giovedì 19 marzo 2009

Un film

Cancellate le scene di «Crossing Over» in cui recita l'attore: «L'ha chiesto lui». Il film irrita gli iraniani. E Sean Penn sparisce. Il film già visionato da alcuni critici, ma ora la parte dell'attore è stata eliminata

LOS ANGELES — Sean Penn «sparisce» da un film ed è subito giallo. Il caso — senza precedenti — riguarda Crossing Over diretto da Wayne Kramer, che affronta il tema dell'immigrazione illegale negli Stati Uniti e quello della difficile integrazione delle minoranze, siano esse musulmane, coreane o di altre etnie. Hollywood è in fermento perché non era mai successo che il nome e il ruolo di una star dal grandissimo peso contrattuale venissero cancellati da un film, per altro già mostrato anche alla critica. L'attore, finora, non ha detto una sola parola sul caso che lo riguarda. Meno di un mese fa, nella serata degli Oscar, gli era stato chiesto un parere sull'uscita allora imminente della pellicola, che per la prima volta lo vedeva a fianco di Harrison Ford e che da sei mesi era in attesa di lancio; ma lui aveva cambiato argomento. Il che avvalora la tesi di chi dichiara che è stato lo stesso Sean Penn a chiedere e a ottenere di essere escluso, a riprese ultimate, da Crossing Over: «per ragioni politiche». Ossia per le tante pressioni venute dal Niac — National Iranian American Council — organismo al quale l'attore è sempre stato vicino nelle sue battaglie liberal, che ha espresso un parere fermamente contrario al film per il ritratto (definito diffamatorio) di alcuni personaggi iraniani immigrati. Tra le scene messe sotto accusa dal Niac ci sono quelle che riguardano una ragazza iraniana uccisa — in nome dell' «onore» — da un familiare che ne rimproverava la condotta di vita non conforme alle tradizioni e ai dettami della religione; poi c'è la vicenda di una famiglia musulmana la cui figlia adolescente, in seguito all'uso strumentale che viene fatto di un suo tema sull'11 settembre, viene allontanata dagli Stati Uniti: ai genitori e ai due fratelli viene anche impedito di parlare con la ragazzina, «soggetto» reputato «pericoloso», sino alla sua drammatica estradizione.

«Questo film — dichiara amareggiato il regista e sceneggiatore Wayne Kramer — mette a fuoco le continue diatribe tra le istanze americane liberal e quelle più conservatici sull'immigrazione. Qualcuno ha scelto di evitare ogni problema sparendo dal film o sottraendolo al mio diritto di "final cut", il montaggio definitivo». Kramer — regista indipendente, immigrato negli Stati Uniti dal Sud Africa, premiato in passato per The Cooler e per Running Scared — ha in questo caso dalla sua anche alcune ottime recensioni. Il film era del resto stato proiettato tempo addietro, prima che il ruolo di Sean Penn venisse «tagliato» e qualche giornale aveva espresso giudizi positivi sulla sua partecipazione, ancorché in una parte insolitamente breve. Da un anno si parlava di Sean Penn e di Harrison Ford, al suo primo film indipendente, perché Indiana Jones ha sempre e solo lavorato con gli studios, in questo film dalla struttura corale come Babel e con storie diverse tra loro, tutte collegate — al pari di ciò che si era visto in Crash e Traffic — dalla dura realtà degli immigrati a Los Angeles, tra le crepe del cosiddetto Sogno Americano. Gli spettatori che andranno a vedere in tutto il mondo Crossing Over, uscito sugli schermi americani alla chetichella due settimane fa malgrado il cast di superstar, avranno insomma una sorpresa: Sean Penn, che interpretava il riolo di un poliziotto di frontiera tra il Messico e la California, è sparito dal film e ovviamente anche dai titoli di testa e di coda. Che cosa è successo? Non sta in piedi la «voce» secondo cui Sean Penn, insoddisfatto del montaggio, avrebbe chiesto il taglio della sua parte. Né pare credibile che Harrison Ford ne abbia chiesto l'esclusione per restare indiscusso protagonista della trama. E' molto più verosimile, invece, che Harvey Weinstein, produttore esecutivo del film, sia stato costretto ad accettare, per le tante pressioni subite, la richiesta di Penn. Weinstein, tra l'altro, è sotto accusa anche perché, malgrado il regista avesse diritto al «final cut» si è impossessato della pellicola e l'ha rimontata per le sale dopo aver dichiarato che altrimenti avrebbe fatto uscire il film con il montaggio richiesto da Kramer solo in dvd. Bryan Lourd, l'agente di Sean Penn, conferma soltanto la richiesta dell'attore di essere escluso da Crossing Over. Glissa sulle divergenze politiche, ma l'integrità delle scelte politiche del divo viene messa in discussione da tutti i paladini del regista perché il copione era stato approvato e scelto dallo stesso Penn. Le voci di dissenso sul film, e in particolare sulla scena in cui l'iraniano colpevole dell'omicidio della congiunta viene arrestato proprio nel corso della cerimonia del riconoscimento della carta verde e della cittadinanza americana ad alcuni immigrati, sono state numerose e forti, ma se ne è venuto a sapere soltanto dopo l'eliminazione di Penn dal film, che è già rimbalzata prima su alcuni blog e poi anche sul sito della rivista Rolling Stone. Curiosamente si è poi anche saputo che, con meno clamore, hanno protestato contro il film cercando di impedirne la distribuzione anche i responsabili dell'ufficio americano dell'immigrazione per il modo in cui vengono raccontati alcuni personaggi corrotti, che concedono con sporchi «privilegi» di abusi sessuali o economici facili carte verdi, il permesso di lavoro, oppure visti di soggiorno.

Giovanna Grassi

0 commenti: