venerdì 25 novembre 2016

Espropri criminali

Le case da requisire: si parte dall’Adriatico di Ruggiero Capone

È iniziato al Viminale il conto alla rovescia per il massiccio piano di requisizioni immobiliari lungo le coste adriatiche. Secondo indiscrezioni di certi dipendenti dell’Interno, la prova di forza con la cittadinanza inizierà da Pescara: dove lo Stato dovrà fronteggiare chi s’opporrà alla consegna delle seconde case rivierasche destinate dalla Prefettura all’ospitalità di cittadini extracomunitari, profughi e rifugiati politici. Nel mirino circa centomila immobili, dalla provincia di Lecce sino a Trieste. Pescara sarebbe stata prescelta come unità pilota sperimentale. Verranno requisite solo le seconde case sfitte e non le strutture alberghiere: queste ultime possono solo offrire il servizio d’alloggio, che verrebbe valutato dalla prefetture. Per il momento l’operazione decollerebbe dal comune adriatico abruzzese e riguarderebbe circa 5.500 alloggi, tutti tra Vasto e Francavilla a Mare: il via libera alla requisizione sarà attivato intorno al 20 dicembre.

Ad oggi solo Goro (nel delta del Po) e la provincia di Verona hanno già assaggiato la requisizione immobiliare. I servizi segreti pare abbiano già allertato il Governo circa eventuali proteste violente da parte di italiani non disposti a farsi requisire l’immobile. Anche perché nell’immediato non vi sarebbero risorse da destinare ai proprietari, causa la concomitanza di eccezionalità dell’evento e la penuria di risorse finanziarie: va rammentato che rimarrebbero comunque a carico del proprietario sia l’Imu che la Tasi, nonché verrebbe calcolato il reddito ai fini della dichiarazione nei modelli 730 e 740.

Ovviamente, chi si vedesse requisito l’immobile avrebbe (ma solo sulla carta) il diritto ad un fantomatico indennizzo: per farselo riconoscere e quantificare dovrebbe comunque azionare un iter legale contro lo Stato, costoso e con esito incerto. Il Governo avrebbe già parlato di “extrema ratio”, “vista l’eccezionalità dell’evento e la poca disponibilità degli italiani a collaborare all’accoglienza” spiega una fonte dell’Interno. Gente vicina al ministro Alfano (titolare dell’Interno) parla di “provvedimento temporaneo”, che “diverrebbe definitivo, e configurabile in esproprio, se nei riguardi del proprietario dell’immobile si configurassero reati eversivi in danno dello Stato”: come a dire “non ribellatevi, altrimenti non rivedete più casa”. In favore della requisizione rema l’ultimo rapporto di Fondazione Migrantes e Servizio centrale Sprar, reso pubblico lo scorso 16 novembre, in cui si spiega che “su ottomila comuni italiani solo 2600 hanno accolto i migranti”, cioè un comune su quattro. Il 10 agosto di quest’anno il ministero dell’Interno ha approvato un decreto per potenziare il sistema ordinario di accoglienza chiamato Sprar proprio per limitare il ricorso all’accoglienza di emergenza dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas). “Lo Sprar, infatti - spiega il rapporto - permette una maggiore trasparenza e rendicontazione delle spese e risponde a linee guida nazionali che il sistema di accoglienza straordinario non è tenuto a seguire”.

Per fronteggiare eventuali rivolte da parte degli italiani dovrebbero essere distaccati nei comuni interessati alla requisizione circa duemila uomini interforze, tra esercito, carabinieri, Guardia di finanza e polizia di Stato. Per l’occasione anche il ministero della Giustizia starebbe affilando le armi, per garantire processi rapidi e disponibilità detentiva per gli italiani che s’opponessero (anche violentemente) al piano del Viminale. Secondo molti sindaci della riviera adriatica “questa è la fine del turismo”. Intanto gli 007 starebbero già monitorando tutti i residenti, cercando di capire se possano organizzarsi in gruppi di resistenti ribelli.

A conti fatti, ed a causa delle espulsioni verso l’Italia da parte degli altri Paesi Ue (vale la regola del primo approdo), lungo l’Adriatico si dovranno garantire alloggi per non meno di un milione e mezzo di migranti.

sabato 19 novembre 2016

Errani snobba i cittadini...

Conferenza stampa solo coi giornalisti e i sindaci. I cittadini, tutti fuori. Per la serie, la trasparenza è tutto... e non solo. Stanno uccidendo gran parte della regione marche. Grazie! Grazie infinite per tutto! Qui il video e l'articolo. Mi piacerebbe sapere quanto viene pagato Errani per questo lavoro. Quanto sta rubando anche ai cittadini che hanno perso tutto durante questo terremoto?

venerdì 18 novembre 2016

Scusate...

SCUSATE SE NON SIAMO MORTI di Maria Laura Pierucci

Scusate se non siamo morti. Siamo solo ruzzolati per le scale dopo il ballo in pigiama, a piedi nudi. Un risveglio dei più crudi col boato e con l'urlo delle cose, il tintinnio dei vetri, l'attorcigliarsi di serpi velenose di paura e di sgomento, lo sbattere di porte come ci fosse il vento, lo scricchiolare di ogni sicurezza, l'impazzire dei cuori, i fiati corti... Scusate se non siamo morti. Certo per voi sarebbe stato meglio saperci sotto metri di macerie per dar la stura a quella vostra serie di atteggiamenti buoni e pii, tutti in prima fila tutti compunti e tristi col solo scopo d'esser notati e visti. Poi palloncini bianchi e battimani e "non vi scorderemo mai"... Ma all'indomani non per essere cattivi vi sareste scordati anche di noi, di noi che siamo vivi. Stavolta però vi abbiam gabbati, non farete la vostra passerella, siam vivi e a testa alta, almeno quella, anche se soli, cupi e bastonati. Ma faremo come l'araba fenice che sorge dal suo corpo incenerito più grande, più bella e più felice.

martedì 15 novembre 2016

Sul terremoto di serie b

E' stato nominato Vasco Errani per ovviare e risolvere il problema terremoto ed ecco come lo risolve: tagliando fuori dal primo e dal secondo cratere, decine e decine di paesini e borghi che hanno subito gravi danni. Di che vogliamo parlare? Del no della camera al gasdotto che comunque andrà avanti? O dei lettini da mare dati agli sfollati mentre i clandestini dormono comodamente in hotel? O il miliardo di euro che verranno spesi per gli armamenti? Mi fa schifo questo governo non eletto, mi fanno schifo i suoi componenti e mi fermo qui perchè mi viene da augurare loro il male peggiore.
 
Terremoto, ecco in anteprima i Comuni del cratere. Niente tasse per chi ha subìto danni di MARIO DI VITO

Ascoli, 14 novembre 2016 - Sono diventati 128 i Comuni inseriti all’interno del cratere del terremoto che da oltre due mesi funesta l’Italia centrale. Ai 60 individuati a metà ottobre, se ne aggiungono altri 68, quelli cioè che hanno subìto danni con le nuove scosse di fine ottobre. L’elenco è contenuto nella relazione tecnica allegata al decreto varato dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi. Le misure già previste per l’emergenza di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto saranno così allargate a un bacino territoriale molto più grande, distribuito su quattro regioni (Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo) e sei province (Perugia, Macerata, Ascoli, Fermo, Rieti e Teramo): in quest’area si concentrerà la maggior parte degli interventi del governo.

La novità più importante riguarda le città più grandi (Teramo, Rieti, Ascoli, Macerata e Spoleto) che avranno la facoltà di sospendere i vincoli del patto di stabilità e, per tutta la durata del decreto (ovvero fino alla fine dell’emergenza), dovranno sopprimere le imposte comunali soltanto a chi ha subìto danni e sarà in grado di dimostrarlo «mediante adeguata documentazione», come scrive il commissario alla ricostruzione Vasco Errani. La questione è di capitale importanza, ed è stata anche il principale scoglio – superato – nella stesura dell’elenco dei Comuni del cratere: sospendere le tasse locali a tutti i cittadini avrebbe voluto dire, almeno per le città più grandi, sfondare il proprio bilancio ed esporsi a un rischio fortissimo di dissesto finanziario. Le amministrazioni pubbliche, inoltre, avranno la possibilità di assumere fino a 350 persone con contratti a tempo determinato.

Stesso discorso per la protezione civile, che potrà assumere fino a 20 persone e allargare i propri cordoni di spesa fino a 140mila euro per quest’anno e 960mila euro per il prossimo. Per il resto, sarà finanziata al 100 per cento la ricostruzione delle case, mentre fuori dal cratere il governo darà contributi fino al 50 per cento del valore dei danni subìti. I sindacivedono aumentare i propri poteri e le proprie responsabilità: per ristrutturare i beni culturali, ad esempio, i Comuni potranno procedere ad affidare senza gara tutti i lavori di importo inferiore ai 40mila euro. In altre parole, i cantieri potranno aprire in tempo brevissimo, senza dover passare per il canonico percorso delle gare d’appalto.

I sindaci, poi, avranno l’onere di individuare le aree in cui insediare le abitazioni provvisorie, particolare che, in caso di mancata comunicazione, sarà a carico del Dipartimento di protezione civile e delle Regioni. Per rimettere in piedi il territorio demolito dal sisma, il governo ha anche varato imponenti misure finanziarie: 412 milioni per il 2016, 346 milioni per il 2017, 280 milioni per il 2018, 62 milioni per il 2019, 42 milioni per il 2020, 2 milioni per il 2021 e 140mila euro per il 2022. Entro una decina di giorni, il ministero dell’Economia provvederà a licenziare una serie di decreti per le variazioni al bilancio.

L’obiettivo è di completare la maggior parte dei lavori da qui a due anni, in modo da far tornare alla vita normale i paesi della fascia appenninica il prima possibile. La partita più importante, dunque, è quella contro il tempo: più ne passa e meno saranno le possibilità che i borghi montanari torneranno ad essere abitati.

Ecco l’elenco dei Comuni marchigiani compresi nel cratere:

PROVINCIA DI ASCOLI

- Primo cratere

Acquasanta Terme, Arquata del Tronto, Comunanza, Cossignano, Force, Montalto delle Marche, Montedinove, Montegallo, Montemonaco, Palmiano, Roccafluvione, Rotella, Venarotta

- Nuovo cratere

Appignano del Tronto, Ascoli, Castel di Lama, Castignano, Castorano, Colli del Tronto, Folignano, Maltignano, Offida, Spinetoli

PROVINCIA DI MACERATA

- Primo cratere

Acquacanina, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, Gualdo, Penna San Giovanni, Pievebovigliana, Pieve Torina, San Ginesio, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Ussita, Visso

- Nuovo cratere

 Apiro, Belforte del Chienti, Caldarola, Camerino, Camporotondo di Fiastrone, Castelraimondo, Cingoli, Colmurano, Corridonia, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Loro Piceno, Macerata, Matelica, Mogliano, Monte San Martino, Montecavallo, Muccia, Petriolo, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Ripe San Ginesio, San Severino, Sefro, Serrapetrona, Serravalle del Chienti, Tolentino, Treia, Urbisaglia

PROVINCIA DI FERMO

- Primo cratere

Amandola, Montefortino

- Nuovo cratere

Belmonte Piceno, Falerone, Massa Fermana, Monsampietro Morico, Montappone, Monte Rinaldo, Monte Vidon Corrado, Montefalcone Appennino, Montegiorgio, Monteleone, Montelparo, Ortezzano, Santa Vittoria in Matenano, Servigliano, Smerillo.

venerdì 11 novembre 2016

Sul terremoto che non c'è stato...

Quanto segue, è ciò che scrive una mia amica veterinaria sulla sua pagina facebook:

"Un pomeriggio passato a Pieve Torina a cercar di recuperare gatti...la zona rossa è completamente deserta, abbandonata...case a cui manca una metà, altre con dei buchi, le più "sane" con le famigerate crepe a X... la scuola media devastata... uh ma guarda, lì ci parcheggiavo sempre! C'è silenzio, troppo, l'unico suono è quello delle cornacchie e delle taccole che sembrano essere a centinaia, ma che probabilmente sono le stesse che c'erano anche prima, ma che mescolavano i loro rumori con quelli della vita di tutti i giorni che ora non c'è più. Mi sento quasi in colpa perché io una casa dove tornare a togliermi le scarpe ancora ce l'ho. Eppure sotto il tendone della mensa del campo la gente ride e scherza con i vigili del fuoco e quelli della protezione civile..e la signora Maria, terremotata di Amatrice, tra un piatto di lenticchia consegnato e l'altro, ci racconta pure la barzelletta della pecora gialla e addirittura ci insegue x non farci andare via senza sapere il finale! Questo è lo spirito che ho visto oggi tra quelle persone, per le quali probabilmente ora la cosa che assomiglia di più al calore di una casa sono proprio quei momenti in cui si ritrovano tutti insieme a mangiare sotto i tendoni. Forza Marche, ce la faremo a rialzarci!"

Io, da pessimista quale sono, so per certo che infatti, se possiamo rialzarci, dovremmo farlo esclusivamente da soli. Ma so anche con certezza che nulla tornerà nè come prima, nè lontanamente come prima. Un altro esempio: Tolentino, cittadina turistica e termale, 20 mila abitanti, 11 mila sfollati...  L'ospedale di Amandola è stato completamente sgomberato perchè semidistrutto ed era stato risistemato da poco tempo...

giovedì 10 novembre 2016

Il terremoto?

Il terremoto non c'è mai stato. Questo è. Ad oggi, non si sa ancora (o meglio, si sa) se, come e quando avverrà questa fantomatica ricostruzione. Questa è la pagina fb del Castello Pallotta di Caldarola che ha resistito al terremoto di agosto ma che non ha superato quello del 30 ottobre. In quel castello si potevano fare visite guidate, pranzi, cene, cerimonie, convention... ed era (è) un bellissimo castello. Ora non si possono più fare. L'ultimo post risale a ieri e lo staff chiede aiuto. Questo è il grido di aiuto del castello, poi ci sono altre grida di aiuto, quelle delle persone dei paesini arroccati sui sibillini che non vogliono lasciare la loro terra, il loro lavoro, i loro animali ma soprattutto, le loro radici. E l'avevo detto e lo ripeto, questo terremoto (che in realtà non c'è stato) è un terremoto di serie b. E il governo ce lo ha fatto capire sin dall'inizio. Buona parte delle marche sta morendo o è già morta.

"La storia del Castello Pallotta è segnata da costruzioni e ricostruzioni ricorrenti.
È la storia inevitabile della nostra terra. Oggi siamo chiamati a rinnovare questa tradizione e scrivere la nostra parte di storia.
È un dovere morale: verso chi ci ha lasciato questo patrimonio, verso chi oggi lo possiede e lo custodisce con passione e non ultimo verso tutti i visitatori e gli amici che ne seguono le sorti e ne apprezzano la bellezza.
Quotidianamente stiamo monitorando la situazione. Dopo diversi sopralluoghi possiamo affermare che il castello è ancora vivo. Le condizioni non sono drammatiche.
Stiamo lavorando per alzarci di nuovo, ma abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti.
Tutti coloro abbiano a cuore le sorti del Castello e di una comunità intera.
Non esitate a contattarci.
Siamo raggiungibili telefonicamente al 3477974639 o tramite mail a info@castellopallotta.com

Lo staff"

Donald Trump non ha un programma

Vi hanno informato di come insulta le donne, i messicani, gli immigrati – e i giornalisti. Conoscete le signore che ha palpato 35 anni orsono. Ma del suo programma politico non vi hanno detto niente. Anzi, vi han fatto credere che un pagliaccio come quello non ha alcun programma. Ecco i punti che Donald Trump ha delineato nel suo recente discorso a Gettysburg, che Newt Gingrich ha definito “il più importante discorso politico della storia recente americana”.

1 – Metterà un termine (ciò richiede un emendamento costituzionale) al numero di volte in cui un parlamentare può essere rieletto: l’assenza di tale limite ha reso il Senato Usa una casta di inamovibili. John McCain per esempio è senatore ininterrottamente da 16 anni, e prima è stato parlamentare dal 1983 al 2000. Quarant’anni sulla scena politica.

2 – Blocco delle assunzioni dei dipendenti federali (tranne forze armate, sanità pubblica e polizia) allo scopo di ridurne il numero per attrizione.

3 – Istituire un divieto di cinque anni per i dipendenti della Casa Bianca e del Congresso che lasciano il servizio, prima che possano impiegarsi come lobbisti. Il divieto sarà a vita per i dirigenti della Casa Bianca che fanno lobby per uno stato estero.

4 – Vietare ai lobbisti esteri di dare fondi per le elezioni americane.

5 – Rinegoziare il trattato commerciale NAFTA, o ritirarsene.

6 – Annunciare il ritiro dal Trans-Pacific Partnership (zona commerciale di cui fanno parte 12 paesi: Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Nuova Zelanda, Perù, Singapore, Stati Uniti, Vietnam).

7 – Dare al Segretario al Tesoro le direttive per accusare la Cina di manipolare la sua valuta (esportando di fatto sottocosto). Direttive al Segretario al Tesoro e allo US Trade Representative di identificare tutti gli abusi delle nazioni estere esportatrici che si traducono in un danno ingiusto ai lavoratori americani, e perché mettano fine immediatamente a tali abusi.

8 – Togliere tutte le restrizioni (volute dagli ecologisti) che limitano l’estrazione delle riserve energetiche americane; dare il via ai progetti infrastrutturali come l’oleodotto Keystone (dall’Alberta, Canada, al Texas), bloccato da Obama per motivi ambientalisti.

9 – Cancellare i miliardi dati all’ONU per far avanzare i programmi di cambiamento climatico, e dirigere quei fondi a rammodernare la rete idrica e le strutture ambientali dell’America.

10 – Abolire tutti gli atti esecutivi incostituzionali emanati dalla presidenza Obama.

11 – Iniziare le procedure per sostituire il giudice della corte suprema Antonin Scalia (cattolico, conservatore, bestia nera dei LGBT), da poco defunto: Trump ha dichiarato di avere “una sua lista di venti giudici che difenderanno la Costituzione”.

12 – Cancellare ogni finanziamento federale alle “Città Santuario” (Sanctuary Cities): sono una dozzina di grandi città (New York, Chicago, San Francisco) dove il Comune, progressista, vieta alle sue polizie locali di collaborare con le autorità federali di repressione dell’immigrazione clandestina, per esempio non richiedendo mai i documenti ad un individuo per accertarne lo stato di immigrante illegale.

13 – Cominciare l’espulsione dei due milioni di immigrati illegali che hanno commesso reati; cancellare i visti d’entrata in Usa agli stati esteri che non si riprendono indietro questi immigrati; sospendere l’immigrazione da aree del mondo dove pullula il terrorismo, e dove la selezione non può avvenire con sicurezza.

14 – Lavorare col Congresso ad una Legge di Alleviamento e Semplificazione Fiscale per la Classe Media: un piano economico di forti riduzioni e semplificazioni fiscali specificamente destinato alle classi medie. Una famiglia di classe media con due figli avrà un taglio fiscale del 35%. Il numero di scaglioni fiscali sarà ridotto dagli attuali 7 a 3. L’aliquota per le imprese, ridotta dal 35 al 15 per cento. Le migliaia di miliardi che le multinazionali americane hanno all’estero, saranno rimpatriati con una tassazione del 10%.

15 – Lavorare col Congresso per cancellare lo Offshoring Act, la legge che facilita le aziende a delocalizzare la produzione all’estero (licenziando i lavoratori americani) e importare i loro prodotti esenti da tasse. Anzi, imporre tariffe che scoraggino questi metodi.

16 – Lavorare col Congresso per una Legge sulle Infrastrutture che, attraverso partnership pubblico-private, e incentivi fiscali ai privati, mobiliti mille miliardi di dollari in 10 anni per la riparazione delle infrastrutture (oggi del tutto trascurate) del paese. Sarà “revenue neutral”, lo Stato non preleverà imposte da questo programma.

17 – Lavorare col Congresso ad una legge scolastica che ridiriga i fondi per la pubblica istruzione allo scopo di restituire ai genitori la scelta in quali scuole mandare i propri figli. Dare la supervisione delle scuole alle comunità locali. Espandere la istruzione tecnica. Rendere il college (2- 4 anni) più abbordabile.

18 – Lavorare col Congresso all’abolizione totale dello Obamacare (la “riforma della previdenza sanitaria” di Obama, rivelatasi disastrosa) e sostituirla con Conti di Risparmio Sanitari, la possibilità di scegliere assicurazioni sanitarie al di fuori del proprio Stato, e dare agli Stati il compito di gestire i fondi Medicaid. Snellire la FDA.

19 – Lavorare col Congresso ad una Legge per cure mediche sostenibili per Bambini e anziani. Permettere di dedurre le spese sanitarie per bambini e anziani dalle imposte; incentivare datori di lavoro a fornire asili-nido aziendali; creare Conti di Risparmio per la Sanità di giovani e anziani “a carico”, esenti da tasse, con contributi per adeguare la partecipazione delle famiglie a basso reddito.

20 – Lavorare col Congresso ad una Legge per finire l’immigrazione illegale. Finanziare la costruzione di un muro nel confine meridionale, con l’intesa che sarà il Messico a rimborsarne il costo (sic); decretare due anni di prigione minimo per il rientro illegale in Usa dopo un’espulsione, e di minimo 5 anni se chi rientra è stato già condannato per reati gravi. Aggravare le pene per chi supera il periodo di soggiorno indicato nel visto d’entrata.

21 – Lavorare col Congresso per costituire una task force sui crimini violenti, accrescere i fondi per programmi di addestramento.

22 – Lavorare col Congresso per una legge di Riabilitazione della Sicurezza Nazionale. A Gettysburg, Trump ha parlato soprattutto ai reduci delle mille guerre americane, lasciati spesso nella miseria e nelle strade, malati, senzatetto. Ma è noto che vuole una revisione della NATO, e in genere degli obblighi degli Stati Uniti all’estero; gli alleati non devono contare su una difesa automatica da parte di Washington; e vuole un’intesa con Mosca.

Al di là delle esagerazioni (dopotutto, alla Berlusconi o Beppe Grillo), il filo demagogico e sbruffonerie (si noti quante volte gli occorrerà “lavorare col Congresso”, la cui simpatia non è affatto garantita, per attuare le sue riforme), una cosa è chiara: il programma di Trump ha cura delle classi medie ed operaie, umiliate dalla globalizzazione.

Quando parla di “60 mila fabbriche che hanno dovuto chiudere negli ultimi quindici anni e i cinque milioni di lavori industriali distrutti”, non s’inventa niente – e dice una verità che i politici non hanno mai pronunciato a così alta voce, e scalda i cuori degli umiliati. Dice chiaro che la globalizzazione economica è stata una sciagura per l’America lavoratrice.

Protezionista senza complessi, Trump propone di aumentare i dazi sui prodotti importati – e fino al 40% sulle merci cinesi. Ha applaudito al Brexit (Nigel Farage è suo grande amico), è contro tutti i trattati mondializzatori, TTP, Accordo di Libero Scambio con la UE e con gli asiatici, “colpo mortale all’industria manifatturiera degli Stati Uniti”. Ha ventilato addirittura l’uscita degli Usa dalla World Trade Organisation, Organizzazione Mondiale del Commercio, gendarme e poliziotto del liberismo globale, “un disastro”. Anatema per lorsignori di Washington, teorici economisti, e i profittatori di Wall Street, ma che riempiono il cuore di speranze nella Rust Belt, la vasta zona delle aree industriali dismesse dove gli impianti arrugginiscono e la disoccupazione e la povertà dilagano.

Siccome parla a questi cuori di lavoratori e disoccupati, Trump – al contrario dei repubblicani – non vuole tagliare le spese di previdenza sanitaria e di assistenza pubblica: molti elettori repubblicani, senza lavoro, di 65 anni hanno bisogno della Social Security (la pensione di vecchiaia) e Medicare (l’assistenza malattia, minima, dei poveri) ampliata da Obama. Ha promesso la riduzione dei prezzi dei farmaci, e proposto la riduzione di una imposta federale che tocca i 73 milioni di famiglie di reddito modesto.

Per contro, aumenterà il carico fiscale – ha giurato – sui traders degli hedge funds che guadagnano fortune, sugli speculatori di Wall Street; ha promesso il ripristino della Glass-Steagall Act (la legge che vietava la commistione banca di risparmio e banca d’affari speculativa, votata nel 1933 e abrogata da Clinton nel 1990 – causa della crisi Lehman e Subprime del 2007.

Fonte: nexusedizioni.it

mercoledì 9 novembre 2016

E poi arriva lei...

... a dire una cretinata del genere. E la paghiamo pure.

La provocazione della deputata del Pd. «Questa elezione è una tragedia, non potevamo avere una notizia più brutta, l'unica cosa che ci può aiutare è pensare che il 2016 è un anno bisestile. Incredibile, una disgrazia dopo l'altra. Per me l'elezione di Trump è peggio del terremoto francamente». Lo ha detto Ileana Argentin, deputata del Partito Democratico, questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, secondo quanto riferisce l'emittente.  «Il governo di Obama è stato straordinario. Trump ha dimostrato di essere razzista, lontano dalla quotidianità e dalla normalità del vivere comune, quindi è un pò un essere che scende con i suoi milioni di dollari in un Paese. Con il potere che avrà combinerà tanti guai anche se mi auguro che poi tutto rientri in una situazione di normalità. All'elezione di Trump non riesco ancora a credere. Trump potrebbe essere una vera e propria miccia che con facilità metterà i fucili in mano alla gente. E la cosa che mi manda in follia è che gli americani ancora una volta credono che tutto si possa cambiare con l'arroganza, con chi grida più forte», aggiunge la deputata dem. Argentin, infine, vede somiglianze tra Trump e Grillo: «L'arroganza li accomuna, così come il fatto di gridare sempre contro qualcuno senza mai proporre qualcosa. E poi non sanno mediare. Chi non sa mediare può comandare ma non certo amministrare». 

M5S, "PEGGIO DI TERREMOTO? IL PD HA PERSO LA TESTA..." 
  
«Apprendo dalle agenzie che secondo la deputata del Pd Ileana Argentin l'elezione di Trump è peggio del terremoto. Spero umanamente che questa frase non sia vera e che venga prontamente smentita perché, in caso contrario, sarebbe davvero sconvolgente. Qualcuno ha perso la testa». Così in una nota la deputata marchigiana M5s, Patrizia Terzoni. «Sono di Fabriano - prosegue - e insieme a tanti miei corregionali e cittadini delle altre regioni colpite stiamo vivendo settimane terribili, nel costante terrore che la terra torni a tremare. Abbiamo avuto quasi 300 morti, decine di migliaia di sfollati, persone che hanno perso tutto, territori azzerati. Davvero è anche difficile trovare gli aggettivi giusti per definire queste dichiarazioni».

Sulla vittoria di Donald Trump


Gli americani...

Oh, caspita, ha vinto quel mostro maschilista e xenofobo di Trump! Non ci posso credere!

venerdì 4 novembre 2016

Sulla immensa stupidità

Dunque, cari idioti politici, voi non avete la più pallida idea di cosa abbia significato questo terremoto per tante, troppe persone. Andate lì, vi fate vedere mezzora, adottate pelose frasette di circostanza: "non vi lasceremo soli", "ricostruiremo tutto"... e blablabla. No, a quelle persone già le avete lasciate sole da subito e da dopo, in certi paesini arroccati sulle montagne, non ci siete passati voi politici e non c'è passato nessun altro. Ci sono solo cumuli di macerie e basta. Non immaginate nemmeno che ci sono animali lasciati morire di sete e di fame, ed erano animali che servivano a quelle persone per fare formaggi, salumi e per sopravvivere. Non immaginate nemmeno che ci sono gatti e cani morti sotto le macerie o lasciati morire di fame e di sete. Avete fatto passerelle ad Amatrice, a Norcia e a Cascia ma, controllate la cartina di quanti paesini c'erano sui sibillini e che adesso non ci sono più. Non conoscete quella gente che ha perso tutto e, soprattutto, non conoscete i luoghi. E quindi, per favore, evitate di dire che "ricostruiremo tutto come prima". Perchè è impossibile. Non illudete le persone che hanno perso tutto e che non avranno più niente. Sinceramente, se la mia casa crollasse, spererei di morirci dentro. Perchè sarebbe difficile ricominciare una vita dopo. Quell'anziano che si è sparato dopo aver visto la sua casa, i suoi sacrifici di una vita, crollare, non ha retto e forse ha avuto ragione. E soprattutto, non dite cazzate così tanto per dirle perchè i bambini, capiscono molto di più degli adulti. Per inciso, si, lei è nata nelle marche e nelle marche ha una immensa tenuta, è laureata ed è la presidentA della camera... ma è più stupida di una foca.

Porto San Giorgio

Una nuova scossa, di bassa è breve intensità si è registrata stamattina con epicentro a Porto San Giorgio, quindi, sul mare.

mercoledì 2 novembre 2016

Un comunicato

TERREMOTO: SNAM E GOVERNO METTANO LA PAROLA FINE AL MEGAGASDOTTO APPENNINICO

L’Appennino centrale continua a tremare con effetti devastanti su popolazioni ormai allo stremo. I sismologi sostengono che, quanto accaduto il 24 agosto, il 26 ottobre e dopo la scossa di ieri, faccia supporre che siamo di fronte a tre terremoti distinti, i quali hanno prodotto un susseguirsi di attivazione di faglie e sciame sismico con magnitudo elevata, apertura del terreno e dislocazione del piano di campagna: un “contagio sismico” con un effetto domino molto preoccupante secondo il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche). I sismologi spiegano che è l’intero sistema di faglie dell’Appennino che si sta muovendo, vale a dire che Amatrice è “figlia” dell’Aquila e i due ultimi eventi sismici sono “figli” di Amatrice. Di fronte a quello che sta succedendo siamo costretti a gridare forte: la Snam e il Governo Renzi chiudano una volta per tutte la vicenda del supergasdotto lungo l’Appennino. Insistere con un’opera tanto  pericolosa, in territori così pesantemente colpiti dalla  sequenza di terremoti che dal 1997 ad oggi stanno devastando l’Appennino centrale, è una follia. Queste zone terremotate, le cui popolazioni stanno vivendo ore drammatiche tra crolli e macerie, sono le stesse che dovrebbero essere attraversate dal megagasdotto: Norcia, Visso, Preci, Cascia, Serravalle del Chienti…,sono esattamente alcuni dei Comuni sul cui territorio la Snam insiste nel far passare il metanodotto “Rete Adriatica” di 687 km. E’ impressionante constatare come, sovrapponendo il tracciato del grande gasdotto con la mappa della pericolosità sismica del centro Italia, molti dei Comuni attraversati dalla infrastruttura Snam, sono altrettanti epicentri, o località vicinissime ad essi, dei disastrosi sismi degli ultimissimi anni: quello del 2009 a l’Aquila, quello di due mesi fa ad Amatrice e i due recentissimi terremoti di questi giorni. Ha senso perseverare in una ostinata decisione di imporre una infrastruttura che dovrebbe attraversare tutta la dorsale appenninica così critica sotto il profilo geologico e che sta manifestando, in questi ultimi anni, mesi e giorni, tutta la sua forza distruttrice? Le faglie non hanno ancora smesso di muoversi, dicono i sismologi e, in questo contesto, Sulmona e la Valle Peligna, dove oltre al gasdotto la Snam vuole insediare anche la centrale di compressione, dovrebbero stare tranquille?  Gli esperti non si stancano di ricordarci che il nostro problema è la faglia del Morrone, “silente” da oltre 1900 anni, ma che potrebbe attivarsi in ogni momento con un terremoto che potrebbe raggiungere una magnitudo di 6.5. Le rassicurazioni che sistematicamente vengono date, non tranquillizzano affatto i cittadini: il rischio per l’incolumità delle persone esiste data l’elevata sismicità delle zone attraversate e lo ha esplicitato in modo chiaro e inequivocabile la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati nella risoluzione unanime del 26 ottobre 2011, con la quale impegnava il Governo alla modifica del tracciato. Non è ammissibile che gli interessi della multinazionale del gas possano prevalere sul diritto dei cittadini a veder tutelata la propria sicurezza e la propria salute. E’ di qualche giorno fa la pubblicazione del decreto che accelera i tempi per le grandi opere e che entrerà in vigore il prossimo 11 novembre. Nessuna opera cosiddetta “strategica”, può essere anteposta alla incolumità delle persone!

I nostri rappresentanti istituzionali ai vari livelli, dietro la spinta del movimento dei cittadini, hanno espresso la loro contrarietà all’opera, ma si sono fermati all’approvazione di meri atti amministrativi, senza mettere in campo nessuna efficace iniziativa nei confronti del Governo. Considerata la forte preoccupazione esistente nella nostra popolazione per quello che potrebbe accadere se l’opera venisse a breve autorizzata, auspichiamo un immediato ed incisivo intervento da parte del Sindaco di Sulmona e degli altri Sindaci del territorio, del Presidente della Provincia, della Regione e dei Parlamentari. ORA E SENZA NESSUN INDUGIO!. Il governatore Luciano D’Alfonso, insieme ai governatori dell’Umbria, delle Marche e del Lazio, chiedano al Presidente del Consiglio Renzi di fermare ogni procedura autorizzativa rispetto al gasdotto e alla centrale e di dare attuazione alla decisione, finora disattesa, del Parlamento italiano attraverso la risoluzione dell’ottobre 2011 e ribadita nel dicembre dello scorso anno: l’attivazione di un tavolo tecnico-istituzionale al fine di individuare una soluzione alternativa, al di fuori della dorsale appenninica.

Sulmona, 31 ottobre 2016

Comitati cittadini per l’ambiente

#IOVOTONO

Un altro buon motivo per votare NO al referendum del 4 dicembre... sempre che non venga rimandato da re giorgio.

La Germania invade il campo "Un'Italia migliore con il Sì". Il ministro dell'Interno tedesco tende la mano a Renzi sul referendum. Ma chiude su flessibilità e immigrati di Francesca Angeli

«Con il sì al referendum un futuro migliore per l'Italia». A un mese dalla consultazione popolare sulla riforma costituzionale e dopo quello del presidente Usa Obama arriva l'ennesimo endorsement per Matteo Renzi. Questa volta è il ministro degll'Interno tedesco Thomas De Maizière, intervistato da Maria Latella per Skytg24 a venire in soccorso del premier. «Non spetta a me esprimere un giudizio sulla struttura sociale di un popolo», si schermisce il ministro che poi però questo giudizio lo esprime ed assai chiaramente. «Quando la struttura parlamentare non è abbastanza efficiente è il popolo a dover intervenire -afferma De Maizière - Riconosco il coraggio di questo governo nel voler cambiare la Costituzione e la struttura decisionale di questo Paese. Potrà dare all'Italia un futuro migliore. Approvare un simile cambiamento per il futuro è una decisione coraggiosa».

Proprio un paio di giorni fa il quotidiano Repubblica, che fino ad ora aveva sempre dato in testa il Sì, ha pubblicato un sondaggio che registrava il sorpasso del No. Se a votare il 4 dicembre andassero i leader europei o il presidente Usa, Renzi dormirebbe sonni tranquilli ma invece a votare andranno gli italiani che sono ancora nella stragrande maggioranza indecisi se non addirittura orientati per il No. E non è detto che l'interferenza dei leader stranieri non sia un boomerang per il governo. È già successo con le dichiarazioni rilasciate poche settimane fa dall'ambasciatore Usa in Italia, John Phillips. Le sue parole, «se vince il No addio agli investimenti americani», erano apparse come un'inaccettabile pressione sull'opinione pubblica del nostro paese, provocando la dura reazione delle opposizioni.

La presa di posizione di De Maizière non è certamente una sorpresa visto che Berlino aveva chiaramente fatto capire che Angela Merkel si era schierata al fianco di Renzi per sostenere le sue riforme. Berlino e anche il resto d'Europa. All'inizio di ottobre Pierre Moscovici, commissario agli Affari Economici, aveva parlato di «una minaccia populista» che incombe sull'Italia. Moscovici aveva lasciato intendere che pur di scongiurarla la Ue era pronta a sostenere gli sforzi di Renzi, lasciando aperto uno spiraglio per una maggiore flessibilità dei conti. Nell'intervista di ieri De Maizière sulla flessibilità è stato molto più rigido ricordando che «ci sono obblighi europei e questo vale per tutte le parti».

Anche sulla questione immigrazione il ministro tedesco ha lanciato qualche stoccatina all'Italia colpevole «in passato di un deficit nella registrazione degli immigrati» che così sono arrivati nel nord Europa mentre, ha aggiunto, «l'Italia si comporta in modo corretto, quando registra gli immigrati e non li esorta ad andare al nord». De Maiziere, incalzato dalla Latella, è stato molto chiaro sulla questione delle ricollocazioni chiamando in causa anche il nostro ministro dell'Interno. «La ricollocazione in Europa deve riguardare persone vulnerabili. Cioè bisognose di protezione - avverte - Quando Angelino Alfano mi dice che il 70-75 per cento di coloro che arrivano in Italia sono migranti economici, dunque non soggetti vulnerabili, dev'essere chiaro che queste persone non saranno ricollocate». Insomma il sostegno a Renzi da parte del governo tedesco alterna bastone (niente sconti su flessibilità e crisi migranti) carota, ovvero benedizione per il Si.

De Maizière infine pur invitando a «non fare di tutta l'erba un fascio» ha confermato che «tra i rifugiati possono nascondersi anche combattenti dell'Isis».