giovedì 26 marzo 2009

La ballata

La ballata di Karol Racz di Filippo Facci

Sei libero Karol, sei fuori di cella, non sei più il mostro della Caffarella. Sei celebre Karol, sei quasi famoso, non sei più un ceffo alla Lombroso. La senti quest'aria di libertà? Ringrazia il giudice e il dna. È vero, diceva: hai fatto violenza. Ma non fece apposta, era l'emergenza. È vero che c'era la caccia al romeno e chiuso in galera eri uno di meno. È vero che sai, quel naso schiacciato, l'avremmo ben visto su un treno piombato. È vero che pure, per scherzo di sorte qualcuno diceva: mettiamolo a morte. I veri colpevoli, han scritto i giornali del resto son tuoi connazionali.

Ma tutto è passato, sei uno dei nostri, che importa se ieri dicevano: mostri. Che importa se adesso chi fa l'intervista, prima era un boia anziché un giornalista. È un grande Paese: una sola mattina, ed ecco diventi un eroe da vetrina. Sembrava un'impresa, la cena col pranzo e adesso t'invita Maurizio Costanzo, ti avean tradotto in furgone con scorta e ora in berlina sino a Porta a porta. Tu prendila poi con filosofia e forse t'invitano anche alla Fattoria. Abbiamo un problema, sai, generale: incarceriamo tutti, tranne il criminale, nei parchi forzata concupiscenza dai giudici troppa giurisprudenza. Tu almeno sei forte: ma chi pagherà i danni alla ragazzina di 14 anni?

La storia di Elvo Zornitta. Un italiano sarebbe stato trattato da "eroe"? Intanto continua a passare in secondo piano il fatto che il signor Racz è clandestino.

0 commenti: