ROMA - La prima richiesta sembra ovvia, ma non lo è: «Chiunque si candidi al Parlamento Europeo assuma l'impegno di dedicarsi pienamente ed esclusivamente al suo mandato per l'intera legislatura: chi viene eletto rimanga in Europa». E poi, soprattutto: il partito applichi «nuovi criteri nella scelta delle candidature per le elezioni europee», privilegiando «la costruzione di una nuova classe politica motivata e le competenze internazionali, rispetto ai longevi curriculum istituzionali di rappresentanti già carichi di responsabilità». No alle candidature storiche, insomma; via libera a un vero rinnovamento. È il senso del documento firmato da quattordici dirigenti, parlamentari e amministratori del Pd in vista delle prossime elezioni europee del 6-7 giugno.
FIRME - Tra i firmatari ci sono il candidato sindaco a Firenze Matteo Renzi, il senatore Gianrico Carofiglio, i deputati Gianni Cuperlo, Salvatore Vassallo, Francesco Boccia e Giovanni Bachelet, e ancora Cristina Comencini e Luca Sofri. Nel testo si chiede che il Pd dia al Parlamento europeo l'importanza che merita. E che le candidature siano incompatibili con altri ruoli istituzionali: i firmatari, che provengono da diverse aree del partito, affermano anche che «avere caro il futuro dell'Europa significa affidarne le istituzioni al futuro stesso, e non zavorrarle del passato».
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