ROMA - La decisione unilaterale spagnola di ritirare i suoi soldati dalla Kfor, la forza Nato per il Kosovo, ha provocato la dura reazione del governo americano, ma crea anche preoccupazioni alla Difesa italiana, che molto probabilmente dovrà sostituire i 632 militari spagnoli schierati proprio nel settore di competenza italiana. A sorpresa giovedì la ministra della Difesa spagnola Carme Chacon, durante una visita in Kosovo, aveva annunciato che per Madrid la missione è conclusa e che tutti i soldati saranno ritirati in poche settimane. Dopo poche ore il portavoce del Dipartimento di Stato Robert Wood ha detto: Gli Usa sono "profondamente delusi da questa decisione della Spagna": ricorderete che nel 1999, quando iniziò la missione, gli alleati della Nato hanno convenuto sul principio "tutti dentro insieme"," tutti fuori insieme". "Quindi siamo sorpresi di questa decisione". La crisi si è aggravata perché a Bruxelles, a margine del vertice dei capi di governo Ue, il premier spagnolo Zapatero ha provato a dire che della decisione di Madrid erano stati informati preventivamente il segretario Nato e "i principali alleati", e che il ritiro è "piuttosto logico" in quanto la Spagna non riconosce l'indipendenza proclamata "unilateralmente" da Pristina, ma riconosciuta da buona parte dei paesi della Ue oltre che naturalmente dagli Stati Uniti. La vicepremier Maria Teresa de la Vega a Madrid addirittura ha aggiunto che la Nato e alleati erano al corrente "da mesi" delle intenzioni spagnole. "La verità è totalmente diversa", dicono fonti diplomatiche e militari italiane, "gli spagnoli hanno informato il segretario generale della Nato e gli americani solo poche ore prima dell'annuncio della Chacon; noi italiani l'abbiamo saputo quando lo ha detto ai suoi soldati, eppure per atterrare in Kosovo era scesa proprio nell'aeroporto di Djakova, gestito dall'Aeronautica militare. E comunque una mossa del genere si concorda con gli alleati, non si annuncia come un dato di fatto immodificabile".
Anche il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner ha detto che "la decisione di Madrid ha sorpreso gli alleati, che avrebbero apprezzato di essere consultati". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il ministro degli Esteri Franco Frattini si sono consultati; il tema diventerà argomento di discussione al tavolo del vertice Nato già fissato a Strasburgo agli inizi di aprile, ma lo Stato Maggiore Difesa nei prossimi giorni chiederà ai comandi Nato di iniziare a programmare la sostituzione dei soldati spagnoli. "Il problema è che i militari spagnoli sono schierati a difesa di alcune enclave serbe che non possono essere lasciate sguarnite neppure un momento", dicono fonti militari italiane, "e tra l'altro la situazione nella provincia è tutt'altro che tranquilla".
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