giovedì 19 marzo 2009

Immigrazione e malattie

... e pensare che ancora si deve discutere sul Ddl sicurezza, specie sulla normativa dei medici. Colpa del governo?

Interprete contagiata dalla Tbc. Lavora per la prefettura con gli immigrati, allarme tra gli agenti. La giovane fa parte della commissione che ascolta i richiedenti asilo del Cara Si è sottoposta al test dopo la morte di Joy Johnson di Mara Chiarelli

Primo esito positivo ai test antitubercolosi, avviati dopo la morte della giovane nigeriana Joy Johnson. Vittima del contagio, diffusosi con ogni probabilità all'interno del Cara, è una interprete di origine marocchina, che fa parte della commissione prefettizia per i richiedenti asilo politico. La donna, di 30 anni, è stata sottoposta a controlli come tutti gli altri presenti nel Campo di Bari Palese, dove Joy Johnson, 24 anni, era arrivata il 14 novembre scorso.Un mese dopo la nigeriana era andata via, trasferendosi a casa di altre connazionali al quartiere Madonnella e finendo a battere il marciapiede alla periferia sud di Bari. Lì è stata trovata agonizzante il 9 marzo scorso da un cliente, che aveva dato l'allarme. L'autopsia, poi, aveva confermato la tubercolosi polmonare in forma avanzata come causa del decesso. Da allora, e già tra le polemiche, erano partiti i controlli al Cara: nei confronti degli ospiti, un migliaio cresciuto di altri 47 arrivati da Lampedusa due giorni fa, ma anche del personale venuto a contatto con la giovane prostituta. E il primo risultato positivo al test (occorrono tre giorni dalla puntura sotto pelle) è arrivato proprio due giorni fa: l'interprete marocchina, è stato accertato, aveva avuto due colloqui con Joy Johnson, proprio per la sua richiesta di asilo politico. Ora dovrà sottoporsi a una terapia farmacologica della durata di sei mesi minimo. E già dalle 9 di oggi il questore Giorgio Manari, avvierà la profilassi nei confronti del personale dell'Ufficio Immigrazione e delle interpreti: sarebbero in tutto una cinquantina le persone più "a rischio contagio", e oggi saranno una dozzina quelle sottoposte a test. Ma per il Sap, il sindacato autonomo di polizia, non è misura sufficiente: «Chiediamo che i controlli siano estesi anche al Cie - spiega il segretario provinciale barese John Battista - e al personale della sezione Volanti. Si tratta, in questo ultimo caso, di agenti sempre a contatto con i cittadini e che, quindi, potrebbero maggiormente diffondere il contagio». Il sindacato punta il dito anche contro l'Ufficio sanitario che, dichiara il segretario, non organizza «corsi di formazione per tutti i coloro che lavorano a contatto con il pubblico. I colleghi - dice - non sono al corrente dei rischi che corrono e delle precauzioni da utilizzare». Carente, secondo John Battista, anche l'assistenza in questo momento critico: «Avrebbero dovuto fare prima i controlli, non sarebbe costato molto, se non il prezzo esiguo del kit per il test. Invece ora, c'è chi lo sta pagando di tasca propria: 17 euro per stare più tranquilli».

3 commenti:

demiurgo77 ha detto...

Dal 14 novembre al 9 marzo sono quasi quatro mesi! Togliamone uno, anzi no, togliamone due: voglio essere generoso! Per due mesi la meretrice ha praticato: facciamo finta che lavorasse un notte sì e una no e che, per compensare l'approssimazione per difetto, ogni sera avesse un cliente diverso! Una trentina di dementi che hanno avuto rapporti molto ravvicinati con la giovane professionista. Ognuno di questi integerrimi signori si muove in un contesto sociale, più o meno ristretto, di scambi relazionali: genitori, figli, coniuge, parenti, colleghi, parrocchia, volontariato, senza contare i contatti occasionali.
Che si fa? In quarantena ci mettiamo solo la Puglia o è meglio isolare l'Italia direttamente da Roma in giù?
Avanti, che i poveri clandestini han diritto a vivere al di là di ogni regola e in libertà! Forza, tutti via da Lampedusa, in giro per il paese!
Siamo gli ultimi italiani: e fin qui, l'avevamo capito! Ma almeno lasciateci vivere fino alla fine dei nostri giorni!

Anonimo ha detto...

Però continuiamo, o meglio, i nostri pseudopolitici non stanno facendo assolutamente niente per fermare queste orde barbariche. Meno immigrati, meno ingressi, meno clandestini è uguale a meno malattie infettive. Non sarebbe poi così difficile, no?

No, perchè la Tbc, la lebbra e altre malattie (sconfitte nei paesi civili), le portano i "poveri migranti", mica le portiamo noi.

Elly

Anonimo ha detto...

La situazione sarebbe semplice: retate di immigrati nei luoghi in cui di solito bivaccano, ed esecuzione forzosa dei test medici per le malattie infettive.

Chi è malato, fuori dalle balle.

Ma ovviamente sarebbe un'azione fascista e xenofoba...

Colpa di Maroni anche l'immigrato che durante il governo Prodi diffuse a Milano LA LEBBRA?

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