E non è di maniera perchè precede un concetto forte, di quelli che, senza limature, questa signora, la coniatrice del preoccupato termine Eurabia, è abituata ad esprimere: «È possibile che ci siano musulmani che leggano il Corano diversamente da altri; che ci siano musulmani che provano a contestualizzare, che rigettano gli Hadit, quelli che dicono che certe cose andavano bene nel settimo secolo e non oggi. Loro possono anche integrarsi in queste nostre società laiche ed aperte, adottando i nostri valori. Ma dobbiamo dire che sono minoranza; non c'è un'organizzazione dove possano discutere e che li rappresenta; esprimono posizioni che alla fine sono individuali, ricevono minacce, sono considerati apostati e le leggi contro gli apostati, nel mondo islamico, sono più severe di quella contro gli infedeli».
Signora, in Italia ci sono tanti musulmani che non creano affatto problemi, rispettano e riconoscono lo Stato; diverse loro organizzazioni fanno parte di una Consulta per l'Islam istituita per volere del ministero dell'Interno... «Beh, nello specifico non so cosa facciano, non posso esprimere giudizi su comunità che non conosco, ma trovo assolutamente normale che rispettino lo Stato. Hanno scelto di venire in Italia, altrimenti perchè sarebbero venuti! Devono rispettare le leggi! Ma, vede, il problema è davvero nostro: siamo contenti quando loro non ci uccidono e questo è ridicolo! Non dobbiamo essere riconoscenti! Detto questo è un bene che ci siano musulmani che vogliono integrarsi nella società italiana, è un segnale forte e sa perchè?».
Dica. «Perché quello che fanno, in realtà, non sarebbe permesso dalla shari'a. Non sarebbe permesso accettare l'autorità di un non musulmano, non sarebbe permesso avere buone relazioni, di amicizia, di rispetto con i non musulmani... se loro hanno quest'atteggiamento, se rispettano le leggi degli italiani cristiani e di tutti gli altri... va benissimo. Ma sono peccatori, per la legge islamica tradizionale».
In Italia, nei Paesi occidentali non c'è la legge islamica. «Nelle comunità musulmane di fatto c'è, è praticata. Ci sono perlomeno la poligamia, il matrimonio obbligatorio, la discriminazione delle donne, le mutilazioni dei loro genitali, per fare degli esempi. Ecco, queste cose in Europa non devono capitare, spesso sono illegali ma capitano lo stesso. È perché abbiamo fatto delle concessioni, viviamo in società aperte che non sappiamo difendere».
Da chi? «Dall'islamismo, naturalmente».
Lei crede che alla fine l'Europa diventerà musulmana? «Sì, se continueremo con queste politiche, col permettere l'immigrazione di massa, se avremo ancora le frontiere aperte, è sicuro che l'Europa diventerà musulmana. Si andrà sempre più nella stessa direzione che ha islamizzato Paesi che erano cristiani, quelli del sud del Mediterraneo».
Parla di una specie di tentativo di colonizzare l'Europa? «Vede, per loro è un obbligo religioso islamizzare il mondo. Per restare all'Europa, nell'Unione Europea la popolazione musulmana è già molto numerosa e so che ci sono dei movimenti che pensano di costituire un partito dei musulmani europei».
Che politica farebbero secondo lei? «Per sapere che cosa farebbero rimando alle letture di Khomeini o anche alle azioni di Ahmadinejad, oggi».
Scusi, lei davvero pensa che in Europa, un giorno, si arriverà a impiccare gli omosessuali, a tagliare le mani ai ladri? «Sì, possibile. Spiego: la politica e la religione, nell'Islam sono inseparabili di concetto; nell'ebraismo e nel cristianesimo, invece, c'è la possibilità laica di criticare la religione e viceversa. Questo spazio di critica nell'Islam non c'è».
Ma alcuni di loro giurano che c'è spazio per una politica moderata. «Debbono allora farla. Ma gli islamici sciiti hanno la Taqia, che permette loro di dire bugie se con il fine di fare del bene per l'Islam. E hanno anche un altro principio che mi viene in mente: "l'infedele non è puro e dunque non si deve toccarlo».
Insisto: non c'è un Islam moderato? «Possono esserci dei musulmani moderati, ma no, non c'è un Islam moderato. Io non lo vedo proprio. Voglio credere che ci sia, che sia possibile ma purtroppo non c'è un Islam moderato, una sua scuola ufficiale».
E quelli che vengono chiamati "Paesi islamici moderati"? «Ma di che parliamo? Di chi? In Egitto perseguitano i cristiani, gli ebrei sono stati tutti cacciati o sono scappati. Guardate quello che succede in Iran, in Iraq, in Sudan, in Nigeria... noi dobbiamo basarci sui fatti per fare politica, dobbiamo avere gli occhi aperti. Dobbiamo sapere che cosa dice la Sharia sugli ebrei, sui cristiani, sulle donne.... nel Corano Gesù non è un ebreo, è un profeta musulmano che ha predicato l'Islam. Per i musulmani dire il contrario è blasfemia».
Sembra di capire che a suo avviso non c'è nemmeno una possibilità di dialogo. «Dipende. Con chi? Il problema è veramente grosso, fondamentalmente perché non c'è una esegesi del Corano».
Lei, date le sue posizioni, avrà una gran paura... «Sono stata molto criticata, sono stata chiamata islamofobica. Quando un'università canadese mi ha invitata a parlare i musulmani di quel Paese hanno incredibilmente chiesto al governo di proibirmi di varcare la frontiera. In Francia anche chi non è musulmano ha boicottato i miei libri, come in Inghilterra. Poi sì, mi è capitato di essere stata spaventata ed è possibile certamente che qualcuno mi voglia fare del male, ma se non parliamo, non diciamo niente, diventiamo come dei morti e l'Europa sarà finita. Dobbiamo batterci con i musulmani europei che hanno scelto valori democratici».
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