giovedì 19 marzo 2009

Scuola

Gelmini: "Tetto del 30% di stranieri per classe"

Roma - "Stiamo pensando all’introduzione di un tetto intorno al 30% della presenza di alunni stranieri a scuola". È quanto ha annunciato il ministro Gelmini durante la conferenza stampa che ha tenuto a Palazzo Chigi. "Non credo che ciò sia possibile a partire dal prossimo anno ma dal successivo. Comunque sto chiedendo ai dirigenti uno sforzo per risolvere già dal prossimo anno i casi limite", ha detto Gelmini che ha citato il caso della scuola "Pisacane" di Roma. "Una vicenda che fa riflettere", ha detto il ministro per il quale è importante accompagnare i bambini stranieri nella conoscenza della lingua italiana. Per il ministro la conoscenza della lingua e della Carta Costituzionale sono "due elementi necessari per l’integrazione".

Contro gli sprechi. Alleati nella lotta agli sprechi. I ministri Gelmini e Brunetta si sono presentati stamani a Palazzo Chigi per dar conto di quello che hanno fatto e intendono fare per recuperare risorse ed efficienza, nella scuola e nell’università. Intanto, risultato della legge sul contenimento della spesa nelle amministrazioni pubbliche si sono ridotte le assenze degli insegnanti: nel 2009 (gennaio-febbraio) sono calate del 32,4% e il mancato ricorso alle supplenze ha consentito di risparmiare tra i 200 e i 250 milioni di euro.

I precari. Altro capitolo importante quello relativo ai precari. "Già quest’anno quasi 32mila insegnanti hanno chiesto di andare in pensione (+12mila rispetto allo scorso anno) e 8mila richieste di pensionamento sono state presentate dal personale Ata (6mila l’anno scorso). Questo significa - ha spiegato il ministro Gelmini - che, con 32mila pensionamenti, i 42mila posti in meno per i precari previsti dalla Finanziaria si ridurranno notevolmente". Non solo. Il ministero sta lavorando su altre misure per l’assorbimento dei precari: ai precari che fino all’anno scorso avevano una supplenza annuale verrà garantita, per quest’anno, priorità sulle altre supplenze temporanee di durata consistente (congedi e aspettative di vario tipo); i periodi non coperti da supplenza potrebbero trovare parziale copertura con l’indennità di disoccupazione; sarà favorita la mobilità territoriale dei precari offrendo loro la possibilità di fare più richieste di supplenze in più province.

Forbici sull'università. Stretta anche sulle università sforbiciando i corsi di laurea. Dal prossimo anno scolastico saranno il 20% in meno: all’inizio dell’anno accademico 2007-2008 i corsi di laurea, tra triennale e specialistica erano 5.879. Questa razionalizzazione dei corsi - ha spiegato il ministro - è stata fatta con il Cun e con criteri di flessibilità: "Non andiamo a penalizzare le materie, ma abbiamo guardato il numero degli iscritti e cercato di eliminare la frammentazione". È in arrivo - ha annunciato - una nota di indirizzo vincolante allo scopo di fornire i nuovi parametri che le università dovranno rispettare per attivare nuovi corsi. In particolare questo pacchetto di misure prevede la disattivazione di corsi di studio con un numero basso di iscritti se nella stessa Regione esistono già corsi analoghi; l’aumento del numero di docenti necessario per attivare un singolo corso di laurea; la riduzione della frammentazione degli insegnamenti presenti in ciascun corso attraverso l’indicazione di un numero minimo di sei crediti formativi per ciascun insegnamento e l’individuazione del numero di insegnamenti che ciascun ateneo è in grado di sostenere in base alle strutture e ai docenti di ruolo disponibili.

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