domenica 15 marzo 2009

Francia

Parigi, 15 marzo 2009: manifestazione per l'oppressione delle donne

Dopo la PMF di Latrèche, spetta al MCD (movimento cittadino per la diversità) chiamare ad una manifestazione per il velo islamico. Questa marcia avrà luogo il 15 marzo 2009 alle 15. È la piazza della repubblica che è stata scelta come punto di partenza. I protestatari intendono fare abolire la legge del 15 marzo 2004 che considerano come una provocazione nei confronti della Comunità musulmana della Francia. Per loro, "si tratta di una dichiarazione di guerra per attacchi successivi ininterrotti (leggi, proposte, petizioni, appelli, manifestazioni, libri, emissioni, servizi….) contro l'islam ed i musulmani. '' Il velo islamico rivendicato in nome di una problematica libertà di culto per le musulmane francesi, anche nell'ambiente scolastico, costituisce un vero cavallo di battaglia per i politici di obbedienza islamica. Per loro, tutti i mezzi sono buoni per rastrellare ampiamente, come, ad esempio, egersi in difensori di poveri giovani donne senza difesa ("non lasciando queste giovani donne diventare le vittime della nostra rassegnazione''), ed anche, perché no, assimilare, in termini appena camuffati, i laici francesi a dei crudeli sionisti e le giovani musulmane francesi a povere vittime palestinesi! Infatti, questi politici senza vergogna non esitano ad interrogarsi sul giudizio che la storia riserverà "a tutti questi pseudo giustizieri valorosi che conducono una guerra senza pietà contro popoli disarmati e di fronte ad altri “difensori della laicità„ che votano leggi contro giovani donne incappucciate. '' La MCD interpreta la legge del 15 marzo 2004 come una "vera istituzionalizzazione della discriminazione nei confronti di giovani scolare e liceali di confessione musulmana'' e che, secondo loro, "rappresenta un macchia nera sulla tabella bianca dell'emancipazione.'' In fede di cosa è lanciato quest'appello ad una marcia per rivendicare il diritto di portare il velo islamico a scuola: "per denunciare questa laicità smussata e ristabilire l'uguaglianza dinanzi l'accesso all'istruzione, chiediamo tutti insieme nella nostra marcia del 15 marzo prossimo, l'abrogazione pura e semplice di questa legge.'' Perché noi non possiamo più rassegnarci alla legge anti-velo. E di ricordare ironicamente che i musulmani della Francia non sono meno francesi degli altri: "Pardon, signore io essere nato qui in Francia! Io essere francese!'' Ed è dunque naturalmente come francesi che giudicano che la laicità è completamente compatibile con il porto del velo a scuola. Allora, come sempre, si pongono in vittime e si definiscono come "dei musulmani (che) vogliono opporsi ad una legge islamofoba'' imposta da quelli che, nel loro spirito, non saranno mai assimilati a cattivi colonizzatori. E si finisce in bellezza con l'eterna strategia di vittimizzazione: "vittime e boia, dominanti e predominati, niente è cambiato. Legge 1905 o non, è sempre progressismo e laicità per gli uni ed imperialismo e segregazione giuridica per gli altri.'' Da questo a respingere puramente e semplicemente la legge relativa ai segni religiosi ostentatori nell'istruzione nazionale, c'è soltanto un passo, allegramente superato, la Francia ha soltanto da tenersi bene: "Allora non vestite più questa legge miserabile, scellerata, meschina e che puzza la discriminazione, dell'abitato della repubblica e dei principi universali. Il solo abito che merita è quello del razzismo non velato, e dei vecchi meccanismi coloniali puzzando il pensiero e la gestione imperialista"

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