Neo-protezionismo sì, neo-protezionismo no. È giusto, in un momento qual è quello attuale, che lo Stato «blindi» i posti di lavoro cercando di riservarli agli italiani, o si tratta di un provvedimento anacronistico e inattuabile, tanto più in una società globalizzata come la nostra in cui ormai da tempo il lavoratore extracomunitario ha assunto una serie di mansioni che i giovani del Bel Paese non vogliono più svolgere? Il dibattito è più che mai aperto. Quello che è accaduto un mese e mezzo fa in Inghilterra, la protesta degli operai britannici di Total contro i colleghi italiani arrivati dalla Sicilia, insegna. A proporre di «assumere italiano» per incentivare la produzione nazionale è la Lega Nord, che sta preparando una serie di emendamenti al Decreto Incentivi. Ma quello della Lega non è un protezionismo tout court. Anzi, i modelli cui il Carroccio si sta ispirando, tutto sono meno che di centrodestra: a «comprare americano» esorta il neo presidente degli Stati Uniti Barack Obama; e il capo del governo spagnolo Josè Luis Zapatero dà incentivi agli immigrati che riprendono la via di casa e tornano in patria. Esattamente il contrario di quello che accade attualmente nei Paesi dell’Est Europa, dove gli imprenditori italiani che, stretti dalla crisi attuale, preferirebbero abbandonare gli stabilimenti delocalizzati, stanno incontrando non poche difficoltà e ostacoli di carattere burocratico. Insomma, il problema è complesso. E la dimostrazione del fatto che il neo-protezionismo vada oltre le collocazioni di carattere politico o geografico viene da una notizia che arriva non dal Nord ma dal Sud. Anzi, dal Sud più profondo visto che siamo in Sicilia. Nell’Isola la Ipercoop cerca 20 giovani da assumere. E come requisito pone una condizione: che siano residenti in Sicilia. La notizia - pubblicata da La Padania - ha fatto scalpore: perché avviene in una regione del Sud, che come trait d’union con la Lega Nord ha solo la vocazione fortemente autonomistica che è insita nel suo dna; e perché a metterla in pratica è un’azienda tradizionalmente «rossa», legata a doppio filo a quel mondo delle cooperative che da sempre è vicino alla sinistra. Insomma, onde evitare una guerra tra poveri, si preferisce chi già sta nella regione. Cosa prevedono gli emendamenti della Lega? Soprattutto degli incentivi affinché le imprese trovino vantaggioso produrre italiano e assumere giovani del nostro Paese. E così in cantiere ci sono aiuti pubblici alle aziende purché non scelgano la via della delocalizzazione, agevolazioni nel caso in cui assumano personale italiano, e incentivi ai disoccupati extracomunitari che scelgano di tornare in patria.
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