martedì 31 marzo 2009

Cei e poveri

Sul bio-testamento la replica al presidente della Camera. Cei, fondo con le banche per i poveri. I vescovi a Fini: "Nessuno Stato etico". Conto di garanzia da circa 30 milioni genererà prestiti per 300 milioni da destinare alle famiglie in difficoltà

ROMA
- I vescovi italiani istituiscono un fondo di garanzia da circa 30 milioni di euro in grado di generare prestiti bancari per 300 milioni da destinare alle famiglie in difficoltà a causa della crisi. Grazie ad un accordo tra la Cei e l'Abi, l'associazione bancaria italiana, Le famiglie con più di tre figli che si trovassero senza lavoro a causa della crisi potranno accedere a una forma di sostegno promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana: avranno diritto a un sussidio di 500 euro al mese per pagare l'affitto o il mutuo. I soldi saranno erogati dalle banche sotto forma di un prestito garantito da un Fondo che la Cei alimenterà con 30 milioni di euro, che saranno raccolti in una colletta nazionale. Le banche da parte loro decuplicheranno il tetto (che è di garanzia, ed è quindi infruttifero) fino a 300 milioni per far fronte ai prestiti che saranno rimborsabili in 5 anni a partire dal raggiungimento di un nuovo reddito da lavoro e con un interesse minimo concordato dalla Cei con l'Abi.

«AIUTERA' 30 MILA FAMIGLIE» - «Abbiamo calcolato - ha detto ai giornalisti monsignor Crociata, neo segretario generale della Cei - che in queste condizioni potranno trovarsi dalle 20 alle 30 mila famiglie. Ci si dovrà rivolgere al parroco e non ci saranno persone dedicate a questo servizio. Le famiglie che rientreranno in questi parametri (dovranno essere coppie sposate, anche se solo civilmente) saranno indirizzate alla Caritas diocesana o agli uffici delle Acli. La banca poi in 10-20 giorni inizia questo sostegno, con l'erogazione mensile della somma di 500 euro. Servirà per l'affitto o il mutuo per un anno. L'erogazione potrà essere rinnovata poi per un secondo anno e non esclude altri aiuti che la famiglia può chiedere o ricevere». Per Crociata, «servirà alle famiglie che hanno perso il reddito a resistere in questa fase difficile per rientrare nel mercato del lavoro. Non è un gesto assistenziale».

«NESSUNO STATO ETICO» - Presentando il fondo di garanzia, monsignor Crociata è tornato anche sul bio-testamento e sui dubbi espressi dal presidente della Camera Gianfranco Fini al Congresso del Pdl. «Ognuno ha sufficiente capacità di fare sue valutazioni. Lo Stato etico mi sembrerebbe altra cosa e la Chiesa non ha mai avuto simpatia per questo tipo di situazione, che esiste dove ci sono delle costrizioni. Non mi sembra questo il caso».

IMMIGRAZIONE
- Un accenno poi della Conferenza episcopale italiana al nodo immigrazione. I vescovi italiani infatti hanno fatto sapere di seguire «con grande pena» le notizie sugli ultimi naufragi di clandestini e hanno ribadito che «chi arriva sul territorio nazionale va accolto e accompagnato», trattato come una persona.

AIDS E VIAGGIO IN AFRICA - Crociata ha poi ricordato anche il viaggio del Papa in Africa e le polemiche sulle dichiarazioni di Ratzinger circa i preservatici. Parlando di Aids e preservativi in Africa, il Papa, ha sottolineato Crociata, «ha mostrato di essere interessato alla persona, alle cause che generano i problemi e a ciò che permette veramente di superarli». «A problemi di ordine etico, culturale, sociale e spirituale non si risponde con espedienti tecnici. Gli strumenti tecnici - ha detto Crociata - sono un aiuto ma, al di là di tutti gli strumenti, dobbiamo guardare all’uomo e permettere di far vivere agli uomini una vita piena e autentica». Il presule ha peraltro rilevato «con rammarico» che «i grandi temi sociali ed etici della visita del Papa sono stati oscurati» dalla polemica sui condom. «Mi chiedo perché», ha aggiunto. «È facile mettere l’accento sulla corruzione dei paesi africani, ma il Papa ha mostrato che anche i paesi occidentali non assumono le iniziative giuste per superare la condizione di sottosviluppo».

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