Caro Ingegnere, per cortesia si contenga. Ho letto sui giornali che va in giro per l’Italia a dire che siamo così disperati che la gente, per la fame, ruba nei supermercati. Ho letto che descrive un Paese allo stremo delle forze, con le formaggette che spariscono dal reparto alimentari, pane e latte che vanno a ruba, causa epidemia di disperazione cleptomane. Ho letto pure che fa una previsione: dopo le sottilette Kraft e il mezzo litro di pastorizzato cominceranno a scippare le borsette (e poi magari andranno a svuotare i caveau delle banche). Ho letto che annuncia 3milioni di precari e parla di città sull’orlo del collasso, roba che al confronto il ’29 era la festa della cuccagna. Ho letto tutto ciò e non mi sono sorpreso più di tanto: in fondo è il quadro che i suoi giornali, Repubblica in testa, descrivono ogni giorno. Allarmismo e catastrofismo, unalitania di titoli angoscianti, paurasupaura, terrore e baratro, spavento, tragedia e crollo: le pagine più divertenti sono quelle dei necrologi. Nemmeno con il meteo c’è mai un momento di gioia: se vengono giù due gocce, c’è il rischio inondazione; se fa due giorni di sole, arriva l’incubo siccità. Se il tempo è variabile, comunque, è colpa del surriscaldamento del pianeta che ci ammazzerà tutti. Era un po’ di tempo che mi chiedevo se ci fosse qualcosa di più catastrofista di quel giornale. Adesso l’ho trovato: il suo editore. Però ecco, mi scusi Ingegnere, se mi permetto di rivolgermi direttamente a lei, ma c’è un dubbio che mi insegue. Volevo sapere se il Carlo De Benedetti che si preoccupa molto per l’aumento dei disoccupati in questo Paese è lo stesso che ha appena messo sulla strada 29 dipendenti su 37 della sua tv All Music. Volevo sapere se quello che si preoccupa dell’aumento dei precari è lo stesso che sta facendo aumentare il precariato. E volevo sapere se, prima di dare consigli su come aiutare i lavoratori di tutto il Paese, per caso, lei fosse riuscito ad aiutare i lavoratori della sua azienda. O, se non altro, a dare loro retta. Lo chiedono da tempo, ma non mi pare lei abbia risposto. Ha visto che cosa le hanno scritto nei giorni scorsi? Citavano Vasco Rossi: «C’è qualcuno che non ha rispetto per nessuno». Quel qualcuno è lei, evidentemente. Si dia da fare. Non vorrà mica che i primi a dar l’assalto al reparto formaggi del supermercato siano proprio i suoi dipendenti? Le devo fare una confidenza, caro Ingegnere. In questi giorni, in redazione, si parlava spesso degli imprenditori illuminati della sinistra che di fronte alla crisi si comportano come i più feroci padroni delle ferriere. È successo alla Merloni, deputata del Pd, che sta chiudendo lo stabilimento di None ed è contestata dal suo stesso partito. Succede a lei. Si rifletteva del fatto che molto spesso voi principi del politicamente corretto parlate assai bene e razzolate male. Ma non me la sentivo di infierire. «La crisi c’è, è dura per tutti. In questo momento bisogna usare moderazione e buonsenso», pensavo. Moderazione e buonsenso, non crede Ingegnere? Quando ho letto le sue dichiarazioni sui furti nei supermercati non mi sono più tenuto: descrivere un Paese pronto all’assalto ai forni le sembra una prova di moderazione? Le sembra buon senso? Immaginare folle di affamati che fanno razzie di groviera le pare realistico? E ragionevole? Mi scusi se le do un consiglio, caro Ingegnere: si contenga. Si trattenga. Delle sue lezioni sull’occupazione, per altro, credo che possiamo fare tranquillamente a meno. Ci basta quello che ci ha dimostrato nei fatti. Con l’Olivetti, per esempio. Ricorda? In dieci anni, fra il 1985 e il1996, riuscì a bruciare 15mila miliardi di lire. Decine di migliaia di persone persero il lavoro, tante professionalità furono mandate al macero. Una storia industriale gloriosa venne distrutta. Quando lasciò la fabbrica sull’orlo del baratro gli operai le dedicarono una pièce teatrale. Titolo: l’Ingegnere De Maledetti. Io non riesco a togliermela dalla testa. Tutte le volte che la sento fornire al mondo le sue nobili ricette su come risolvere i problemi del lavoro nei cinque continenti, io rimango estasiato. Epperò poi penso all’Ingegner De Maledetti e mi domando: con tutto il rispetto per i cinque continenti, non era meglio se quelle ricette così nobili cominciava ad applicarle a Ivrea? Lo so che lei è fatto così. Le piace essere l’imprenditore dal volto buono. La tessera numero uno del Pd, quello che discetta di etica, servizio al Paese e rinnovamento della politica. E non prova vergogna mai. Dà lezioni di moralità, dimenticando i computer sbolognati alle Poste. Dà lezioni di italianità, dimenticando di aver ceduto i telefonini Omnitel ai tedeschi. Parla di concertazione, ma con i suoi dipendenti usa il machete. Da Olivetti a All Music, passando per tante altre esperienze. Per dire: nel 2006 assunse il controllo della celebre Domopack. Ricorda? Una belle impresa, tanti progetti, pagine sui giornali. Ebbene nel febbraio 2007 gli operai della Domopack erano già in strada per protestare contro i tagli all’occupazione. L’Ingegner De Maledetti aveva colpito ancora. Adesso, con lo spirito del tenente Colombo, si mette a indagare sui furti al supermercato. E imputa i furti al supermercato alla crisi economica. Costruendo, sulla base delle sue osservazioni e (forse) del manuale del piccolo detective, preoccupanti carriere criminali che partono dalla cassa integrazione e possono finire anche a Al Capone, passando per scippi, e poi magari rapine, sequestri lampo, Arsenio Lupin, Ali Babà e i quaranta ladroni. Sia buono, caro Ingegnere, ci rifletta su. Secondo me lei e il suo club del catastrofismo state esagerando. Così rischiate di cadere nel ridicolo. Ci pensi. E se poi è proprio convinto che l’aumento dei licenziamenti faccia crescere proporzionalmente i furti, almeno eviti di licenziare i suoi 29 dipendenti (su 37) di All Music. Non so se i supermercati ne trarranno giovamento. La sua faccia di sicuro sì.
domenica 22 marzo 2009
Qua qua... qua
Caro Ingegnere, lei sì che è esperto di catastrofi di Mario Giordano
Caro Ingegnere, per cortesia si contenga. Ho letto sui giornali che va in giro per l’Italia a dire che siamo così disperati che la gente, per la fame, ruba nei supermercati. Ho letto che descrive un Paese allo stremo delle forze, con le formaggette che spariscono dal reparto alimentari, pane e latte che vanno a ruba, causa epidemia di disperazione cleptomane. Ho letto pure che fa una previsione: dopo le sottilette Kraft e il mezzo litro di pastorizzato cominceranno a scippare le borsette (e poi magari andranno a svuotare i caveau delle banche). Ho letto che annuncia 3milioni di precari e parla di città sull’orlo del collasso, roba che al confronto il ’29 era la festa della cuccagna. Ho letto tutto ciò e non mi sono sorpreso più di tanto: in fondo è il quadro che i suoi giornali, Repubblica in testa, descrivono ogni giorno. Allarmismo e catastrofismo, unalitania di titoli angoscianti, paurasupaura, terrore e baratro, spavento, tragedia e crollo: le pagine più divertenti sono quelle dei necrologi. Nemmeno con il meteo c’è mai un momento di gioia: se vengono giù due gocce, c’è il rischio inondazione; se fa due giorni di sole, arriva l’incubo siccità. Se il tempo è variabile, comunque, è colpa del surriscaldamento del pianeta che ci ammazzerà tutti. Era un po’ di tempo che mi chiedevo se ci fosse qualcosa di più catastrofista di quel giornale. Adesso l’ho trovato: il suo editore. Però ecco, mi scusi Ingegnere, se mi permetto di rivolgermi direttamente a lei, ma c’è un dubbio che mi insegue. Volevo sapere se il Carlo De Benedetti che si preoccupa molto per l’aumento dei disoccupati in questo Paese è lo stesso che ha appena messo sulla strada 29 dipendenti su 37 della sua tv All Music. Volevo sapere se quello che si preoccupa dell’aumento dei precari è lo stesso che sta facendo aumentare il precariato. E volevo sapere se, prima di dare consigli su come aiutare i lavoratori di tutto il Paese, per caso, lei fosse riuscito ad aiutare i lavoratori della sua azienda. O, se non altro, a dare loro retta. Lo chiedono da tempo, ma non mi pare lei abbia risposto. Ha visto che cosa le hanno scritto nei giorni scorsi? Citavano Vasco Rossi: «C’è qualcuno che non ha rispetto per nessuno». Quel qualcuno è lei, evidentemente. Si dia da fare. Non vorrà mica che i primi a dar l’assalto al reparto formaggi del supermercato siano proprio i suoi dipendenti? Le devo fare una confidenza, caro Ingegnere. In questi giorni, in redazione, si parlava spesso degli imprenditori illuminati della sinistra che di fronte alla crisi si comportano come i più feroci padroni delle ferriere. È successo alla Merloni, deputata del Pd, che sta chiudendo lo stabilimento di None ed è contestata dal suo stesso partito. Succede a lei. Si rifletteva del fatto che molto spesso voi principi del politicamente corretto parlate assai bene e razzolate male. Ma non me la sentivo di infierire. «La crisi c’è, è dura per tutti. In questo momento bisogna usare moderazione e buonsenso», pensavo. Moderazione e buonsenso, non crede Ingegnere? Quando ho letto le sue dichiarazioni sui furti nei supermercati non mi sono più tenuto: descrivere un Paese pronto all’assalto ai forni le sembra una prova di moderazione? Le sembra buon senso? Immaginare folle di affamati che fanno razzie di groviera le pare realistico? E ragionevole? Mi scusi se le do un consiglio, caro Ingegnere: si contenga. Si trattenga. Delle sue lezioni sull’occupazione, per altro, credo che possiamo fare tranquillamente a meno. Ci basta quello che ci ha dimostrato nei fatti. Con l’Olivetti, per esempio. Ricorda? In dieci anni, fra il 1985 e il1996, riuscì a bruciare 15mila miliardi di lire. Decine di migliaia di persone persero il lavoro, tante professionalità furono mandate al macero. Una storia industriale gloriosa venne distrutta. Quando lasciò la fabbrica sull’orlo del baratro gli operai le dedicarono una pièce teatrale. Titolo: l’Ingegnere De Maledetti. Io non riesco a togliermela dalla testa. Tutte le volte che la sento fornire al mondo le sue nobili ricette su come risolvere i problemi del lavoro nei cinque continenti, io rimango estasiato. Epperò poi penso all’Ingegner De Maledetti e mi domando: con tutto il rispetto per i cinque continenti, non era meglio se quelle ricette così nobili cominciava ad applicarle a Ivrea? Lo so che lei è fatto così. Le piace essere l’imprenditore dal volto buono. La tessera numero uno del Pd, quello che discetta di etica, servizio al Paese e rinnovamento della politica. E non prova vergogna mai. Dà lezioni di moralità, dimenticando i computer sbolognati alle Poste. Dà lezioni di italianità, dimenticando di aver ceduto i telefonini Omnitel ai tedeschi. Parla di concertazione, ma con i suoi dipendenti usa il machete. Da Olivetti a All Music, passando per tante altre esperienze. Per dire: nel 2006 assunse il controllo della celebre Domopack. Ricorda? Una belle impresa, tanti progetti, pagine sui giornali. Ebbene nel febbraio 2007 gli operai della Domopack erano già in strada per protestare contro i tagli all’occupazione. L’Ingegner De Maledetti aveva colpito ancora. Adesso, con lo spirito del tenente Colombo, si mette a indagare sui furti al supermercato. E imputa i furti al supermercato alla crisi economica. Costruendo, sulla base delle sue osservazioni e (forse) del manuale del piccolo detective, preoccupanti carriere criminali che partono dalla cassa integrazione e possono finire anche a Al Capone, passando per scippi, e poi magari rapine, sequestri lampo, Arsenio Lupin, Ali Babà e i quaranta ladroni. Sia buono, caro Ingegnere, ci rifletta su. Secondo me lei e il suo club del catastrofismo state esagerando. Così rischiate di cadere nel ridicolo. Ci pensi. E se poi è proprio convinto che l’aumento dei licenziamenti faccia crescere proporzionalmente i furti, almeno eviti di licenziare i suoi 29 dipendenti (su 37) di All Music. Non so se i supermercati ne trarranno giovamento. La sua faccia di sicuro sì.
Caro Ingegnere, per cortesia si contenga. Ho letto sui giornali che va in giro per l’Italia a dire che siamo così disperati che la gente, per la fame, ruba nei supermercati. Ho letto che descrive un Paese allo stremo delle forze, con le formaggette che spariscono dal reparto alimentari, pane e latte che vanno a ruba, causa epidemia di disperazione cleptomane. Ho letto pure che fa una previsione: dopo le sottilette Kraft e il mezzo litro di pastorizzato cominceranno a scippare le borsette (e poi magari andranno a svuotare i caveau delle banche). Ho letto che annuncia 3milioni di precari e parla di città sull’orlo del collasso, roba che al confronto il ’29 era la festa della cuccagna. Ho letto tutto ciò e non mi sono sorpreso più di tanto: in fondo è il quadro che i suoi giornali, Repubblica in testa, descrivono ogni giorno. Allarmismo e catastrofismo, unalitania di titoli angoscianti, paurasupaura, terrore e baratro, spavento, tragedia e crollo: le pagine più divertenti sono quelle dei necrologi. Nemmeno con il meteo c’è mai un momento di gioia: se vengono giù due gocce, c’è il rischio inondazione; se fa due giorni di sole, arriva l’incubo siccità. Se il tempo è variabile, comunque, è colpa del surriscaldamento del pianeta che ci ammazzerà tutti. Era un po’ di tempo che mi chiedevo se ci fosse qualcosa di più catastrofista di quel giornale. Adesso l’ho trovato: il suo editore. Però ecco, mi scusi Ingegnere, se mi permetto di rivolgermi direttamente a lei, ma c’è un dubbio che mi insegue. Volevo sapere se il Carlo De Benedetti che si preoccupa molto per l’aumento dei disoccupati in questo Paese è lo stesso che ha appena messo sulla strada 29 dipendenti su 37 della sua tv All Music. Volevo sapere se quello che si preoccupa dell’aumento dei precari è lo stesso che sta facendo aumentare il precariato. E volevo sapere se, prima di dare consigli su come aiutare i lavoratori di tutto il Paese, per caso, lei fosse riuscito ad aiutare i lavoratori della sua azienda. O, se non altro, a dare loro retta. Lo chiedono da tempo, ma non mi pare lei abbia risposto. Ha visto che cosa le hanno scritto nei giorni scorsi? Citavano Vasco Rossi: «C’è qualcuno che non ha rispetto per nessuno». Quel qualcuno è lei, evidentemente. Si dia da fare. Non vorrà mica che i primi a dar l’assalto al reparto formaggi del supermercato siano proprio i suoi dipendenti? Le devo fare una confidenza, caro Ingegnere. In questi giorni, in redazione, si parlava spesso degli imprenditori illuminati della sinistra che di fronte alla crisi si comportano come i più feroci padroni delle ferriere. È successo alla Merloni, deputata del Pd, che sta chiudendo lo stabilimento di None ed è contestata dal suo stesso partito. Succede a lei. Si rifletteva del fatto che molto spesso voi principi del politicamente corretto parlate assai bene e razzolate male. Ma non me la sentivo di infierire. «La crisi c’è, è dura per tutti. In questo momento bisogna usare moderazione e buonsenso», pensavo. Moderazione e buonsenso, non crede Ingegnere? Quando ho letto le sue dichiarazioni sui furti nei supermercati non mi sono più tenuto: descrivere un Paese pronto all’assalto ai forni le sembra una prova di moderazione? Le sembra buon senso? Immaginare folle di affamati che fanno razzie di groviera le pare realistico? E ragionevole? Mi scusi se le do un consiglio, caro Ingegnere: si contenga. Si trattenga. Delle sue lezioni sull’occupazione, per altro, credo che possiamo fare tranquillamente a meno. Ci basta quello che ci ha dimostrato nei fatti. Con l’Olivetti, per esempio. Ricorda? In dieci anni, fra il 1985 e il1996, riuscì a bruciare 15mila miliardi di lire. Decine di migliaia di persone persero il lavoro, tante professionalità furono mandate al macero. Una storia industriale gloriosa venne distrutta. Quando lasciò la fabbrica sull’orlo del baratro gli operai le dedicarono una pièce teatrale. Titolo: l’Ingegnere De Maledetti. Io non riesco a togliermela dalla testa. Tutte le volte che la sento fornire al mondo le sue nobili ricette su come risolvere i problemi del lavoro nei cinque continenti, io rimango estasiato. Epperò poi penso all’Ingegner De Maledetti e mi domando: con tutto il rispetto per i cinque continenti, non era meglio se quelle ricette così nobili cominciava ad applicarle a Ivrea? Lo so che lei è fatto così. Le piace essere l’imprenditore dal volto buono. La tessera numero uno del Pd, quello che discetta di etica, servizio al Paese e rinnovamento della politica. E non prova vergogna mai. Dà lezioni di moralità, dimenticando i computer sbolognati alle Poste. Dà lezioni di italianità, dimenticando di aver ceduto i telefonini Omnitel ai tedeschi. Parla di concertazione, ma con i suoi dipendenti usa il machete. Da Olivetti a All Music, passando per tante altre esperienze. Per dire: nel 2006 assunse il controllo della celebre Domopack. Ricorda? Una belle impresa, tanti progetti, pagine sui giornali. Ebbene nel febbraio 2007 gli operai della Domopack erano già in strada per protestare contro i tagli all’occupazione. L’Ingegner De Maledetti aveva colpito ancora. Adesso, con lo spirito del tenente Colombo, si mette a indagare sui furti al supermercato. E imputa i furti al supermercato alla crisi economica. Costruendo, sulla base delle sue osservazioni e (forse) del manuale del piccolo detective, preoccupanti carriere criminali che partono dalla cassa integrazione e possono finire anche a Al Capone, passando per scippi, e poi magari rapine, sequestri lampo, Arsenio Lupin, Ali Babà e i quaranta ladroni. Sia buono, caro Ingegnere, ci rifletta su. Secondo me lei e il suo club del catastrofismo state esagerando. Così rischiate di cadere nel ridicolo. Ci pensi. E se poi è proprio convinto che l’aumento dei licenziamenti faccia crescere proporzionalmente i furti, almeno eviti di licenziare i suoi 29 dipendenti (su 37) di All Music. Non so se i supermercati ne trarranno giovamento. La sua faccia di sicuro sì.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento