lunedì 18 settembre 2023

Anatre e cigni. Dove sta la destra?

Ma sapete di chi è la colpa dello sfacelo apocalittico italiano? La colpa dell’invasione ormai infrenabile dell’immigrazione clandestina, del dilagare incontrastato della violenza sulle strade e anche della deprimente crisi economica sempre più attanagliante? De cigni! Sì, proprio di quei grossi uccelli acquatici di grosse dimensioni dal collo lungo e dal portamento elegante.

…no, aspè! Prima di chiamare la neuro, datemi il tempo di spiegare l’iperbole… Ricordate la favola del brutto anatroccolo? Ecco, questo governo vive proprio quella sindrome. Votato a larga maggioranza proprio perché "diverso", finito nel laghetto dorato dei cigni ne è rimasto così soggiogato da assimilarne la nobile fisionomia, le mosse austere, la candida postura. E così, nel disperato tentativo di farsi accettare da questi animali superbi, altezzosi, fondamentalmente inutili, stupidi (e pure incommestibili), in breve tempo ha subito una profonda metamorfosi. Il risultato della mutazione genetica è una “destra” sottomessa, impacciata, imbranata. Insomma, una destra che ha paura di fare la destra. Una destra che teme il pensiero unico, il politicamente corretto, attratta dai salotti buoni, dai circoli vip dei benpensanti… gli stessi che fino a ieri li schifavano. Ed ecco così la premier volteggiare leggiadra tra giravolte internazionali di selfie e passarelle mondane, Crosetto cantare bellaciao e crocifiggere Vannacci per soddisfare le inorridite anime belle, Picchetto Frattin piangere con gli eco teppisti, Piantedosi temere la propria ombra… Eppure il voto degli italiani e, in ultimo il caso Vannacci, hanno dimostrato che sto pensiero unico buonista NON ESISTE! O almeno esiste solo nelle teste cuneiformi dei cigni. La maggioranza dei cittadini, al contrario, ne ha le scatole piene di garantismo a senso unico, di finta accoglienza, di inclusioni sconsiderate, di masochistiche resilienze, di comiche ecoansie e stupidaggini varie!

I cittadini vogliono pragmatismo, buon senso, sana repressione quando serve, certezza della pena, flussi regolari gestiti dallo stato e non dai trafficanti di esseri umani, vite serene senza più emergenze e, per dirla tutta, anche un mondo che torni ad essere multipolare e non unipolare nella visione di un assurdo suprematismo occidentale che vorrebbe imporre un globale trans umanesimo senza più valori, differenze, radici e tradizioni. Ora che la situazione dell’ordine pubblico non è più esplosiva ma è esplosa, ora che non si frigna più che "il nostro paese non può rimanere solo" perché ci si è resi conto che lo è sempre stato e tale rimarrà, si corre ai ripari. Nelle periferie degradate inizia a intravedersi qualche blitz della polizia e, messo in soffitta il blocco navale e la lotta ai trafficanti nel globo terraqueo, si punta sui più fattibili Centri di Permanenza per evitare che orde di clandestini disperati scorrazzino per le vie finendo, inevitabilmente, nell’illegalità o nella schiavitù. Ovviamente non sarà facile. I cigni allungheranno il lungo collo e sbatteranno violentemente le ali. Scenderanno in campo costituzionalisti in punta di coltello, legulei, azzeccagarbugli e cavalocchi assatanati. Si schiererà contro lo Stato nello Stato che è la magistratura. L’europa sbraiterà, la stessa europa che alza muri e finanzia prigioni. E non ultimo scenderà in campo il capo dell’opposizione (no, non mi sto riferendo alla Schlein, povera donna, ma al presidente della repubblica). Ma mai come stavolta bisogna resistere al canto del cigno. E nel farlo occorre tornare alle origini, riscoprirsi fieramente Anatre, robuste nuotatrici e abili tuffatrici. E migrare via da quel finto lago dorato dei cigni che in realtà è uno stagno putrido nel quale stiamo sempre più affondando... 


Salvino Paternò