venerdì 27 marzo 2009

La rivolta dei dipendenti

Stupro Caffarella: salta l'offerta di La Mantia a Racz

ROMA
- Karol Racz costretto dalla rivolta dei dipendenti a rinunciare al lavoro nel lussuoso ristorante di Filippo La Mantia. Due giorni fa lo chef palermitano, in passato a sua volta coinvolto in un caso di "malagiustizia", aveva avanzato un'offerta al romeno, prima accusato e poi scagionato per lo stupro nel parco della Caffarella. A spiegare i retroscena del fallimento della trattativa e' stato lo stesso cuoco: ''Parliamo di razzismo? Posso dire di aver scoperto un altro mondo ed e' stata un'esperienza di vita forte", ha detto La Mantia. (Agr)

Protesta in odore di razzismo. Niente posto di lavoro per Racz:rivolta di cameriere e turisti. Lo chef Filippo La Mantia, che si era offerto di assumere il romeno, si è visto costretto a fare retromarcia

ROMA
— Non impasterà il pane per Filippo La Mantia, non imparerà a fare cannoli e cassate per i clienti dello chef palermitano. Il sogno di Karol Racz sfuma nel giro di 48 ore: una protesta in odore di razzismo costringe il cuoco ad abbandonare il progetto di assumere il romeno. L'annuncio della possibilità di un contratto per l'ex «faccia da pugile» è di mercoledì, ieri La Mantia ha dovuto fare retromarcia di fronte ai reclami: tre cameriere si sono «licenziate» prima ancora di firmare, una ditta di facchinaggio ha sostenuto che i colleghi italiani senza lavoro hanno più diritti di Racz a un contratto e un'agenzia turistica (non italiana, ma il cuoco non vuole dire di quale Paese) ha minacciato via fax di non mandare più clienti. Fra le cameriere una, in particolare, non ha digerito la presenza del romeno: «Ha telefonato — racconta lo chef — e ha spiegato che non le va di lavorare con Racz perché è stato accusato di stupro. Era brava, ma non la assumerò più: non mi piace questa mentalità». L'«incidente» ha turbato La Mantia. «Sono avvilito — ammette —, depresso. Racz è stato già giudicato, per la gente è e resterà "faccia da pugile". Non importa a nessuno che non abbia un letto. Il mostro non è lui, siamo noi». Lo chef, che ha vissuto sulla sua pelle una carcerazione ingiusta molti anni fa, racconta di aver ricevuto in due giorni «centinaia» di mail a sostegno della sua iniziativa e una decina di protesta, per lo più da parte di disoccupati: «Perché assume il romeno? Perché è andato in tv?». «Ho risposto a tutti — dice il cuoco — e ho spiegato che è stato un gesto istintivo. Qualcuno mi ha anche accusato di volermi fare pubblicità». Ora per Racz inizia un periodo difficile. Sembra che anche l'azienda agricola abruzzese abbia ritirato l'offerta di lavoro: resta solo la cooperativa romana che si occupa di manutenzione del verde. «Maledetta la sera in cui ho mandato a Porta a Porta il messaggio con cui dicevo di essere disponibile. Doveva avvenire tutto in sordina»: La Mantia, però, non è sicuro che il progetto si sia arenato per razzismo. «Forse ho scoperto un mondo. Ma per me questa parola è fantascienza: a Palermo — sottolinea — abbiamo sempre convissuto con altre nazionalità».

Lavinia Di Gianvito

... e chissà quanti italiani disoccupati sono avviliti e depressi in questo momento. Non si tratta di razzismo. No. Perchè lui non deve essere un privilegiato esattamente come non lo è nessun altro italiano.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Quei dipendenti, che si sono dimostrati migliori di tanti opinionisti e del loro padrone, meriterebbero tutti un aumento di stipendio!