venerdì 31 gennaio 2020

Pubble, Giuseppi e il coronavirus...


Le altre vignette di Pubble, le trovate qui e merita molto.

mercoledì 29 gennaio 2020

Lo zombie

Romano Prodi tra menzogne e rimozione.

E' ormai una tradizione consolidata. Quando il centrosinistra vince delle elezioni appaiono sulla stampa le immancabili interviste ai padri nobili di questa parte politica: Prodi e D'Alema. Nulla riesce a darmi un moto di ilarità pari alla lettura del pensiero di queste persone. Ma questa volta Romano Prodi si è superato con un esercizio di rimozione dei fatti che meriterebbe uno scritto di un comitato di psicologi all'uopo convocati. 

Prodi dice: “l’operaio guadagna 200 volte meno del manager e nessuno dice niente. 30 anni fa, non lo avremmo accettato”.  Una verità assolutamente inoppugnabile. Sorge però spontanea una domanda: che cosa è successo trenta anni fa? Chi è arrivato al potere imponendo delle cosiddette riforme che hanno portato proprio all'aumento inaccettabile delle diseguaglianze? Nello specifico, chi, per esempio nel 1998 abbassò le aliquote irpef ai redditi più alti? Chi introdusse la riforma del lavoro Treu introducendo la cosiddetta flessibilità ovvero la guerra tra poveri per un tozzo di pane? Chi privatizzò l'apparato industriale e finanziario pubblico con licenziamenti di massa e manolibera a manager e azionisti che ovviamente si sono approfittati per prendersi stipendi e extraprofitti? Chi fece di tutto per far entrare l'Italia nell'Euro levando la leva della politica monetaria allo stato e lasciando dunque la competitività del sistema paese legata alla compressione dei salari? Chi allungò l'età lavorativa delle persone con le riforme pensionistiche che resero praticamente impossibile l'entrata nel mondo del lavoro in maniera decente ai giovani e dunque obbligandoli ad accettare di tutto, anche i lavori e i salari più inverecondi? Chi bloccò per decenni i concorsi pubblici togliendo la valvola di sfogo del settore pubblico a chi doveva entrare nel mondo del lavoro e lasciando in balia del taccagno settore privato milioni di persone? 

La risposta a queste domande è facile. Chi permise tutto questo è stato Romano Prodi che ora a trenta anni di distanza fa finta che certe cose siano accadute per opera della volontà di una malvagia divinità sumera. Non capisco se Prodi rimuova le sue storiche responsabilità politiche o se provi ancora a prenderci per i fondelli.

Dalla bacheca di Giuseppe Masala

mercoledì 15 gennaio 2020

Bibbiano non è vero


martedì 7 gennaio 2020

Mattarella

Mattarella, la tempesta trova l’Italia. Con il peggior governo repubblicano

L'Italia si trova al drammatico crocevia di seri problemi economici interni, come le vistose crisi di Ilva, Alitalia, Popolare Bari e altri 149 dossier relativi ad aziende sul punto di chiudere o di ridimensionarsi con pesanti conseguenze sull'occupazione e dunque sul tessuto sociale; e di gravissimi problemi internazionali, come la crisi Usa-Iran che arroventa il clima del Medio-Oriente, dove sono impegnati militari italiani, e la crisi della guerra civile in Libia, dove abbiamo rilevanti interessi petroliferi e dove una fazione ha invitato la Turchia a darle l'aiuto militare che l'Italia le ha negato.

Questa spaventosa temperie coglie il nostro Paese proprio quando è stato imprudentemente affidato al governo più debole, più improvvisato, più inesperto, più impreparato di tutta la storia repubblicana. Un presidente del Consiglio debuttante, pescato dai Cinquestelle nella folla dei simpatizzanti e senza alcuna esperienza di politica nazionale e internazionale, di economia e di burocrazia. Quasi tutti i ministri sono scelti per opportunità politica, più che per capacità e competenza: alla guida di dicasteri importanti abbiamo trovato o possiamo trovare gente fallita, produttori assicurativi, un ex impiegati di cancelleria... Fa scalpore la clamorosa impreparazione del ministro degli Esteri - oggi spiegabilmente ignorato dalle segreterie internazionali -

Difficile dire quando, come e se usciremo dall'uragano della crisi internazionale e dal terremoto della inefficienza nazionale. Ma ancora più difficile accettare che i gestori dell'agenda politico-economica nazionale si tengano alla larga dai loro doveri nei confronti di problemi vitali per la sopravvivenza dell'Italia, solo perché non sanno come affrontarli; e fingono di occuparsi di questioni di basso cortile come l'inquietudine dei Cinquestelle, il processo a Salvini per un reato inesistente, le elezioni regionali di Emilia-Romagna e Calabria. Quando brucia la casa, non si perde tempo a controllare se il quadro è appeso storto e se sul pianoforte c'è la polvere.

A mio umile parere, questa sensibilità dovrebbe essere avvertita non "anche", ma "innanzi tutti" dal Presidente Sergio Mattarella. Di fronte all'addensarsi di tante insidie non può limitarsi alla notarile funzione di guardiano della Costituzione. Deve sentirsi Capo, dunque responsabile supremo della sorte del Paese, e valutare se è il momento di intervenire con il coraggio, la personalità, la decisione che i momenti difficili sempre richiedono.

La Storia giudicherà azioni e figure dei tumultuosi tempi dei quali siamo testimoni. Sperando di non diventarne anche vittime.

Tratto dalla bacheca di Gianni De Felice

domenica 5 gennaio 2020

Marco Travaglio e Matteo Salvini

Marco Travaglio dopo aver fatto le fortune di Silvio Berlusconi è impegnato a fare quelle di Salvini. Emblematico davvero l'articolo di oggi intitolato l'Autorequisitoria, dove in relazione all'accusa di sequestro di persona (131 persone) della Nave Gregoretti considera la memoria difensiva di Salvini un atto di autoaccusa. Secondo il nostro giureconsulto dei pendagli da forca infatti la produzione delle email dove si dimostra che il Presidente del Consiglio Conte e altri ministri erano perfettamente informati della decisione di tenere a bordo della nave i 131 migranti si tratta non di una prova difensiva ma di un atto d'accusa a se stesso e al massimo di una chiamata in correità nei confronti del PdC e degli altri ministri interessati. Come se il PdC e i ministri fossero una congrega dedita alla delinquenza e non i legittimi detentori del Potere Esecutivo con precisi obblighi quali quello della difesa dei confini.

Molto probabilmente Salvini subirà l'autorizzazione a procedere perchè, è chiaro, le forze di maggioranza hanno tutto l'interesse affinchè sia invischiato nelle sabbie mobili di un processo pericolosissimo che potrebbe vederlo condannato ad anni e anni di prigione. Magari poi vi è anche la malcelata speranza che a questo processo ne seguano altri per i più svariati motivi. Ciò non toglie che l'elettorato capisca benissimo che processare un ex Ministro degli Interni per non aver fatto entrare nel territorio nazionale dei soggetti dei quali non si conosce né identità né reale paese di provenienza è semplicemente folle. A maggior ragione questo, se il suddetto accusato produce la corrispondenza che attesta inoppugnabilmente che si muoveva in maniera coordinata con il capo del Governo.

Magari questo processo farà felici le truppe sardinate e altre schegge della sinistra rosé che sfortunatamente per loro sono però una esigua minoranza spesso proveniente da strati sociali privilegiati. La gente comune capisce benissimo che siamo alla malafede che sfocia nella pura follia.

Ma questo a Travaglio non importa, dopo essere stato di fatto il maggior alleato di Berlusconi vuole essere il maggior alleato di Salvini contribuendo a trasformarlo in un martire.

Di Giuseppe Masala