mercoledì 28 marzo 2018

Criminali di governo e di jihad

Quando la lega diceva che c'era un serio pericolo di jihadisti che arrivavano dai barconi, veniva tacciata di xenofobia e razzismo e che, vedere jihadisti dovunque era da pazzi visionari scriteriati perchè ni, il pericolo non arrivava dai barconi MA dai cittadini nati e vissuti in europa... E meno male che criminali come Minniti siano stati finalmente disarcionati dal cavallo italia... almeno per il momento.

Marco Minniti: "Minaccia della jihad mai così forte in Italia"

"Nessuno ha mai detto che fosse finita. Il quadro della minaccia di Isis rimane radicalmente immutato. Anzi, la caduta di Raqqa e Mosul, se da una parte fa venir meno l'elemento territoriale del Califfato, dall'altro aumenta la pericolosità dell'altra componente, quella terroristica". Marco Minniti, in una intervista a La Stampa, lancia l'allarme: "Lo Stato islamico è stato capace di arruolare 25-30 mila foreign fighters da circa 100 Paesi diversi. La più importante legione straniera che la storia moderna ricordi. Molti sono morti, ma i sopravvissuti stanno cercando rifugio altrove. Anche qui in Europa". Quindi l'appello del ministro uscente al governo che verrà è che prosegua le espulsioni dei radicalizzati.

Sull'inchiesta legata all’imam di Foggia, Minniti osserva: "La cosa importante oggi è soffermarci su questa indagine esemplare, che ha dimostrato con prove solari uno scenario assolutamente agghiacciante. Una cosa che non ha eguali in Occidente. L'unica cosa che si può associare alla scuola di Foggia sono le immagini che provenivano dal profondo dell'Iraq e della Siria, quelle di bambini addestrati a usare la pistola o utilizzati per esecuzioni capitali".

Sulla condizione dei migranti in Libia, Minniti spiega che "con Oim e Unhcr si è potuto stabilire, in Libia, chi ha diritto alla protezione internazionale. E questi rifugiati sono arrivati in Italia attraverso corridoi umanitari gestiti dal governo italiano. Chi scappa dalla guerra non lo devono portare qui gli scafisti, ce ne occupiamo noi. L'Oim ha fatto più di 22500 rimpatri volontari assistiti dalla Libia ai Paesi d'origine. L'Italia è stato il primo Paese ad aver organizzato un corridoio umanitario da Tripoli direttamente in Europa. Controllo dei confini, aiuti umanitari, intervento per gestire i rimpatri volontari, aiuto a chi ha diritto alla protezione internazionale. Può diventare un modello, che tiene insieme umanità e sicurezza. Forse l'unico possibile".

martedì 27 marzo 2018

Bonus bebè alle straniere...


Il bonus mamme a tutte le donne immigrate. Anche quelle con un permesso di soggiorno non di lungo periodo. L'Inps ha perso la sua battaglia ed è stato costretto di erogare a tutte le donne immigrate il bonus mamma da 800 euro. Ma con riserva. Facciamo un piccolo passo indietro. Ricorderete forse le sentenze emesse di tribunali di Milano e di Bergamo con cui i giudici avevano condannato l'ente pensionistico a versare i contributi alla nascita a tutte le donne straniere che ne avessero fatto richiesta, anche se non in possesso di permessi di soggiorno di lungo periuodo o titolari di protezione internazionale. E oggi le associazioni che avevano sostenuto le donne nei loro ricorsi hanno annunciato una nuova sconfitta dell'Inps. "La Corte d'appello di Milano, con dispositivo di sentenza emesso in data odierna - hanno reso noto - ha respinto l'appello dell'Inps contro l'ordinanza del Tribunale di Milano che, accogliendo un ricorso di Asgi, Apn e Fondazione Piccini, aveva ordinato all'Istituto di riconoscere il 'premio nascita' a tutte le mamme straniere regolarmente soggiornanti, e non soltanto alle mamme lungosoggiornanti o titolari di protezione internazionale come preteso dall'Inps". L'Ente guidato da Tito Boeri intendeva versare il contributo solo alle donne straniere con un permesso di soggiorno di lungo periodo. Secondo i giudici, però, l'interpretazione della legge data dall'Inps nella sua circolare era eccessivamente restrittiva e non giustificata.

Così a febbraio l'Inps aveva deciso di pagare, con riserva, i bonus richiesti dalle donne straniere. "Le domande di premio alla nascita presentate dalle donne straniere regolarmente presenti in Italia, in precedenza respinte in applicazione delle circolari n. 39/2017, n. 61/2017 e n. 78/2017 - aveva scritto l'Inps a febbraio - saranno oggetto di riesame alla luce dell'Ordinanza n. 6019/2017. Il riesame della domanda sarà effettuato su istanza della richiedente da presentarsi alla Struttura territoriale competente. I premi verranno corrisposti con riserva di ripetizione se, all'esito del giudizio di impugnazione del citato provvedimento giudiziale da parte dell'Istituto, emergerà un diverso orientamento giurisprudenziale". Nel frattempo il ricorso presentato presso il tribunale di Milano non è andato secondo i desideri degli uomini di Boeri.

"L'Inps ha emanato il messaggio n. 661 del 13 febbraio 2018 con il quale ha dato esecuzione all'ordinanza, consentendo quindi a tutte le mamme straniere la presentazione delle domande, ma precisando che l'assegno viene pagato con riserva in relazione agli sviluppi futuri del giudizio", hanno scritto le associazioni coinvolte Asgi, Apn e Fondazione Piccini. Per le associazioni la scelta di versare i contributi è ovviamente una vittoria. "Tuttavia - dicono - se l'Istituto mantenesse la 'riserva' sui pagamenti e decidesse di proseguire nel giudizio, i beneficiari che hanno nel frattempo ottenuto il titolo, resterebbero in una situazione di incertezza per altri anni, fino alla decisione della Cassazione".

giovedì 22 marzo 2018

Castel Sant'Angelo sul nera

Questi fantasmi sono ciò che restano di un antichissimo paesino delle Marche. Tutto ancora così, abbandonato come quando c'è stata la seconda scossa di terremoto. La zona rossa, l'ho chiamata fantasmi. Perchè alcuni, hanno la fortuna di vederli, altri, li percepiscono, sanno che ci sono e non hanno il privilegio di vederli o addirittura, li ignorano.



E poi, ci sono le famigerate salvifiche SAE che, dovrebbero essere a buon mercato e temporanee e invece, sono più costose di un attico nel centro storico di una città d'arte e non sono buone a niente perchè "studiate e assemblate" per climi più dolci, ad esempio, per il clima di Lampedusa. Queste SAE, verranno consegnate sabato con tanto di cerimonia in pompa magna. Basta guardare i boiler posizionati sui tetti per capire che in montagna possono esplodere... La gente di questi posti dimenticati da dio e soprattutto dal governo, chiede aiuto con dignità. Vuole tornare a vivere del proprio lavoro. Non pretende ville dorate. Vuole aiutare a ricostruire le proprie stalle, le attività e le case che avevano prima e che non ha più. Ed è uno schifo che il governo precedente, tutto ha fatto tranne che aiutare queste popolazioni.

martedì 20 marzo 2018

FMI

"Ridurre le pensioni, la Fornero non basta". Il Fmi pubblica un report di economisti che chiedono tagli per gli assegni retributivi e misti di Gian Maria De Francesco

Altro che abolizione della riforma Fornero. Il sistema previdenziale italiano necessita di ulteriori miglioramenti per garantirgli una sostenibilità di lungo termine. È quanto sostiene il Fondo monetario internazionale in un working paper (un'analisi che contiene proposte di lavoro) intitolato «Italia: verso una riforma fiscale improntata alla crescita». Come si evince dal titolo, l'oggetto della disamina è costituito dalle politiche di sviluppo, ma per gli economisti di Washington (il team che si occupa dell'Italia è guidato dall'ex commissario alla spending review Cottarelli) nessuna misura espansiva è possibile senza una riduzione della spesa per le pensioni. Tutto questo perché l'Fmi ritiene tutto sommato giusto lo «scongelamento» dopo 9 anni di blocco delle retribuzioni dei dipendenti pubblici con i nuovi contratti, mentre considera sbagliato un ulteriore taglio agli investimenti in conto capitale e al sistema del welfare.

Ecco perché la ricetta del Fondo prevede nell'ordine: eliminazione totale della quattordicesima (per i redditi bassi) e parziale della tredicesima per i pensionati col sistema retributivo e con il sistema misto retributivo-contributivo, fissazione di un limite di età per i coniugi e di forti restrizioni per gli eredi per le pensioni di reversibilità, ricalcolo su base contributiva delle pensioni retributive e aggiornamento rapido dei coefficienti di trasformazione e delle rivalutazioni. Allo stesso modo, si propone di rivedere il sistema dei contributi previdenziali avvicinando le aliquote (ora al 33% per i dipendenti e al 24% per gli autonomi).

I rimedi in ambito fiscale, invece, sono già noti al grande pubblico sia perché già evidenziati dall'Ocse e dalla Commissione Ue, sia perché il programma di +Europa di Emma Bonino in campagna elettorale li aveva fatti propri. Si tratta di: istituzione di una property tax sugli immobili (cioè più Imu per tutti), ampliamento della lotta all'evasione Iva «sguinzagliando» l'Agenzia delle Entrate, aumento delle imposte su dividendi e capital gain (anche esteri) e taglio dei bonus fiscali. In particolare, sostituendo le detrazioni per lavoro dipendente (soprattutto quella delle donne lavoratrici) con un credito d'imposta. Solo in questo modo, secondo l'Fmi, è possibile abbassare Irpef, Ires e Irap.

Il dato di partenza dell'analisi è già stato vagliato dall'Ocse e dalla nostra Ragioneria generale dello Stato. La spesa pensionistica in Italia è la più alta in Europa dopo quella della Grecia e si attesta al 16% del Pil. Le riforme che si sono succedute dalla legge Dini del 1995 alla Fornero del 2011 hanno progressivamente abbassato i costi, ma nel 2025 è atteso il picco di spesa. Le stime italiane sono considerate ottimistiche perché si fondano su un incremento del tasso di occupazione dal 56 al 66,5% nel 2070 e su una crescita media annua del Pil pro capite dell'1,75 per cento. Considerata la scarsa produttività del lavoro, concludono gli esperti, non si pongono molte altre alternative in caso di choc.

La pubblicazione di questo report durante le trattative per la formazione di un governo a guida «populista» (M5S o Lega) dichiaratamente anti-Fornero rappresenta un severo monito. L'Fmi, assieme a Commissione Ue e Bce, è infatti uno dei componenti della troika. Se ne deduce che il commissariamento dell'Italia è più di un'ipotesi di scuola.

martedì 13 marzo 2018

Sul gus di Macerata

Le tre domande dell'opposizione della giunta Carancini. "Quanti soldi il comune ha versato al Gus nel 2017? Perchè la onlus che accoglie gli immigrati, non ha ancora presentato resoconto dell'incasso? Che farà l'amministrazione comunale?" Queste sono le domande che alcuni membri dell'opposizione hanno firmato e presentato a Carancini e vogliono una risposta per il prossimo consiglio comunale del 19 e 20 marzo. Da notare che tra i nomi di chi ha firmato il documento, non c'è nessuno del movimento 5 stelle...

lunedì 5 marzo 2018

Populismi e cadaveri


La sinistra cadavere di Augusto Bassi

Seguire la maratona Elezioni 2018 di Enrico Mentana a volume alzato è stato superfluo. Si sarebbe rivelato sufficiente osservare i volti del ricco parterre per comprendere con vividezza l’andamento degli exit poll. Già torvi e un po’ scrofolosi per natura, si facevano tesi, poi allarmati, quindi sconsolati, infine sepolcrali. Il pensiero levogiro, antiorario al senno, testimone in diretta della propria morte. Che macabra pagina di televisione verità! E via via che i dati si facevano indiscutibili, i malcapitati sono stati chiamati a riconoscerne il cadavere. Gente che ha sempre capito nulla, per lustri e fino a pochi minuti prima dei risultati elettorali, come Annunziata, Giannini, Sorgi, Cerasa, in diretta a commentare il trapasso delle proprie stesse sentenze. Ma se il piglio di Mentana – in grandissima forma per tutta la nottata, fino a dragare la venustà della Dragotto con aria da stracciamutande emerito – si è mantenuto friccicarello malgrado il cordoglio in studio, il volume è servito per intercettare i flebili aliti dei traumatizzati ospiti. La chiacchiera tremolante di Giannini, fino a ieri sprezzante verso i populismi, intraprende l’operazione di riabilitazione dell’insulto, affrancandolo in «popolarismi»; Marco Damilano, aggrappato a una conversione pro-sistema dei 5Stelle, si dichiara sorpreso dall’avanzare della Lega nelle periferie metropolitane; Sorgi scompare inghiottito dal suo tablet, per poi riemergere con il titolo «Vince Di Maio, Italia ingovernabile». Cazzullo, dall’inflessione sua, ci ricorda dell’esistenza dei mercati, della grande Europa, mentre gli elettori italiani hanno appena risposto con meno Europa e un eloquente sticazzi! dei mercati. Per il bene della stabilità, gli scambisti non vorrebbero si votasse; malauguratamente per loro, una volta ogni tanto anche da noi si va alle urne… e può succedere che un pernacchione elettorale li destabilizzi. Irriverente Benedetto Della Vedova, intervenuto a commentare la sciagura della Bonino, che si vende come coraggioso ambasciatore anti-mainstream. Irresistibile osservare l’Annunziata che prende appunti con il lapis sull’agendina di una disfatta scolpita nella pietra con una verga di boro, e imperterrita commenta con il tono di chi la spiega. Lucia bacchetta addirittura Marine Le Pen, festante su Twitter per una consultazione italiana aculeo nel culo flaccido di Bruxelles, suggerendole di star buona perché trombata a casa propria e aggiungendo: «Ci vorrebbe un po’ di sale in zucca sulle previsioni e chi le fa». Se l’inclemente conduttrice applicasse a se stessa i parametri che riserva agli altri, oggi venderebbe carciofi e zucchine a Osci e Sanniti.

Per fortuna arriva Alessandra Sardoni, in diretta dalla sede del Partito Democratico, che sembra balbettare in un regime di quarantena, coraggiosa inviata sulla scena di una terrificante pandemia. «Siamo un grande partito», «A Renzi e alla classe dirigente del PD non c’è alternativa credibile per gli italiani», erano soliti tuonare da quelle stanze e dalle testate assoldatine. Mecojoni! Il Bomba, futuro senatore del Senato che voleva abolire, dopo aver accusato gli avversari di scappare dal confronto, assorbe con il medesimo ardimento il tracollo, arrivando per commentare a caldo la sconfitta con la baldanza di un coniglio palomino. L’indispensabile, la necessaria classe dirigente – dei Gentiloni, dei Minniti, dei Gori, dei Franceschini, dei Rosato, dei Martina, dei Poletti – è stata trattata dai votanti come pattume pronto per l’inceneritore. L’eredità culturale dell’assemblea costituente ha uno scatto d’orgoglio solo nel padre nobile del partito, nell’immarcescibile campione della sinistra di governo, Pier Ferdinando Casini, che trionfa disdegnoso nella sua Bologna. Nel frattempo, la marea nera che doveva investire l’Italia, gli inquietanti rigurgiti neofascisti pronti a deflagrare, i temibilissimi blitz di Forza Nuova e Casa Pound raccontate sulla stampa dai GEDI, via radio da Vittorio Zucconi e in tv da Corrado Formigli, stanno sotto l’1%: perché “la realtà è la loro passione”. Di Stefano si vede per la prima volta in un salotto di Mentana, benché in collegamento, e si lamenta di essere stato trascurato dai media durante tutta la campagna elettorale. Risposte piccate in studio, specie da una Lucia molto indispettita. I sobillatori di mestiere che hanno tirato la volata ai propri campioncini di triciclo fino a un traguardo di paracarri, oracoleggiano ora sui futuri scenari, sugli equilibri di domani, sulla temperie a venire, smarcandosi dalla putrefazione con guizzi alla Margheritoni. E sempre indietro come la coda del maiale. In chiusura, un minuto di silenzio per Morti e uguali, come anticipato l’11 febbraio in questi quaderni. Boldrini, Bersani, D’Alema, Grasso… dal regno della pace e della serenità veglieranno sui propri cari.