lunedì 28 marzo 2022

Draghi l’ammazzaitaliani

Non capisco questo clamore per i toni pirotecnici di Biden che hanno fatto storcere il musino perfino ai guerrafondai trincerati dietro al divano, con l’elmetto in testa, la Stampa tra i denti ed il telecomando della tv nella fondina. Io, invece, al netto della tontolaggine senile, il tono di Biden lo comprendo benissimo. È palese che in realtà quella in atto è una guerra tra Russia e America, per interposta nazione. Ed è una guerra iniziata tanto tempo fa. Lo stesso presidente americano nella sua incontinenza verbale non ha fatto mistero di inviare da oltre 10 anni armi all’Ucraina del valore di oltre 5 miliardi di dollari… altro che la ferraglia che spediamo noi. Abbiamo scoperto che da anni l’Ucraina, equipaggiata ed addestrata dalla Nato, partecipa alle esercitazioni belliche congiunte. Sappiamo dell’installazione americana in terra ucraina di 4000 laboratori di microbiologia. Ed è palese che la ferrea resistenza è frutto dell’attività di intelligence statunitense che si prodiga alacremente inviando ai combattenti immagini satellitari, scansioni radar e intercettazioni delle truppe russe. Cos’altro c’è da sapere e da capire? L’America–Dem si sente in guerra e, con il culo al caldo, parla e si comporta di conseguenza. Più che guardare la pagliuzza nell'occhio lattiginoso di Biden, dovremmo invece prestare attenzione alla trave che punta decisa alle nostre terga italiche.


Eh sì, perché non è il tono di Biden ad essere stonato, bensì quello arcigno e apparentemente suicida di Draghi che, in modalità Rambo, fa di tutto per mostrarsi il più "falco" degli europei. Ha prontamente dichiarato lo "stato di emergenza" (non l’hanno fatto neppure i Paesi limitrofi), senza alcuna titubanza impone sanzioni economiche alla Russia (malgrado noi siamo i primi a rimetterci), con estrema determinazione dispone l’invio di armi, paventa razionamenti e sacrifici, preannuncia un’economia di guerra e va a testa bassa allo scontro con la diplomazia russa. Quando Macron e finanche Borrel hanno contestato le parole dal sen fuggite di Biden, lui non solo non ha detto mezza parola, ma ha addirittura difeso l’infausto giornalista de la Stampa che sobriamente auspicava l’omicidio di Putin. E ora sto banchiere alle grandi manovre vuole impegnare il 2% del PIL per aumentare le spese militari. E tutto ciò mentre il PNR è saltato, l’inflazione è al 10%, i prezzi aumentano, le bollette sono alle stelle, le imprese chiudono e 100milioni di cittadini sono a rischio povertà.


E allora dovremmo chiederci: ma a cosa mira veramente Draghi? Non mi pare che dietro quel freddo sguardo rettiliano si nasconda uno scamiciato passionario dai profondi valori umani che, per difendere valori e ideali, in nome della solidarietà, si lancia nella pugna anche a costo di distruggere il proprio paese. Dove vuole andare a parare?  In nome di chi e cosa ha stabilito che questa guerra dovesse diventare la nostra guerra? Forse questa nuova emergenza serve a coprire le disastrose conseguenze di scelte scellerate anti pandemiche? O, peggio, come si vocifera, fallita la missione quirinale, nelle sue mire adesso c'è il posto di Segretario Generale della Nato che si libererà proprio quando in Italia (FORSE) si andrà a votare? Poniamocele queste domande, perché ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Poniamocele anche a rischio di essere etichettati “figli di Putin”. Perché è meglio essere figli di Putin che orfani dell’intelligenza.


Salvino Paternò 

martedì 22 marzo 2022

I crimini di Draghi

RISPOSTE AL DISCORSO DI DRAGHI


Mi piacerebbe tantissimo poter rispondere personalmente al presidente Draghi rispetto al suo discorso di stamattina in parlamento. Se ne avessi la possibilità, questo è quello che gli direi.


[Draghi] “A nome del Governo e mio personale, voglio ringraziare il Presidente Zelensky per la sua straordinaria testimonianza. Dall’inizio della guerra, l’Italia ha ammirato il coraggio, la determinazione, il patriottismo del Presidente Zelensky e dei cittadini ucraini.“


Io non ho ammirato nulla di tutto ciò. Ho invece rilevato una profonda ingenuità nel presidente Zelensky, che si è fatto usare dagli americani per fare da esca all’invasione russa, mettendo inutilmente a repentaglio la sicurezza e le vite dei suoi concittadini. Invasione chiaramente voluta e provocata da Washington, che prima ha incoraggiato Zelensky a rifiutare ogni compromesso con Mosca, e ora lo ha sostanzialmente abbandonato al proprio destino. Come fanno sempre gli americani, d’altronde: basterebbe conoscere un pò di storia per sapere come si sarebbero comportati anche in questo caso.


[Draghi] “L’arroganza del Governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino, che è riuscito a frenare le mire espansionistiche di Mosca e a imporre costi altissimi all’esercito invasore.”


Non ci sono mai state “mire espansionistiche” da parte di Mosca, se non nella nauseabonda propaganda dell’Occidente. Putin ha sempre detto chiaramente che interveniva solo a) per difendere i russofoni del Donbass, massacrati dai nazisti di Kiev e b) per impedire un futuro ingresso dell’Ucraina nella Nato.


[Draghi] “La resistenza di Mariupol, Kharkiv, Odessa – e di tutti i luoghi su cui si abbatte la ferocia del Presidente Putin – è eroica. Oggi l’Ucraina non difende soltanto se stessa. Difende la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza.”


Nuovamente, stucchevole retorica basata sul nulla. Putin non ha mai minacciato “la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza”, ha solo chiesto garanzie per il SUO paese. Questa retorica della “minaccia alla nostra libertà” serve solo da foglia di fico per coprire delle scelte altrimenti indifendibili.


[Draghi] “Difende quell’ordine multilaterale basato sulle regole e sui diritti che abbiamo faticosamente costruito dal dopoguerra in poi.”


Quell’ordine multilaterale prevedeva, dal 1991, la non-espansione a est della NATO, al di là dell’incorporazione della Germania Est nel blocco occidentale. Siamo stati noi occidentali a tradire per primi quei patti, cedendo progressivamente alla politica di accerchiamento americana verso la Russia, messa in atto proprio tramite la NATO. Invocare oggi un ordine multilaterale, quando si è i primi ad averlo demolito, non è indice di grande saggezza.


[Draghi] “L’Italia vi è profondamente grata.”


Parli per sè Presidente. Io con i nazisti ucraini ho ben poco da spartire. So bene quello che hanno fatto ai loro concittadini russofoni dal 2014 in poi.


[Draghi] “Perché davanti all’inciviltà l’Italia non intende girarsi dall’altra parte.”


A quanto pare si è girata dall’altra parte negli ultimi 8 anni, quando appunto i russofoni ucraini venivano massacrati dall’esercito di Kiev, nel silenzio totale dei media asserviti a Washington. I due pesi e due misure, Presidente, davvero non li vede?


[Draghi] “Il Governo e il Parlamento sono in prima fila nel sostegno all’Ucraina.”


Fanno molto male a farlo. Una posizione più equidistante sarebbe stata certo più saggia per noi. Saranno infatti QUESTO GOVERNO e QUESTO PARLAMENTO ad essere ritenuti responsabili, in futuro, per qualunque conseguenza negativa che debba abbattersi sull’Italia da parte della Russia. Stupisce inoltre che un presidente del consiglio non abbia ripreso il suo ministro degli esteri, quando si è permesso di dare pubblicamente dell’”animale” ad un leader straniero come Putin. Il ministro degli esteri se lo è scelto lei, signor Presidente, quindi lei è corresponsabile di quello che dice e quello che fa.


[Draghi] “Sin da subito, abbiamo offerto aiuti finanziari e umanitari e abbiamo risposto, insieme ai partner europei, alle richieste del Governo ucraino di assistenza per difendersi dall’invasione russa.”


L’assistenza per difendersi è un giro di parole ipocrita per non dire “invio di armamenti”. Inoltre, se è vero che è giusto mandare armi ad un popolo invaso che si difende, perchè non mandiamo armi anche ai palestinesi, che da 60 anni cercano di difendere il loro paese invaso da Israele?


[Draghi] “Siamo pronti a fare ancora di più.”


Errare humanum est …


[Draghi] “Davanti alla Russia che ci voleva divisi, ci siamo mostrati uniti – come Unione Europea e come Alleanza Atlantica.”


Veramente quelli che ci vogliono divisi sono gli Stati Uniti, che da sempre temono una forte unione fra Europa (Germania soprattutto) e Russia, e da sempre hanno fatto di tutto per tenerci separati. Riuscendoci, finalmente, in questa recente occasione.


[Draghi] “Finora, queste sanzioni hanno colpito duramente l’economia e i mercati finanziari della Russia, e i patrimoni personali delle persone più vicine al Presidente Putin. In Italia abbiamo congelato beni per oltre ottocento milioni di euro agli oligarchi colpiti dai provvedimenti dell’Unione Europea.”


L’idea di colpire i beni di privati cittadini, che fino a prova contraria non hanno violato alcuna legge, è un arbitrio inaccettabile per uno stato che vuole definirsi di diritto. Vantarsene poi pubblicamente significa rivelare che intimamente si è convinti che questo sia una cosa legittima e giusta. Io personalmente mi vergogno di avere un presidente del consiglio che non rispetta lo stato di diritto e ritiene una tale azione accettabile.


[Draghi] “Siamo anche impegnati per diversificare le nostre fonti di approvigionamento energetico, così da superare in tempi molto rapidi la nostra dipendenza dalla Russia.”


Tanti auguri per i tempi “molto rapidi”. Nel frattempo immagino che gli aumenti dei costi energetici ce li pagherà lei, signor Presidente?


[Draghi] “Allo stesso tempo, vogliamo disegnare un percorso di maggiore vicinanza dell’Ucraina all’Europa. Nelle scorse settimane è stato sottolineato come il processo di ingresso nell’Unione Europea sia lungo, fatto di riforme necessarie a garantire un’integrazione funzionante. Voglio dire al Presidente Zelensky che l’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea.”


Ciò che l’Italia vuole è irrilevante. Lei sa benissimo che queste scelte vengono fatte in altre sedi, e che comportano strategie geopolitiche che vanno bel oltre i desideri di una nazione come la nostra. L’Italia non conta assoutamente nulla in questo caso, e venire a vendere ai propri concittadini una presunta rilevanza nella facceda è pura demagogia.


[Draghi] “Quando l’orrore e la violenza sembrano avere il sopravvento, proprio allora dobbiamo difendere i diritti umani e civili, i valori democratici.”


Again, dov’era il nostro Presidente negli ultimi 8 anni di massacri nazisti in Donbass?


[Draghi] “L’Ucraina ha il diritto di essere sicura, libera, democratica.”


Nessuno le ha mai negato questo diritto. Se l’Ucraina si fosse impegnata a non entrare nella NATO, come richiesto fino a un mese fa dalla Russia (ma osteggiato apertamente dagli americani), oggi sarebbe un paese libero e indipendente, e questa guerra probabilmente non ci sarebbe mai stata.


Veda lei di chi sono veramente le responsabilità di questa guerra.


Massimo Mazzucco 

domenica 20 marzo 2022

In guerra…

A proposito della nostra vantata democrazia, sapete chi attualmente ascolta la volontà della maggioranza degli italiani sul conflitto in Ucraina? Una ceppa di nessuno! Governo e parlamento, fregandosene altamente della nostra opinione, hanno di fatto già deciso di spedirci al fronte con elmetto e mascherina, proiettandoci brutalmente in un futuro prossimo di lacrime, sangue e miseria… la nostra, non certo la loro. Eh sì, perché nonostante il collaudato lavaggio mediatico del cervello, i primi sondaggi, timidamente effettuati e carbonarescamente diffusi, rivelano che la maggioranza dei cittadini, seppur giustamente ostile all’invasione russa e favorevole alle sanzioni economiche, è NETTAMENTE CONTRARIA all’invio delle armi e a qualsiasi intervento della Nato. Cari signori del mainstream, pigliatevela in saccoccia! Questa notizia da un lato rinfranca il mio cuoricino, rivelando l’inefficacia dell’assiduo impegno giornalistico (teso non ad informare lo spettatore ma a convincerlo che lo sta informando), dall’altro, la consapevolezza che non c’è una forza politica degna di tale nome in grado di rappresentarci, mi getta nello sconforto.


E dire che le stanno provando tutte per convincerci a marciare nella guerra di tutte le guerre, nell’epilogo planetario che finalmente porrà fine alla contrapposizione tra le diverse visioni della vita e del mondo, che sparerà cannonate di democrazia e alla fine sancirà, con una sofferta ma radiante vittoria, l’egemonia della nostra etica, indiscutibilmente migliore, indubbiamente superiore. Quel conflitto che figurativamente contrappone un folle e bestiale judoka ad un eroico comico sui tacchi a spillo che suona il pianoforte con il pisello. Dei biechi oligarchi russi a dei magnati filantropi occidentali del peso di Soros o Bill Gates. Dei circoli di potere autarchici al circolo della bocciofila del Gruppo Bilderberg. Come non schierarsi con i giusti, con gli illuminati? Eppure il popolaccio stranamente resiste… Com’è mai possibile? Erano certi che gli anni della pandemia avessero finalmente debellato il pensiero critico, ridotto il livello di attenzione e atrofizzato il cervello. Pensavano che, dopo averci resi incapaci di articolare pensieri complessi, ci avrebbero convinto con formule elementari del tipo: “non si può essere equidistantinon è il momento di pensare alle cause del conflitto mentre muoiono tanti innocenti”. E, invece, i sudditi hanno dimostrato che l’inevitabile equidistanza tra chi subisce un violento attacco e chi lo sferra non implica automaticamente l’equidistanza con chi quel conflitto l’ha provocato, sfruttato e cinicamente gestito.


I sudditi hanno anche compreso che non voler analizzare le cause del conflitto significa non avere la minima intenzione di farlo cessare, perché nessun problema si risolve se non si risale alla sua origine. Inoltre, la conoscenza delle cause ti fa anche vedere chiaramente chi oggi punta veramente ad una risoluzione pacifica e chi, invece, ha tutto l'interesse ad una cataclismatica escalation. Ti fa comprendere che i primi a non aver alcun rispetto delle vittime sono proprio coloro che, nel momento in cui si tentano i primi timidi passi verso un compromesso di pace, alzano i toni e ingiuriano sguaiatamente. E, infine, ti fa chiedere: quante vite si sarebbero salvate se l’Europa, invece di farsi coinvolgere allineandosi ai guerrafondai, fosse riuscita, con un’opera di mediazione, ad indurre le parti a più miti consigli ottenendo un cessate il fuoco? La risposta delle masse ai sondaggi ci dona un po’ di speranza e dimostra quanto sia stato inefficace averle indotte a formarsi opinioni preconfezionate sulla scia della logica dello spettacolo. Quella logica che mette in scena il fantasmagorico circo di illusionisti dove se i morti non sono sufficienti, se ne inventano di altri; dove si mostrano eccidi commessi da un esercito, facendoli passare per crimini di guerra ad opera dell’altro esercito; dove si fa credere che si sia bombardata una centrale nucleare come se poi si fosse in grado di dirigere telepaticamente la nube radioattiva solo in una direzione. That's All Folks!


Non sono servite neanche le piroette acrobatiche di alcuni saltimbanchi del pensiero unico che, tentando di contrapporre il pacifismo di sinistra a quello di destra, hanno cercato di azionare la leva ideologica. E, allora, dato che i sondaggi dimostrano che la logica ancora alberga nei cervello dei più, dobbiamo fare di tutto per opporci con tutte le forze a chi vuole trascinarci verso la catastrofe. Mai come ora è necessario resistere al pressing di regime e urlare il nostro NO! Combattere per il diritto di essere contro. Non lasciamoci irretire da questi scemi di guerra… in tempo di pace


Salvino Paternò

Contro gli italiani

Il nuovo affronto del Governo agli italiani: via libera spesa record per le armi, briciole alla sanità. Un paese che sia governato da persone che pensano di guidarlo dovrebbe avere il tema della previsione al centro dell’iniziativa politica. Una situazione come quella odierna, con una guerra che può in breve tempo diventare mondiale, una situazione dopo una pandemia e l’uso politico di questa pandemia, necessiterebbe un governo che pensasse a prevedere quello che può accadere per i destini della nostra nazione. Ho l’impressione che il c.d. governo dei migliori, il governo Draghi, non abbia assolutamente definito ciò che vuole fare, non c’è previsione. Basti pensare alla vicenda dei carburanti e l’aumento speculativo. Gli aumenti sono stati soltanto frutto della speculazione. Gli aumenti falcidiano il settore dell’autotrasporto italiano e arrivano a colpire tutta la popolazione. Il Ministro Cingolani ha parlato di una truffa senza precedenti. Si è parlato di truffa colossale ma cosa fa il governo del Paese? Non lo aveva previsto? Stanziate cifre irrisorie e con un effetto temporale assolutamente privo di previsione. Non si prevede cosa può accadere nel mondo del lavoro, solo in Lombardia 370 aziende hanno chiuso i battenti e quante sono le micro-imprese, le imprese che non hanno retto alla pandemia e sono oggi di fatto chiuse.


Quanti sono i lavoratori che sono in pericolo come posto di lavoro? Sono decine di migliaia, la previsione non c’è. Non c’è previsione neanche rispetto al tema energetico e dal punto di vista dei flussi migratori. Questi poveri profughi ucraini quanti saranno? Si parla di 700 mila o anche un 1 milione. Questo vuol dire adottare misure per i trasporti, per l’istruzione e l’abitazione.


Quanto costa al nostro paese? Viene fatta una previsione? L’Europa è totalmente assente. Se pensiamo che il tema sanitario, quello su cui il governo doveva investire, prevede un aumento delle spese che arrivano dal PNRR di 19 miliardi in 6 anni ma e paragonata alla rapidità con cui si sono decisi gli aumenti delle spese militari di ben 13 miliardi l’anno per il nostro Paese, è evidente l’idea di un governo che sta dentro il pensiero unico ma che rispetto agli interessi del popolo italiano non prevede nulla. Forse perché questo governo è stato messo appositamente non per prevedere ma per liquidare il nostro Paese. 


Marco Rizzo

domenica 13 marzo 2022

Il governo dei migliori

Mentre in Ukraina c’era una crisi umanitaria che perdurava da 8 anni e l’intervento russo ha cercato di dare una risoluzione perentoria di quella che era diventata una “guerra di bassa intensità”, in Italia c’è una guerra civile da diversi anni, ben prima della pandemia, che si svolge attraverso le scatole cinesi dell’austerità e dell’emergenzialismo e che non promette soluzioni a breve termine, e nemmeno offre la vaga idea di chi ci aiuterà. Abituati ai comportamenti recidivi del governo, poco ci ha sorpreso che Draghi sia stato l’unico in tutta l’Europa a usare l’attuale crisi in Ukraina come occasione per dichiarare lo stato d’emergenza nazionale fino alla fine dell’anno, con cui è stato aperto un nuovo grande scatolone nella piramide delle scatole cinesi dell’austerità. 


Per fortuna i piani dell’agenda Draghi non sempre filano lisci e concedono qualche lieve rallentamento, come è accaduto con la riforma del catasto. Per la prima volta i partiti del centro destra votano contro un provvedimento del governo Draghi, purtroppo senza creare la crisi del governo, come prevedeva una narrazione troppo ottimista. Tuttavia, è già consolatorio sapere che una parte dei parlamentari abbia manifestato una certa sensibilità verso gli interessi diffusi degli italiani. La prima casa è il principale ammortizzatore sociale per le famiglie italiane, una fonte di senso di sicurezza. Colpirla in un periodo di incertezza globale e di recessione economica sarebbe stata una misura destabilizzante, un atto di guerra civile. In realtà la riforma del catasto non era nemmeno un’idea di Draghi, ma un punto del programma del FMI per l’Italia, perché il Bel paese è il posto prediletto da cui partono gli input degli organismi sovranazionali. Ancora nel 2017 il FMI dava al governo la sua ricetta di riformare il catasto e tassare la prima casa per recuperare un mezzo punto di Pil. Ma aver ottenuto questo piccolo inceppo legislativo purtroppo non significa far venire meno il piano della spoliazione del ceto medio dai suoi risparmi, tutt’altro.


La tenuta sociale ed economica del paese rischia di essere erosa anche dall’Autonomia differenziata, che porterà a un’ulteriore contrapposizione tra Nord e Sud - un altro focolaio di separatismo, simile a quello ucraino. Solo che il Sud italiano non avrà una Russia verso cui tendere e a cui appellarsi. Il Sud Italia è storicamente e strutturalmente precariezzato e sotto finanziato, in piena denatalità da 40 anni, a causa della consistente migrazione di giovani laureati e lavoratori al Nord e all’estero. Similmente a quanto accade in Ukraina (forse più in quella dell’est che in quella dell’ovest), l’oligarchia meridionale controlla il territorio con avarizia intenzionale, in modo da non permettere alcun sviluppo economico, bloccando perfino i fondi dei programmi europei già stanziati. Le mafie, così come le organizzazioni estremiste para-militari in Ukraina, fanno parte delle forme di gestione eterodiretta e a basso costo dei territori colonizzati. Da notare come il ceto politico/affaristico meridionale non si oppone all’Autonomia differenziata, forse perché, esportando le mafie al Nord, potrà partecipare al business delle Regioni ricche a parità con le cosche d’affari locali.


A questo punto è giusto chiedersi se la nuova emergenza dichiarata da Draghi non servisse anche per impedire le elezioni parlamentari. Nei paesi autoritari e in quelli naif si fanno dei brogli elettorali, ma Italia potrà stupire il mondo abolendo tout court le elezioni, anche perché sono gli stessi partiti a essere dei brogli elettorali. Mentre il M5S è oramai un non-partito che voterebbe qualsiasi fandonia pur di mantenersi le poltrone a vita (e meno male che c’era il limite dei 2 mandati), il PD non ha nemmeno preoccupazioni elettorali, in quanto riesce a governare anche quando perde e la sua presenza nei prossimi governi sarà sempre garantita dall’ombrello dei super poteri del Presidente della Repubblica. Il PD ha dalla sua parte anche il politicamente corretto, in modo da far passare la micidiale pressione fiscale sul ceto medio come lotta all’evasione fiscale. La linea del PD è quella di stare sempre dalla parte del più forte, ma dall’alto di un insopportabile moralismo catechista. A sua volta, la Forza Italia in salsa europeista ha rinunciato alle prospettive elettorali per diventare un PD di complemento, mentre la Lega è sempre più un comitato d’affari che un partito, alleata al PD nel volere l’Autonomia differenziata (oggi si dice anche Autonomia rafforzata, come il Green pass), che dovrebbe essere il suo avversario principale. Bisogna riconoscere che, così come sono stati concordanti contro la riforma del catasto, i partiti di destra sono altrettanto compatti nella loro metamorfosi verso la russofobia e l’anti-putinismo d’oltranza, uniti unanimemente agli altri partiti nella retorica pacifista/interventista a sostegno del regime ultra-nazionalista di Ukraina. In caso di emergenza i partiti ci guadagnano sempre, già solo grazie all’esonero da ogni responsabilità politica per gli eventuali disastri che riescono a provocare.


Cosa dire invece del Green pass – lo strumento principale di guerra civile, una scatola cinese senza fondo. Dopo essere nato con una falsa giustificazione sanitaria (in realtà come mezzo di discriminazione ed estorsione del consenso vaccinale), il Green pass, che è rimasto vigente solo in Italia, dovrebbe tornare utile come strumento di razionamento energetico, una specie di tessera annonaria per controllare i consumi di gas ed elettricità (alcuni Vip hanno già iniziato a dare esempio e a suscitare adesione). Visto che l’emergenza sarà non solo energetica ma anche alimentare, prima o poi il Green pass si renderà utile al razionamento di pane, pasta e altri beni di prima necessità. Senz’altro il governo Draghi riuscirà a rendere razionabile anche l’aria che si respira, come è riuscito con il gas, eppure il gas è una delle risorse più abbondanti in natura, e non solo sul territorio russo, ma la strategia dei governi italiani è stata abile a creare austerità anche in questo settore. 


Tra l’altro non siamo neppure sicuri che le forniture di gas russo siano cessate davvero. Ma l’enfasi dell’emergenza, recitata da media e politici, ancora una volta segnala che il vero bersaglio è la popolazione, da sottoporre ad ogni sorta di vessazione, oltre che alla costante guerra psicologica del terrore. In realtà gli assurdi prezzi dei carburanti di oggi sono spinti da strategie atlantiche più che dagli eventi in Ukraina. Alla fine ci si accorgerà che anche il razionamento sarà diventato fonte di business, e che dopo i tamponi perfino l’imminente pericolo atomico potrà fare la fortuna delle farmacie, visto la domanda crescente di certe sostanze. Parlando seriamente, l’Italia è l’unico paese in cui il governo ha posto il segreto di massimo livello sul Decreto per la fornitura di armi all’Ukraina, segno che c’è qualche grosso interesse affaristico da celare. Pur non essendo parte diretta del conflitto e pur potendosi dichiarare neutra, Italia è il paese che ha dimostrato più degli altri un’incosciente frenesia di interventismo militare, ma oltre tutto è il paese la cui propaganda anti-russa è stata di gran lunga la più accanita e la più spettacolarizzata, con abbondante uso di disinformazione e fake news, da far invidia perfino al presidente ucraino e il suo entourage.


Un giorno bisognerà spiegare ai russi come funziona l’Italia, che i politici nostrani non odiano veramente Putin, visto che quasi tutti lo adoravano fino a poco tempo fa, e che nemmeno l’imbranatissimo ministro degli esteri ce l’ha con lui, ma che l’anti-putinismo viene usato come l’ennesima scatola cinese, per dare la caccia agli “amici di Putin” di casa nostra, cioè depotenziare certe correnti di esperti e intellettuali (nello stesso modo in cui sono stati “deselezionati” medici e scienziati durante la pandemia) e impoverire la numerosa schiera di imprenditori che esportava il “made in Italy” principalmente in Russia, e non per ultimo per americanizzare definitivamente l’ENI. In Italia la politica estera è tutta in funzione della guerra civile interna, espressione del famoso auto-odio che pochi altri paesi possono vantare. La ludica superficialità con cui il governo Draghi sta affrontando una delle crisi internazionali più gravi di tutti i tempi si spiega proprio con quel voler esagerare da parte di politici e oligarchi di chi abbia più a cuore l’Euro-atlantismo: una gara grottesca di servilismo e di fedeltà agli USA, NATO e Bruxelles. Solo che nella colonia perfetta ciò potrebbe non bastare, per cui non è escluso che, pur di mantenere un clima emergenziale, i servizi segreti italiani non ricorrano a veri e propri atti terroristici, come negli anni ’60 e ’70. Nella guerra fredda che si sta prospettando, Italia è pronta a dare il peggior spettacolo di sé.


Zory Petzova

sabato 12 marzo 2022

Le guerre di sinistra

La sinistra italiana ha appoggiato, sia direttamente, sia nella forma più ipocrita della mancata opposizione, tutte le guerre americane degli ultimi trenta anni. Tutte. La prima guerra del golfo, quando l’allora “comunista” Giorgio Napolitano diede il suo sostegno all’attacco all’Iraq, manifestandosi in tal modo come uno degli esponenti di punta dell’atlantismo ( l’unica cosa che rimane incerta è se queste posizioni risalgano agli anni Settanta, Sessanta, Cinquanta o Quaranta). La guerra contro la Yugoslavia, quando Massimo D’Alema, in qualità di presidente del Consiglio, fece partecipare l’Italia all’intervento cosiddetto umanitario che portò al vergognoso bombardamento di Belgrado. Le guerre contro l’Afghanistan e contro l'Iraq, quando Piero Fassino fece propria la retorica post 11 settembre legittimando il diritto all’aggressione degli Stati Uniti. La bieca guerra contro la Libia, quando lo specialista di figurine di calcio Panini Valter Veltroni e l’immancabile Napolitano reclamarono l’intervento della NATO per fermare il feroce dittatore Gheddafi. A tutto questo si aggiungono le guerre fatte per via di mercenari prezzolati, come quella contro la Siria, e decine di rivoluzioni colorate (In Georgia, in Ucraina, in Moldavia, in vari paesi africani ed asiatici). Queste iniziative, motivate sulla base di bugie grossolane ( armi di distruzione di massa inesistenti, genocidi inventati, repressioni mai avvenute), hanno provocato milioni di morti e tutte, senza eccezione alcuna, sono state, ribadisco, appoggiate dalla sinistra italiana. La quale sinistra oggi si ritrova unita sotto le bandiere dell'isteria antirussa. Dopo che da sette anni viene ignorato lo stillicidio di morti civili del Donbass, alcuni riscoprono il pacifismo, altri invocano​ una lotta di liberazione, richiamandosi ai valori della resistenza. Le responsabilità del conflitto, del resto, sono già state attribuite. E’ colpa di Putin. Poco importa che l’entrata dell’Ucrina nella NATO, con l'inevitabile installazione di missili nucleari capaci di raggiungere Mosca in un minuto e mezzo, sarebbe stata l’equivalente di una dichiarazione di guerra; che la Russia, diversamente dagli Stati Uniti,​ intervenga in un paese che si trova ai suoi confini e non a migliaia di chilometri da essi; che l’Ucraina sia popolata,  per più della metà, da russi e russofoni; che nel paese siano presenti laboratori per la guerra biologica controllati dalla CIA: questi dati di fatto non contano nulla per​ il tipico intellettuale semicolto della sinistra italiana. Di fronte a questo spettacolo io non me la prendo nè con i dirigenti, che sono sul libro paga della segreteria di stato americana, nè con la base dei militanti, le cui strutture mentali sono state forgiate da anni di bombardamento televisivo. Me la prendo con me stesso, per aver potuto, per troppo tempo, dar credito a questa gente.


Silvio dalla Torre

lunedì 7 marzo 2022

Il credito sociale

Era prevedibile: il governo Draghi-Speranza approfitta della guerra russo-ucraina per far dimenticare il dibattito sulle restrizioni delle libertà ancora in corso, prolungarle indefinitamente e aggiungerne di nuove, consolidando sempre più la svolta autoritaria. Il Dpcm del 2 marzo - l'ennesimo della serie - è stato fatto passare nel silenzio più totale, ma introduce misure inquietanti che giustificano il timore di un'emergenza infinita dissimulata sotto un presunto ritorno alla normalità. La validità del green pass dopo "il richiamo" (che può essere la terza dose o anche quante successive, la dizione è intenzionalmente ambigua) viene prolungata a 450 giorni rinnovabili per altri 450. Ciò vuol dire che l'esecutivo non ha nessuna intenzione di eliminarlo (come del resto apertamente dichiarato da Speranza, Sileri o Ricciardi), e vuole invece tenerlo in vita come una spada di Damocle eternamente sospesa sulle teste dei cittadini, un lucchetto alla porta delle loro celle da far scattare ogni volta che lo riterrà opportuno per ricattarli su qualsiasi tema. Intanto, coerentemente, il Dpcm stabilisce anche che le apparecchiature per la lettura del pass sui luoghi di lavoro vengono ulteriormente perfezionate in modo da "leggere" istantaneamente tutta la situazione vaccinale (e domani fiscale, giudiziaria, bancaria, o altro) dei dipendenti, coordinandosi organicamente con le banche dati delle agenzie governative. Zitto zitto, dissimulato sotto abbondante fumo gettato nei nostri occhi, il sistema dei crediti sociali alla cinese fa un altro passo avanti in Italia. Nella distrazione e nel silenzio di quelli che dovrebbero difendere i diritti costituzionali, e si illudono che con la fine dello stato di emergenza (mentre ne è stato proclamato un altro se possibile ancora più assurdo e unico al mondo) tutte le restrizioni cadranno come negli altri paesi. Invece qui non si elimina proprio niente, ma si predispone il regime della sorveglianza perenne e capillare. Dov'è il blocco politico, culturale, sociale pronto a dare battaglia per la restaurazione della Costituzione?


Eugenio Capozzi

Punti di vista

La cosa peggiore nell'affrontare un problema complesso, quale quello del conflitto in Ucraina, è osservarlo da un'unica prospettiva. Peggio ancora se la prospettiva è quella propagandata dal mainstream e che si sintetizza in formule vere ma sempliciotte del tipo: “tra l’aggredito e l’aggressore, io sto con l’aggredito – tra uno stato autarchico e uno democratico io sto con il secondo”. Formule abilmente condite da similitudini da soap opera pecoreccia del tipo: “la Russia è come chi violenta una donna solo perché va in giro in minigonna”….Mha! In tal modo, facendo proprio questo fumettistico punto di vista fiabesco, in molti adempiono all’ordine di schierarsi senza “se” e senza “ma”. Ed è inutile indurli a ricercare le origini del conflitto, senza conoscere le quali è impossibile, oggi, tentare una risoluzione e far cessare i massacri. E’ vano mostrargli lo scellerato espansionismo della Nato che, in violazione degli accordi pregressi (gli stessi che hanno garantito la pace mondiale), ha sempre più accerchiato la Russia. Loro candidamente ti rispondono: “Ma nessuno ha imposto agli Stati confinanti di aderire alla Nato. Lo hanno chiesto loro. Mica gli si poteva dire di no. Sarebbe stato brutto, da maleducati”. E’ sterile prospettargli cosa è accaduto in questi anni nel Donbass, gli eccidi ad opera di squadracce ucraine che sventolavano fieramente la svastica nazista e del barbaro omicidio di un nostro giornalista, Andrea Rocchelli, che tentava di documentarli. Loro sdegnosamente ti rispondono: “Ma che ce frega? Ma ‘ndo sta sto Donbass? Ma chi è sto Rocchelli? La TV non ne ha parlato, quindi non esiste! E’ solo bieca propaganda russa”.


E’ una guerra persa, simile a quella che oggi coraggiosamente sta conducendo il popolo ucraino. E’ lo stesso punto di vista che, indossando il manto da templari, incita a proclamare l’invasione russa come: “un’aggressione ai valori dell'Occidente! Alla libertà e alla democrazia!”  Può anche essere vero, ma pontificare da questa barricata oggi in Italia è un tantino paradossale. Verrebbe da chiedersi: quali valori e, soprattutto, quale democrazia? La stessa che da decenni impone presidenti del consiglio senza alcun consenso popolare? Quella che va avanti a botte di DPCM e relega il parlamento a mera carta da parati? Quella dove sono al potere coloro che hanno perso le elezioni? Quella dove la gente non va più a votare? Quella dove tutti i media, sia di destra che di sinistra, parlano uniformemente con la stessa lingua? No, ci sono ben altri punti vista. C’è quello dell’eroico presidente dell’ucraina che, con nonchalance, pretende che l’America e l’Europa attuino la “no fly zone” nei cieli ucraini. Eccerto! Non è una grande pretesa. Ci sta solo chiedendo di mandare due caccia a buttare giù i Mig russi. E che sarà mai? Mica ci sta chiedendo di entrare in guerra. Se, poi, per puro caso, si dovesse scatenare la devastazione del pianeta, sti cavoli! À la guerre comme à la guerre! Una mente pensante che ascolta tale richiesta dovrebbe porsi una domanda: “ma questo è scemo di suo, o qualcuno lo sta inzolfando facendogli credere di avere un appoggio bellico occidentale che in realtà è solo nei suoi sogni?” E qui arriviamo al punto di vista dei cervelloni del pentagono, gli stessi che stanno ancora cercando in qualche sordido scantinato le armi di distruzione di massa dell’Iraq. Qual è il loro vero scopo? Possono mai credere che inviando armi all’Ucraina questa possa mai vincere la guerra? 


Siamo seri, il loro vero obiettivo è far cadere Putin. Sperano che più si prolunga il conflitto, più sangue viene versato, e più le sanzioni economiche possano mettere in crisi il regime. E lo fanno cinicamente sulla pelle degli ucraini senza pensare che, semmai il loro piano andasse in porto, quello che verrà dopo Putin possa essere cento volte peggiore di lui (come già successo in passato in altri scenari). Più nascosto ma non meno determinante è poi il punto di vista degli illuminati signori del mondialismo, quelli per i quali la globalizzazione non è solo economica ma culturale. Mi riferisco a quelli per in quali “nulla sarà più come prima”, che immaginano un nuovo mondo irradiato dal “sol dell’avvenire”, che ci inducono a rinnegare i nostri avi, rottamare storia e tradizioni, gettare all’ammasso la nostra individualità e specificità per risorgere quali esseri evoluti ed ecocompatibili, senza genere, etnia, religione, proprietà. Insomma, i cosmopoliti del “Nuovo Ordine Mondiale”. Detta così pare una tesi complottista, ma almeno qualche perplessità dovrebbe suscitare quanto detto a Fox News da Kira Rudik, membro del parlamento ucraino: «Non solo combattiamo per l’Ucraina, ma combattiamo per il Nuovo Ordine Mondiale dei paesi democratici». Alla faccia del complotto segreto! Beh, se così fosse, si spiegherebbe l’odio viscerale per Putin, ostacolo da abbattere per il dominio culturale, demone del quale, più che l’autocrazia, si detesta la mancanza di… “fluidità”. Infine c’è il punto di vista dei “migliori”, dei volponi, del nostro magnifico governo. Siamo sull’orlo del baratro economico, e lo eravamo ben prima dell’invasione Russa. Quale migliore occasione per giustificare le lacrime e sangue che ci aspettano se non quella della “giusta causa”. Andremo a scatafascio, ma lo faremo per sostenere le vittime della guerra. La nostra sarà una decrescita resistente, un’inflazione partigiana, un default guerrigliero. Perderemo tutto ma non la nostra dignità. Ora, a coloro che si sentono in guerra e gli prudono le mani voglio dare un consiglio. Volete combattere? Allora, dato che quello che togliamo a Putin con le sanzioni glielo ridiamo con il pagamento dell’energia, fate una cosa: disattivate i termosifoni e la luce. Non date soldi al dittatore! Se poi, girando per casa al buio e infreddoliti doveste sbattere la testa su qualche spigolo, potrete anche vantarvi di esser stati feriti in guerra. Date sfogo al vostro spirito guerriero chiudendo il gas e spegnendo la luce… che tanto già avete chiuso i condotti delle sinapsi e spento il cervello.


Salvino Paternò 



Salvino Paternò

domenica 6 marzo 2022

Open Society e Russia

Sarà stato un caso, non saprei, ma pochi mesi dopo questa conferenza, la Russia bollò le fondazioni gestite dal finanziere George Soros come una minaccia all'ordine costituzionale del paese, e vietò loro di erogare sovvenzioni ai partner russi. La Open Society Foundation e la Fondazione Assistenza dell'Open Society Institute, entrambe finanziate da Soros, sono le ultime aggiunte a una lista di "organizzazioni indesiderabili", una lista che il governo dice essere necessaria per impedire ai governi stranieri di interferire negli affari interni della Russia. I due sono accusati di rappresentare una minaccia all'ordine costituzionale della Russia e alla sicurezza nazionale. I sostenitori dicono che tali organizzazioni forniscono finanziamenti cruciali per i diritti umani e le organizzazioni della società civile che i donatori russi non rischierebbero di sostenere, e fanno esplodere le leggi su cui si basa il divieto come un segno di una crescente repressione e paranoia del governo.


Il parlamento russo ha approvato la legge sulle "organizzazioni indesiderabili" a maggio, e due mesi dopo la camera alta ha inviato all'ufficio del procuratore una lista di 12 organizzazioni internazionali che voleva vedere aggiunte alla lista, comprese le due fondazioni Soros. All'epoca, il parlamentare Konstantin Kosachev ha detto che le organizzazioni sulla lista "criticano la Russia ad ogni occasione e cercano di ottenere un controllo esterno sulla situazione nel nostro paese e sul nostro popolo". Soros è stato a lungo una figura controversa in Russia a causa del suo finanziamento di gruppi della società civile attivi nei movimenti di protesta. Viene spesso indicato come una sorta di burattinaio, che dirige le "rivoluzioni colorate" negli stati post-sovietici. Tuttavia, le organizzazioni che hanno ricevuto sovvenzioni da Soros hanno detto che questa caratterizzazione è imprecisa.


"Penso che questa sia una decisione profondamente ingiusta, anche se naturalmente era prevedibile nel clima attuale", ha detto Arseny Roginsky, di Memorial, un'organizzazione che lavora sulla conservazione della memoria storica, che ha ricevuto sovvenzioni da Soros per un certo numero di anni. "Soros ha fatto molto bene alla Russia fin dagli anni '90, sostenendo l'istruzione e la scienza, così come la società civile. L'organizzazione dovrebbe essere ringraziata, non bandita. Ma questi sono i tempi in cui viviamo". Le fondazioni hanno chiuso i loro uffici in Russia nel 2003, ma hanno continuato ad erogare sovvenzioni a diversi gruppi della società civile. 


https://www.theguardian.com/world/2015/nov/30/russia-bans-two-george-soros-foundations-from-giving-grants 

venerdì 4 marzo 2022

Dei malati psichiatrici

Il tramonto della democrazia occidentale. Maccartismo 2.0 e caccia alle streghe


Da qualche giorno mi sembra di essere precipitato in una puntata di Black Mirror. Un'ondata di isteria russofoba si è scatenata sul nostro Paese inghiottendo tutto. Veicolata dal clangore mediatico di una informazione travestita da propaganda e propiziata dal furore bellico di un'imbarazzante classe politica pronta all'Armiamoci e Partite. Mai così fomentata nelle senili velleità guerrafondaie e mai così unita nell'accucciarsi ai piedi degli USA e della NATO.  Il pensiero unico liberal agisce come un carrarmato, delinea le proprie ossessioni pedagogiche e le sue verità orwelliane distruggendo chiunque articoli un pensiero critico o semplicemente suggerisca un approccio differente alle questioni. Come in uno specchio deformante tutto ciò che i nostri sinceri democratici rimproveravano a quelli che loro chiamano "Regimi Illiberali, Dittature, Paesi Canaglia", si sta materializzando all'interno della nostra società. I più buoni, quelli che quotidianamente si riempivano la bocca di inclusione, pluralità e libertà di espressione, sono diventati improvvisamente muti, ciechi e sordi come le famigerate tre scimmiette, davanti ad una società sempre più intollerante che brandisce discriminazioni, volgare censura e cancel culture come ordigni per annichilire chiunque non faccia parte del coro e abbia l'ardire di pensarla diversamente. 


In rapida successione abbiamo visto il sindaco della capitale economica del nostro Paese - un ometto di nome Sala - indossare la camicia nera e atteggiarsi a Podestà per cacciare dalla Scala il Maestro Valery Gergiev, uno dei più prestigiosi Direttori d'Orchestra al Mondo. La sua colpa? Essere russo e non abiurare il proprio Paese. Subito dopo una delle migliori soprano, Anna Netrebko, ha annunciato la sua rinuncia per non fare la sua stessa fine, essendo anche lei incorreggibilmente russa. Nel frattempo a Reggio Emilia veniva cancellata l'esposizione delle opere di Alexander Gronskji dal Festival della Fotografia Europea. Un fanatico putiniano penserete voi? No, nello stesso momento stava manifestando a Mosca per la Pace, contro la missione militare in Ucraina. Ma che conta? Era russo e tanto basta. Come era russo il Campione di Tennis Medvdev cui stanno chiudendo le porte del Grande Slam nonostante si sia pronunciato contro la guerra, come erano russi i portatori di handicap contro cui si è accanita la Federazione Internazionale escludendoli dalle ParaOlimpiadi. Nel 1942 i negozi fascisti esponevano davanti all'entrata il cartello "Vietato l'ingresso ai cani e agli ebrei".  Nel 2022 diversi ristoranti e hotel del nostro Paese ripetono lo stesso infame copione contro i cittadini di etnia russa.


Diversi cittadini russi, soltanto negli ultimi giorni, hanno denunciato di essere stati ripetutamente aggrediti verbalmente e fisicamente. All'Università Bicocca di Milano hanno sospeso il seminario dedicato a Fiodor Dostoevskij. Il celebre scrittore e filosofo moscovita a cui hanno perfino dedicato un cratere sulla superficie di Mercurio ha colpevolmente omesso di dissociarsi pubblicamente da Putin. Pur essendo morto nel 1881 in effetti è un errore imperdonabile. Il prossimo passo quale sarà? Bruciare in pubblica piazza i libri di Tolstoj, Puškin e Cechov come i vecchi tempi? Strappare le poesie di Majakovskji? Giornali e tv hanno rapidamente indossato l'elmetto e impugnato la baionetta. Tutti i giorni tentano di infantilizzare il pubblico dividendo come nelle favole il mondo in buoni e cattivi , tutto in nome di un universalismo astratto: Noi occidentali siamo quelli buoni, quelli che portano la civiltà. Tutti gli altri sono perfidi, i dittatori pazzi soprattutto, sempre comunque e incontestabilmente pazzi. La patologia psichiatrica altrui come risposta ad ogni contraddizione, ad ogni complicato confronto geopolitico. 


Ogni residuo decoro pare ormai venuto meno: il corrispondente RAI da Mosca Marc Innaro è sparito dal TG1 dopo aver commesso l'imprudenza di dire la verità. Mostrando una mappa dell'Europa aveva spiegato l'evidenza e cioè che: "Basta guardare la cartina geografica per capire che, negli ultimi 30 anni, chi si è allargata non è stata la Russia ma la NATO". Immediatamente si è scatenato il feroce Editto Bulgaro del Partito Democratico, con condanna inappellabile e richiesta di rimozione fulminea da parte di Enrico Letta, nonché interrogazione urgente del PD in Commissione di Vigilanza. Ma anche nel nostro privato cominciamo ormai a sentire sempre più forte quest'odore mefitico di censura nei confronti di qualsiasi pensiero controcorrente, ad avvertire l'approssimarsi della morsa gelida delle discriminazione che colpisce la cultura, le idee, le parole. Diverse persone a me vicine sono state colpite direttamente e indirettamente. La mia amica Silvia non può più seguire le sue lezioni di russo on line perché è stato bloccata ogni piattaforma multimediale di comunicazione con la sua insegnante di lingua madrerussa. Clara Statello ha subito forti restrizione e rischia di perdere il posto di lavoro perché la piattaforma giornalistica su cui lavorava, Sputnik, è stata bloccata e chiusa. La nostra democrazia è così fragile e impaurita da aver bisogno di tacitare tutte le voci dissonanti? Ma non ci avevano insegnato che erano le dittature a discriminare chi la pensa diversamente e a eliminare le voci critiche?


Roberto Vallepiano

giovedì 3 marzo 2022

Sull’accoglienza dei profughi ucraini

 Di F. Francesconi


È ufficiale: l'Italia ospiterà 800 mila profughi ucraini. Il gesto in sé potrebbe anche essere nobile, ma c'è un "ma". Ammesso che questa guerra stia causando così tanta distruzione da far scappare così tante persone (non mi sembra, vista la strategia militare dei russi di circondare a tenaglia le città ucraine senza bombardare le infrastrutture civili), ma facciamo finta di sì. La domanda da farsi è: chi li ospiterà? Chi garantirà loro i mezzi quotidiani di sussistenza? Per coerenza dovrebbero mantenerli tutti i pacifisti che in queste ore urlano a squarciagola contro i russi e che scendono in piazza per manifestare per la pace. Macché. A manterli, come al solito, sarà lo Stato italiano, cioè tutti noi contribuenti. Verranno sistemati nelle case popolari. Quando lo Stato vuole riesce a trovare i mezzi per dare una casa e un pasto caldo a 800 mila stranieri, più tutti quelli che quasi ogni giorno sbarcano dall'Africa. Quindi è una questione di volontà. Invece, per lo Stato i milioni di disoccupati, i terremotati che vivono ancora nei container, i non inoculati che sono stati sospesi da lavoro possono anche crepare. Mi vergogno profondamente di questa politica buonista dei due pesi e delle due misure in cui lo Stato italiano appare buono e solidale con persone, certamente bisognose, che vivono centinaia di km di distanza, ma indifferente e persino spietato con i propri connazionali. E mi vergogno dei tanti cittadini italiani che si mostrano solidali con un profugo ucraino, ma se vengono a sapere che un parente, amico o vicino si casa è stato sospeso da lavoro non solo non lo aiutano, ma godono nel vederlo trattato dallo Stato come un topo di fogna. Tra l'altro, pare che una buona parte degli ucraini non abbiano ancora ricevuto in corpo il sacro siero, ma per il covidiota medio nel loro caso si può chiudere un occhio, anzi due. La guerra in Ucraina per questi schizofrenici è un'ottima occasione per lavarsi la coscienza sporca o almeno, così sperano.

Obbligo coercitivo vaccinale

 In Senato Sì definitivo all'obbligo vaccinale con ennesima fiducia a un DL COVID-19. 


Con 193 voti favorevoli e 35 contrari rinnovata la fiducia a Governo e approvazione definitiva ddl conversione con modificazioni d-l n. 1/2022 su contrasto Covid19 in luoghi di lavoro e scuole.



La Lega, ha votato la fiducia. Fdi si è astenuta.

mercoledì 2 marzo 2022

E se…

USCIAMO A RAGIONARE


E se questa Guerra non fosse una guerra tra Russia e Ucraina?

E se questa Guerra fosse uno scontro con il Liberismo spinto tecnocratico e globalista? 

E se questa Guerra fosse un confronto ideologico?

E se questa Guerra fosse un vero e proprio rifiuto delle spinte imperialistiche?

E se questa Guerra fosse una vera e propria opposizione all’atlantismo?

E se questa Guerra fosse un netto e perfetto attacco alla tecnocrazia?

E se questa Guerra fosse una chiamata alle armi contro il Grande Reset?

E se questa Guerra fosse un monito a tutti i leader europei che fanno parte dell’élite liberale atlantista?

E se questa guerra fosse esattamente contro tutto questo?

E se fosse dovuta a tutto questo la reazione dei Leader mondiali?

E se fosse dovuta a tutto questo l’esclusione della Russia dalle reti globaliste?

E se fosse dovuta a tutto questo la conseguenza per cui la Russia non ha più una scelta tra costruire il suo mondo o scomparire?

E se fosse dovuta a tutto questo la strada che la Russia ha stabilito per costruire il suo mondo, la sua civiltà?

E se, per esempio, la Russia avesse solo fatto il primo passo verso tutto ciò?

E se, per esempio, la Russia avesse solo fatto vedere di voler essere un Stato sovrano di fronte al globalismo?

E se, per esempio, solo la Russia può essere quel grande spazio, quel continente-stato, quella civiltà-stato che le consentirebbe di resistere a lungo rispetto ad una completa disconnessione?

E se, per esempio, la Russia stesse creando un campo di resistenza globale?

E se, per esempio, la sua eventuale vittoria si rivelasse una vittoria per tutte le forze alternative, sia di destra che di sinistra, e per tutti i popoli?

E se, per esempio, la Russia stesse – come spesso in passato - iniziando i processi più difficili e pericolosi?

E se, per esempio, la Russia stesse creando i presupposti per una vera multipolarità?

E se, per esempio, quelli che sono pronti a dirne ogni male possibile fossero, un domani, i primi ad approfittare di questa grande impresa?

E se, per esempio, rompere con il cosiddetto Occidente fosse la salvezza per la Russia?

E se, per esempio, l’Occidente moderno - dove trionfano i Rootthsschiild, Soorrooss, Scchwwaab, Biilll Gaattees e Zuuckeerbeerrg - fosse la cosa più disgustosa della storia del mondo?

E se, per esempio, l’Occidente non fosse più il “luogo” della cultura mediterranea greco-romana, né del Medioevo Cristiano, né del fastoso Rinascimento italiano?

E se, per esempio, l’Occidente fosse un cimitero di rifiuti tossici della civiltà;

E se, per esempio, l’Occidente fosse il “luogo” della anti-civilizzazione per eccellenza?

E se, per esempio, staccarsi da questo Occidente fosse per la Russia un ritornare alla proprie gloriose radici?

E se, per esempio, staccarsi da questo Occidente fosse per la Russia un ritornare alla cultura Cristiana-greca-romana-mediterranea-europea?

E se, per esempio, staccarsi da questo Occidente fosse per la Russia un ritornare alle radici comuni al vero Occidente?

E se, per esempio, scoprissimo, finalmente, che l’Occidente moderno queste radici le ha tagliati fuori?

E se, per esempio, scoprissimo che queste radici sono rimaste in Russia?

E se, per esempio, scoprissimo che solo l’Eurasia sta alzando la testa?

E se, per esempio, scoprissimo che il liberalismo tecnocratico, in Russia, sta perdendo il terreno sotto i piedi?

E se, per esempio, scoprissimo che la Russia non è l’Europa occidentale?

E se, per esempio, scoprissimo, finalmente, che la Russia ha seguito i greci, Bisanzio e il cristianesimo orientale?

E se, per esempio, scoprissimo che la Russia sta ancora seguendo questa strada anche se con zigzag e deviazioni - a volte in vicoli ciechi – ma sempre muovendosi  in avanti?

E se, per esempio, scoprissimo che la Russia è sorta per difendere i valori della Tradizione contro il mondo moderno?

E se, per esempio, scoprissimo che Noi – di qua – non abbiamo ancora imparato niente?

E se, per esempio, scoprissimo che l’Europa deve rompere con l’Occidente modernista?

E se, per esempio, scoprissimo che anche gli Stati Uniti devono seguire coloro che rifiutano il globalismo?

E se, per esempio, scoprissimo di aver finalmente capito il significato della moderna guerra in Ucraina?

E se, per esempio, scoprissimo che la terribile propaganda rabbiosa liberal-nazista non ha lasciato nulla di intentato nella mente degli ucraini?

E se, per esempio, scoprissimo che la rottura con l’Occidente non è una rottura con l’Europa dei Popoli?

E se, per esempio, scoprissimo che la rottura con l’Occidente mondialista è una rottura con la morte, la degenerazione e il suicidio?

E se, per esempio, scoprissimo che la rottura con l’Occidente mondialista è la chiave del recupero?

E se, per esempio, scoprissimo che l’Europa stessa – i popoli europei – dovrebbero seguire quell’esempio e capissimo di dover rovesciare la giunta globalista antinazionale?

E se, per esempio, scoprissimo che la rottura con l’Occidente mondialista è costruire una vera casa europea, un palazzo europeo, una cattedrale europea?

E se, per esempio, tutti quanti tornassero in sé e decidessero di dover combattere insieme per la tradizione e per una vera identità cristiana europea?

E se la svolta fosse in ognuno di noi?


Domenico Monteleone