giulive

Le due sceme infatti –   orecchiando quel che è stato loro ordinato – hanno stilato un Progetto singolare: quello di trasformare in Utopia desiderabile  un sistema economico non sostenibile – quello della deflazione e del debito impagabile  – che loro hanno creato. Rendere permanente, eterno,  il Capolinea  dei Creditori che  hanno perseguito con tanta “efficienza” la massima retribuzione del Capitale, fino all’usura, da  svuotare i paesi dalle popolazioni di lavoratori  dell’europa,  qualificati perché preparati da un civiltà che fino a ieri fu industriale, ma nutrita di una cultura più antica e più alta, e innervata di cristianesimo,    illudendosi  di sostituirli con negri e  islamici, senza qualificazione alcuna, e senza alcuna “etica del lavoro”, perché anche quella – come tutti gli elementi della civiltà – è un lascito cristiano.

Nulla di meglio che riportare quel che mi ha scritto l’amico Gianluigi Marletta:

“Ecco cosa ci preparano i poteri forti. “L’aspetto positivo dei nostri governanti è che non si nascondono più nelle loro dichiarazioni (non ne hanno più bisogno). La ministra Giannini spiega che: nella società futura NON ci sarà più spazio per la famiglia perché tutti dobbiamo abituare di essere sballottati per i continenti a cercare lavoro;  visto che gli europei neo-schiavi non faranno più figli, dovremo riempire il nostro paese di migranti. Ecco fatto! Capite a cosa sono serviti femminismo, rivoluzione sessuale, gender, immigrazione selvaggia e destabilizzazione di interi continenti? Dovete essere precari, anaffettivi, migranti perenni. Parola di ‘ministra’ della Repubblica”.

Eh sì: tutte le goie dell’edonismo libertario si sono rovesciate nella neo-schiavitù. Il nomade anaffettivo avrà pur sempre la pornografia per  consolarsi mentre  si sballotta da continente a continente a cercare lavoro.   La fine della famiglia, sogno del Capitalismo terminale – e di Satana – è  finalmente realizzato. Il punto (piccolo insignificante) è che questa “civiltà”  di  satana   che  rende  i vostri figli schiavi nomadi e masturbatori,  non è, semplicemente,  sostenibile. E loro la vogliono rendere eterna, gli usurari. Si fanno aiutare da El Papa. Ma fallirà “per le sue stesse contraddizioni”; come fu già il sovietismo.

Il Pontefice della UE e TTIP

Lo mette in chiaro Ettore Gotti Tedeschi, economista, che è stato per breve tempo “Il banchiere del Vaticano” (prima di essere espulso: non  vogliono cattolici nella Santa Sede di Bergoglio). Sulle soluzioni della ministra tedesca Wanka, Gotti Tedeschi dice:

“Le considerazioni di Wanka sono insostenibili. L’”accoglienza” reale, benefica,  [di tanti immigrati]    si può realizzare solo in condizioni di equilibrio economico, non di grave crisi – come quella attuale –   che aggraverà il modello stesso di accoglienza. L’integrazione vuole investimenti altissimi, e le risorse non ci sono; andranno perciò sottratte alle spese per la sanità e pensioni degli anziani. Quello che non capiscono questi burocrati è che le soluzioni da loro prospettate provocheranno una rivoluzione epocale, sociale, culturale e politica. Vedrete alle prossime elezioni quali partiti prenderanno il potere in Europa… Già: i partiti “populisti, xenofobi”,   che stanno crescendo. E contro questo progetto.  Il sistema terminale li reprimerà con tutti i mezzi, anche violenti,  e provocherà lo scontro. Gotti Tedeschi: “Se si vuole esser pragmatici, si facciano anche i conti. Quanti immigrati sono necessari per compensare il gap di popolazione ( senza vere soluzioni economiche )? diciamo, solo per l’Italia, dieci milioni? Ma se è vero, se è vero che per risolvere la crisi economica europea sono necessari una cinquantina di milioni di emigrati, abbiamo capito finalmente cosa stanno progettando i governanti europei, magari con l’appoggio della Autorità morale? Mah!”.

“Il  problema  che questi vogliono risolvere  è dovuto proprio alle politiche malthusiano-ambientalistiche avviate negli anni ’70 quando si varò il Nuovo Ordine Mondiale,  dove sempre grazie alle politiche anti-natalità degli anni ’70, si avviò la crisi economica che oggi qualcuno vuol risolvere con le politiche di immigrazione. In pratica si vuole risolvere gli effetti (e non le cause) agendo proprio sugli effetti. Per capire, basterebbe andarsi a rileggere quello che l’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità) scriveva nel 1992, invitando ad occuparsi di chi è sano e produttivo (e non di chi è anziano e malato), lasciando intendere che l’immigrato ha questi caratteri. Il direttore generale Oms (Hiroschi Nakaijama) spiegava anche che l’etica cristiana non poteva  più esser applicata in futuro. Non mi meraviglia pertanto neppure la considerazione che  non ci sarà più spazio per la famiglia come la intendiamo oggi”. E’evidente che uno dei veri obiettivi è proprio la distruzione della famiglia (cristiana) che educa i figli soggettivamente, sottraendoli alla educazione omogenea “di Stato” voluta dalla cultura gnostica.

 “Si pensi solo alla difficoltà che sta rivelandosi   nella “integrazione europea” per la  dfferenza di visione protestante e cattolica!”.  Integrare in questa anche i musulmani a milioni, e di colpo, sarebbe come ripetere l’errore di “quando è stato fatto l’Euro, con lo stesso superficiale approccio usato a fine anni ’90, questa volta dal punto di vista socio competitivo. Scusatemi se riaffermo che il nostro problema vero è l’inadeguatezza della nostra classe dirigente politica (e religiosa). Amen”.

Amen.
 
Note: “La Nato si allarga ancora. Dopo l’espansione a est, l’Alleanza Atlantica estende il numero dei “paesi osservatori partner” guardando al medio oriente. Dopo Israele, anche Giordania, Qatar, Bahrein e Kuwait disporranno di una sede permanente all’interno del quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles. L’annuncio, ritardato dalle negoziazioni turco-israeliane, è stato dato il 4 maggio scorso, in occasione dell’entrata in carica del nuovo Comandante supremo alleato in Europa (SACEUR), il generale Curtis M. Scaparrotti. E’ questo un modo per aggirare la clausola di mutua difesa che obbliga tutti gli alleati a intervenire in caso di necessità. La Nato apre così la porta a nuovi scenari catastrofici per l’Europa e il mondo”. 

sabato 7 maggio 2016

Non poteva essere altrimenti...

Renzi: “Il Ttip ha l’appoggio totale e incondizionato del governo Italiano”. Il premier si augura che l’accordo di libero scambio tra Usa e Ue si chiuda entro la fine del prossimo anno. Per Calenda la pubblicazione del mandato della trattativa rispondere a chi si oppone all’accordo, ma le perplessità rimangono.

Il Trattato transatlantico per il commercio e gli investimenti ha “l’appoggio totale e incondizionato del governo” italiano. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenendo a Palazzo Colonna, a Roma, dove si è tenuta una giornata di dialogo sul Ttip organizzata dal vice ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda.

“Ogni giorno che passa è un giorno perso”, secondo Renzi, il quale si attende “un salto di qualità e uno scatto in avanti” nelle trattative, con l’augurio che si concludano “entro la fine del prossimo anno”. Perché il Ttip, ne è convinto il premier, “non è un semplice accordo commerciale come altri, ma è una scelta strategica e culturale per l’Ue”.

Il presidente del Consiglio non ammette critiche dunque. Anzi, l’iniziativa di oggi “è una risposta” a tutti coloro che si oppongono alla firma dell’accordo tra Usa e Ue. Poco importa se le contestazioni arrivino da premi nobel come Joseph Stiglitz, o da parlamentari europei dello stesso partito del premier, come Sergio Cofferati.

Anche Calenda ha puntato il dito contro “chi ritiene che il Ttip sia un accordo fatto per le multinazionali, con l’obiettivo si abbassare gli standard di sicurezza sociali e regolamentari”. Da questo punto di vista ha salutato con favore la declassificazione del mandato per le trattative. Se il documento viene letto “in buona fede”, sostiene il viceministro, si trovano tutte le “risposte alle comprensibili preoccupazioni dell’opinione pubblica”. In particolare, secondo l’interpretazione che Calenda dà del mandato, “i servizi pubblici non sono oggetto di negoziazione, così come non lo è la cultura o l’accesso indiscriminato degli OGM, o ancora la possibilità di limitare la sovranità dei governi europei”.

Tuttavia, soprattutto su quest’ultimo punto, i pareri non sono concordanti. La segretaria generale del Ces (Confederazione dei sindacati europei) ha espresso forti critiche all’Isds, il meccanismo che consentirebbe a un’azienda di intentare causa contro uno Stato membro davanti alla Corte di giustizia europea, qualora si ritenesse danneggiata da una legge nazionale in contrasto con il Ttip. Per Bernadette Ségol, “occorre eliminare il meccanismo di risoluzione delle controversie investitore-Stato”. La sindacalista si chiede “perché, nelle nostre democrazie, gli investitori abbiano bisogno di tutele speciali”.

Che le regole siano il vero punto cruciale del trattato lo ha confermato esplicitamente Giorgio Squinzi. Per il presidente di Confindustria, infatti, “il vero problema non sono le barriere tariffarie ma quelle regolamentari”.