mercoledì 20 marzo 2024

Demodittatura occidentale

In Ucraina, dopo il colpo di stato di piazza Maidan,  sono stati sciolti per decreto legge undici partiti di opposizione, la chiesa ortodossa fedele a Mosca è perseguitata, le elezioni che si dovevano tenere quest’anno sono state annullate.


In Francia, gli ultimi due presidenti sono stati stati eletti dopo la “casuale” estromissione dalla competizione dei loro più accreditati rivali: nel 2012 il socialista Strauss Khann, dato per sicuro vincitore da tutti i sondaggi, venne accusato di violenza carnale nei confronti di una cameriera; nel 2017 il conservatore Fillon, anch’egli grande favorito, fu accusato di aver pagato in nero una colf. In un caso e nell’altro  gli accusati furono successivamente prosciolti. Nel frattempo  si erano però insediati all’Eliseo Hollande e Macron.


In Canada, due anni fa, la protesta dei camionisti contro il green pass è stata  stroncata bloccando i conti bancari dei contestatori: un provvedimento che non avevano osato nemmeno gli stati totalitari del Novecento.


Che dire, infine, degli Stati Uniti, il grande paese  che  dà la caccia ad Assange, colpevole di aver pubblicato  verità che dovevano rimanere riservate? Nel 2020 si sono svolte delle elezioni presidenziali in cui hanno votato i defunti e gli infanti e il cui risultato, conosciuto in via ufficiale dopo dei mesi,  è stato contestato da metà del corpo elettorale, che ritiene di essere stata truffata, mentre l’altra metà è convinta che i contestatori siano dei pericolosi nemici della democrazia. Entrambi i partecipanti alla contesa, Biden e Trump, erano, naturalmente,  esponenti di quell’oligarchia plutocratica che è la sola abilitata ad esprimere il presidente degli Stati Uniti.


Ho elencato alla rinfusa vicende tra loro molto diverse. Ne avrei potuto aggiungere altre, ma non ne valeva la pena. Credo che il quadro delineato sia esaustivo. Da esso si evince che l’ Occidente non può dare a nessuno lezioni di democrazia. Meno che meno alla Russia.


Silvio dalla Torre

lunedì 18 marzo 2024

Sul trattato pandemico

La negoziazione prosegue nel riserbo più totale: nessuno conosce la bozza dell’emendamento al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI), che consentirà all’OMS di godere di poteri assoluti, in termini di sanità pubblica. Il Ministro Schillaci ha assicurato che l’Italia non aderirà al nuovo Trattato pandemico che, tuttavia, rappresenta uno strumento diverso dal Regolamento: “Non sono la stessa cosa” -sottolinea l’avvocato Luis Maria Pardo-, che aggiunge: “Per scongiurare il rischio della mancata ratifica da parte dei singoli Stati e un referendum popolare in grado di bloccare quanto previsto dall’OMS, si sta travasando il contenuto del Trattato nel Regolamento”. L’OMS si è data appuntamento alla fine di aprile: sarà l’ultimo incontro prima della votazione programmata per il 28 maggio, in occasione della 77ª Assemblea generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Abbiamo affrontato le tematiche in questione insieme all’avvocato Pardo, da tempo impegnato nella tutela dei diritti umani.


Avvocato, negli ultimi mesi si discute tanto di Trattato pandemico e di RSI (Regolamento Sanitario Internazionale). Di che cosa si tratta? “Quando è scoppiata la pandemia l’OMS ha indotto le Nazioni a dotarsi di un Trattato finalizzato a prevenire altre, future catastrofi in ambito sanitario. L’obiettivo era quello di evitare gli errori commessi in epoca Covid. Invece il Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) esisteva già. Alcune Nazioni mal digerivano il nuovo Trattato e per questo l’OMS ha ritenuto di introdurre un emendamento all’RSI: in pratica, per evitare la mancata ratifica del Trattato da parte dei Paesi membri oppure referendum che l’avrebbero messo in discussione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità vorrebbe travasare il contenuto del Trattato nell’emendamento. E chi sta negoziando con l’OMS, in rappresentanza degli Stati membri? La Commissione europea”.


Ecco, appunto. Qual è il ruolo della Commissione europea, in tutto questo? “La Commissione europea sta negoziando con l’OMS in rappresentanza dei Paesi membri. Sta agendo esattamente come avvenne per i vaccini anti-Covid, quando concordò direttamente i contratti con le aziende farmaceutiche, nella segretezza più assoluta. La Commissione sarebbe competente limitatamente alla protezione dei dati e non per gli aspetti concernenti la salute dei cittadini europei. Le sono stati attribuiti poteri che non le spettano: si prefigura un super governo europeo, che oscurerà quello dei singoli Stati”.  


Il Ministro Schillaci ha assicurato che l’Italia non aderirà al Trattato pandemico dell’OMS e che non ci sarà alcuna cessione di sovranità. Possiamo dormire sonni tranquilli, dunque? “Il Ministro sta giocando con le parole. Come ho spiegato in precedenza, l’OMS ha capito che avrebbe incontrato difficoltà nella ratifica del Trattato e perciò ha deciso di travasare il suo contenuto nel Regolamento, che verrà aggiornato attraverso l’emendamento, di cui nessuno conosce i dettagli. L’ultima bozza ufficiale dell’RSI risale a un anno fa: le trattative stanno proseguendo in gran segreto, all’insaputa di tutti. Le riunioni dell’OMS avvengono ogni tre mesi, ma nessuno è al corrente di ciò che deciderà per noi”.


Parliamo a questo punto dell’OMS: da chi è finanziata e chi detiene il comando all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità? “Su questa tematica c’è troppa disinformazione. L’OMS è un’organizzazione periferica delle Nazioni Unite e che per questo gode di immunità e privilegi. Non si tratta né di un’organizzazione pubblica, né privata, poiché viene finanziata non solo dagli Stati membri ma anche da privati, che ovviamente perseguono i propri interessi. L’Organizzazione è piena di conflitti di interesse: com’è possibile che, tra i finanziatori, vi sono anche coloro che si occupano dello sviluppo e della commercializzazione di farmaci e vaccini? Della serie: ‘io ti finanzio e tu compri da me’”.


Iustitia Europa e Umanità e Ragione hanno depositato alla Corte penale internazionale de L’Aia una denuncia congiunta, affinché si indaghi sulla responsabilità dell’intera gestione Covid in Spagna, Italia e Portogallo. Può illustrarci i punti salienti di questa iniziativa? “L’iniziativa è stata promossa per fare luce sull’intera gestione pandemica in Italia, Spagna e Portogallo. L’obiettivo è che si indaghi a 360°: dai lockdown ai contratti con le aziende farmaceutiche; dalle reazioni avverse -che vengono sminuite o negate- alle misure restrittive che sono state dichiarate incostituzionali in Spagna e in Portogallo. Pur avendo depositato la denuncia lo scorso autunno, non abbiamo ancora ricevuto la comunicazione di avvenuta ricezione dei documenti depositati. Incredibile! Seneca disse: ‘Niente assomiglia tanto all’ingiustizia quanto la giustizia tardiva’”.


In nome della ‘scienza’, del progresso e della sicurezza si stanno adottando misure che comprometteranno libertà e diritti inderogabili: certificato sanitario, identità digitale, l’abolizione del contante. Ci avviamo verso un futuro distopico? “Ci viene raccontato che questi provvedimenti vengono presi per la nostra sicurezza e per la nostra incolumità. Quando però uno Stato vende la propria libertà in nome della sicurezza si rompe automaticamente lo Stato di diritto. Cosa dicevano durante la campagna vaccinale? Che bisognava vaccinarsi per sé stessi e per gli altri, cioè per il bene della collettività. Ma così vengono meno lo Stato di diritto e la democrazia”.


Negli ultimi quattro anni siamo stati bombardati da informazioni a senso unico: è stato negato il contraddittorio e le opinioni dissenzienti rispetto alla narrazione dominante sono state silenziate. Con l’avvento del Digital Service Act (DSA) diventerà sempre più difficile esprimere anche semplicemente un’opinione? “Assolutamente. Conterà un’unica opinione: la von der Leyen ha dichiarato, a Davos, che le Istituzioni devono recuperare la fiducia dei cittadini. Considerato che i canali istituzionali si sono rivelati, ai tempi del Covid, la principale fonte di disinformazione, è evidente che l’obiettivo è quello di tappare la bocca ai piccoli media indipendenti. Ormai te lo dicono in faccia: il DSA è stato approvato dalla maggioranza dei voti italiani. Ma di cosa parliamo? Nemmeno Orwell avrebbe potuto concepire un simile scenario”.


Le elezioni per il parlamento europeo si avvicinano. Quali scenari si prospettano? “Se la von der Leyen -che è la candidata del partito popolare europeo- verrà rieletta sarà un grosso problema”.


Francesco Servadio

lunedì 11 marzo 2024

11 marzo 2020

OGGI È IL GIORNO DELLA MEMORIA DELL’OLOCAUSTO COVID-19.  “Senza memoria non c’è futuro”. Qual è il punto della situazione dopo 4 anni ?


L’11 marzo 2020 l’OMS (ONG, agenzia satellite dell’ONU) con il suo ineffabile Direttore, Tedros Ghebrejesus (tigrino, etiope), dichiarava ufficialmente la pandemia covid19, da cui sono derivati l’introduzione del GP e gli obblighi vaccinali diretti e indiretti dei paesi Nato, e tutti i disastri che abbiamo conosciuto, sia in termini di impatto sulla nostra libertà, di vite umane perse ed anche economici. Un vero esercizio di totalitarismo, non solo sanitario, ma un vero e proprio “sequestro e occupazione militare della mente delle masse”. La falsa emergenza Covid-19, ha quindi interessato esclusivamente i paesi NATO e la Cina grazie al coinvolgimento operativo diretto dei governi che ha consentito di gestire la più grande operazione psicologica di manipolazione mentale delle masse, di tutti i tempi. 


Contrariamente ai loro programmi non ha avuto presa e non ha funzionato nelle comunità (es Amish) e nel resto dei paesi del mondo (Africa, India, paesi baltici) in cui le masse non si sono fatte trascinare, sottraendosi all’operazione mediatica e governative, evitando così tutte le conseguenze di questa “operazione nocebo”. In questi paesi la Covid-19 si è tradotta in una comune epidemia influenzale, gestita normalmente, senza impatti rilevanti sulla salute pubblica. Da circa un paio d’anni, sfruttando il trauma generato sulle popolazioni e la profonda onda emotiva che ne è conseguita, l’OMS sta cercando di portare avanti un tentativo di golpe globale. L’obiettivo è di diventare dal 2025 in poi il “governo mondiale per tutte le emergenze” che possono generare impatti sulla salute umana. Questo grazie al concetto di “OneHealth”, introdotto di recente, che include praticamente tutte le attività umane, disponendo così a piacimento dell’organizzazione, delle strutture e delle risorse di ciascun paesi. “Un’operazione cuculo”. 


I paesi sottoscrittori diventerebbero così colonie OMS e dei gusci vuoti dal punto di vista della democrazia e della sovranità sanitaria e non solo. La loro agenda politica verrebbe gestita da Tedros. Una vera operazione di imperialismo globale 4.0 camuffato da sicurezza bio-sanitaria. Nel frattempo il ministro Schillaci nell’ultima riunione dei ministri della salute OMS ha confermato che l’Italia aderirà al trattato pandemico, cedendo quindi la nostra sovranità all’OMS (finanziata per l’84% da privati con enormi conflitti d’interesse, fra questi tali Bill Gates). Inoltre, il nostro delegato italiano all'OMS, tal Dr.Ghebreigzabiher Ghebremedhin, casualmente connazionale di Tedros e che sempre casualmente lavora al nostro ministero della salute, il 02.03.2024 ha confermato durante il vertice dell'INB che l'Italia aderisce pienamente alle linee dell'UE (che non ha alcuna delega dai 27 paesi sulla sanità), incluso il Green pass (strumento di controllo e repressione) promettendo la sottoscrizione dell’accordo sulla pandemia entro maggio 2024. Le sordide trame dell’élite globalista che vogliono attuare, grazie a questa operazione coperta che utilizza il paravento OMS, vanno bloccate. È nostro imperativo morale categorico fermarla com qualsiasi modalità  non violenta. Continuiamo a diffondere il messaggio e continuiamo a scrivere al governo e a tutti i parlamentari della maggioranza che noi non vogliamo che venga sottoscritta alcuna cessione di sovranità all’OMS e non vogliamo alcun accordo con l’Ue sul Green pass e/o sull’Identità digitale. FORZA !


Leonardo Guerra


11.03.2024

martedì 5 marzo 2024

Gli insegnanti e la Balzerani

"La tua rivoluzione è stata anche la mia”, scrive sui social tale Donatella Di Cesare, professoressa universitaria, inconsolabilmente affranta per la dipartita dell’assassina Balzerani, nota terrorista delle brigate rosse. La docente rende così noto a tutti, soprattutto ai suoi giovani discenti, di condividere ancora oggi la scia di sangue dell’efferata eversiva. Una criminale mai pentitasi per la sua folle guerra, condotta in nome di un popolo che non solo non li ha mai seguiti, ma che per le loro cruente azioni provava ripugnanza. Ed è questa visione che la professoressa fornisce ai suoi studenti: quella di un’eroina che sparava ai poliziotti, servi dello stato. Gli stessi studenti che poi, scendendo in piazza per protestare, si imbattono in quei poliziotti in servizio di ordine pubblico. Resasi conto di averla sparata grossa, la professoressa cancella il post, ma poiché Dio perdona ma internet no, la luttuosa incontinenza verbale della Di Cesare diviene virale… Chi invece non ha avuto la possibilità di cancellare la caterva di dotte minchiate proferite in libertà è stato un altro esimio professore universitario, tale Angelo D’orsi.  Costui, pontificando in una trasmissione televisiva sui noti fatti di Pisa, riferendosi agli uomini delle forze dell’ordine, ha addirittura affermato che: “i poliziotti odiano gli studenti perché invidiano la loro possibilità di studiare e, prima di intraprendere il servizio per darsi coraggio nel compiere azione violente… si drogano”. Premesso che se i poliziotti per comportarsi in maniera demenziale hanno necessità di assumere droghe, al professore gli riesce benissimo anche senza l'aiuto di sostanze psicotrope, vorrei fargli presente che oggi tutti gli ufficiali di polizia giudiziaria (e anche molti agenti) sono laureati. In verità io, che sono della vecchia guardia, rimpiango anche i tempi passati in cui c’erano meno dottorini e più guerrieri, anche perché sono stati proprio quei ragazzi con “la scuola dell’obbligo” ad aver combattuto e sconfitto le Balzerani della situazione… Vorrei anche dirgli che, per quanto gli possa far orrore, pure io, da sbirro, sono stato (e sono tutt’ora) un suo collega. Un professore, seppur a contratto (e non sono certo l’unico). E conoscendo l’ambiente universitario so che non c’è nulla, ma proprio nulla, da invidiare. Dovendo fare il relatore, poi, mi tocca leggere le tesi per i vari master che seguo, scritte da corsisti già laureati. Ed è una tortura che mi fa diventare i baffi ancora più bianchi! Errori di ortografia, di sintassi, consecutio temporum dedite al meretricio, punteggiatura anarco-insurrezionalista… E questi, cari professori, cari maestri, sono i prodotti del vostro lavoro. Se pensaste più all’insegnamento e meno all’ideologia, forse i risultati sarebbero meno deprimenti. Perché, gratta, gratta, dietro allo studentello puccettone che viene lanciato contro i servizi d’ordine delle forze di polizia, non c’è solo il braccio armato dei centri sociali, ma anche la mente aguzza e penetrante di molti, troppi, professori universitari. Ma, tranquilli, non cado nella retorica di definirli “cattivi maestri”… di “maestro” non c’è assolutamente nulla.


Salvino Paterno’