Governo battuto sul decreto incentivi da un emendamento del Carroccio sostenuto dalla maggioranza contro le delocalizzazioni. Con l'opposizione che di fatto sostiene l'Esecutivo e vota contro la modifica proposta dal leghista Fugatti. Nella maratona notturna delle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera ha avuto, infatti, il via libera un emendamento della Lega sul quale il Governo aveva espresso parere contrario. La maggioranza (non solo la Lega, ma anche il Pdl) ha votato la proposta di modifica, mentre l'opposizione (Pd, Idv e Udc) ha votato contro. «Non deve più accadere - hanno detto i leghisti Maurizio Fugatti e Giovanni Fava - che imprese che ricevono contributi dallo Stato possano poi delocalizzare le loro realtà produttive in altri paesi». L'emendamento è subordinato al placet dell'Unione europea. L'emendamento del Carroccio prevede che gli incentivi, per l'acquisto di auto, elettrodomestici e mobili, si applichino a quelle aziende che si impegnano a non delocalizzare la produzione. L'efficacia di questa disposizione è, però, subordinata alla preventiva autorizzazione dell'Unione europea. «È una norma assurda, senza senso», ha commentato il vicepresidente della commissione Finanze, Sergio D'Antoni (Pd), facendo notare che i consumatori possono scegliere auto, elettrodomestici e mobili anche di aziende straniere. Maurizio Bernardo del Pdl, invece, ha difeso la scelta della maggioranza, nonostante il parere negativo sull'emendamento espresso dal sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti: «Con l'approvazione di questa norma - ha spiegato Bernardo - vogliamo privilegiare le realtà italiane». Sblocco dei fondi Cdp per il sostegno alle Pmi. In commissione si è acceso semaforo verde anche sul sostegno di piccole e medie imprese attraverso lo sblocco di fondi dalla Cassa depositi e prestiti. In pratica le operazioni della Cdp possono assumere «qualsiasi forma, quale quella della concessione di finanziamenti, del rilascio di garanzie, di assunzione di capitale di rischio o di debito e possono essere realizzate anche a favore delle piccole e medie imprese per finalità di sostegno dell'economia». Queste operazioni, che possono utilizzare il risparmio postale, possono essere dirette o con l'intermediazione di soggetti autorizzati all'esercizio del credito. «L'emendamento – ha sottolineato Marco Milanese, uno dei relatore di maggioranza insieme a Enro Raisi - attiva il meccanismo con cui la Cdp può sbloccare 1,3 miliardi» in base all'intesa raggiunta ieri tra Governo e Confindustria. Nel corso dei lavori del Credit and Liquidity Day al Tesoro il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, ha annunciato che la modifica allo statuto della Cassa Depositi e Prestiti sarà attuata entro l'assemblea che approverà il bilancio ad aprile e consentirà di sbloccare le risorse per finanziare il sistema delle imprese previste dall'emendamento al decreto incentivi. Slittano i lavori in aula a lunedì 30 marzo. I lavori della commissione, dopo la mezzanotte sono stati aggiornati alle 14 di oggi per sciogliere gli ultimi, fondamentali, nodi del provvedimento: gli ammortizzatori sociali, il Fondo di garanzia per le imprese e il Patto di stabilità interno. E i presidenti delle commissioni Finanze e Attività produttive chiederanno anche il rinvio a lunedì 30 (e non giovedì 26) dell'approdo in Aula del decreto, per consentire alle altre commissioni interessate di dare il proprio parere sul dl. Dopo il via libera di Montecitorio, il provvedimento - che scade il 12 aprile - dovrà passare all'esame del Senato.
Indesit, un caso curioso.
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