sabato 18 giugno 2016

La Ue e l'euro sono irreversibili

Mantenere un cracken anche a costo di sacrificare e schiavizzare i cittadini degli stati europei, di cancellare democrazie, identità e sovranità nazionali e ammazzare candidati scomodi o deputati capri espiatori... e incolpare sempre comunque i presunti nazionalisti nazisti.
 

Abbiamo visto ciò che è accaduto in Austria, con il voto per posta, vediamo oggi ciò che accade in Gran Bretagna con il Brexit alle porte. Dopo i brogli l’omicidio, perché la posta in gioco è maggiore. Solo un coglione sinistroide-liberaloide, utile idiota di Soros e della troika, zombi creato da questo capitalismo marcio e assassino, non capisce, non sospetta e non collega gli eventi…

Ci ricordiamo tutti di quando Draghi è stato nominato presidente della Bce (2011). “Mario, salva l’euro!”, come se fosse una cosa buona, e poi l’infame ci ha rotto il culo, mantenendo in vita, sulla nostra pelle, la moneta-mostro. Giornali e televisioni hanno starnazzato menzogne in quella occasione, quanto in quella dell’arrivo di Monti salvatore (sempre 2011), che ha preso a calci lavoratori, pensionati e ha distrutto il mercato interno. Così fanno oggi, i pennivendoli mercenari attaccati alla mammella dei potentati finanziari. Agitano senza ritegno il cadavere dell’eurofanatica-laburista Cox, come se fosse una martire, un’eroina, uccisa dai cattivi anti-Ue assetati di sangue… Ve li vedete l’ex sindaco conservatore di Londra Boris Johnson e l’ex conservatore Nigel Farage a fomentare stragi, omicidi, pulizie di quelli (sicuramente imbecilli oppure in mala fede) che vorrebbero “Remain”, predicando alle folle come novelli Hitler?

Quanto alle presidenziali austriache, sembrerebbe che si tornerà alle urne, ma non perché ci siano stati brogli – scrivono i giornalistucoli italiani servi del sistema, vedi Il Piccolo di Trieste – solo per irregolarità nel voto per posta! Se così sarà, state pur certi che nella campagna elettorale bis accadrà qualcosa di spiacevole a Norbert Hofer o, comunque, al (moderatissimo ex liberale!) partito della libertà austriaco. E pensare che quel rotolo di carta igienica radical chic che è Il Manifesto ha giubilato, a fine maggio, in quanto l’Austria è stata “salvata” dal voto per posta. Riconoscere gli squallidi servi e collaborazionisti delle euronazicrazie non è poi così difficile …

La cosa più inquietante, però, è che i Signori dell’unione europide e delle City finanziarie hanno sacrificato una loro servetta – Jo Cox, deputata laburista pro-Ue – condannandola a morte, per incolpare e sputtanare i britannici sani, senzienti, schierati con il “Leave” al referendum. Uccisa, costei, in circostanze poco chiare da uno squilibrato facile da manovrare, oppure da qualche tiratore esperto, professionale (MI6 “deviato”?), che ha approfittato dell’aggressione?

La Cox è stata “sacrificata” (a sua insaputa!) per ribaltare il risultato del referendum di giovedì prossimo, 23 giugno, dato che l’aria era ormai quella della vittoria del “Leave”. L’eurofanatica è stata immolata sull’altare del grande capitale finanziario che governa spietatamente l’occidente. Non importa che fosse dalla parte dei Padroni delle City, da brava sinistroide-“laburista”, perché il servo può essere più utile al padrone da morto che da vivo. E’ la sola e unica martire, prima del voto referendario, oppure seguirà qualcos’altro?

Sono casi drammatici come questi che ci fanno comprendere cosa si nasconde dietro la tanto osannata democrazia liberale e addirittura dietro le consultazioni referendarie, che dovrebbero essere un momento topico di democrazia diretta.

Come andrà a finire in Gran Bretagna possiamo solo presumerlo, ma sarà molto difficile che trionfi il “Leave” dei simpatici, innocui Johnson e Farage, visto che si arriva all’omicidio per indirizzare il voto dei britannici nel senso voluto, cioè verso un catastrofico “Remain”.

Chiediamoci allora quale sarà l’esito del referendum costituzionale italiano d’autunno… pardon! Il referendum su Renzi, data la personalizzazione in atto a cura dello stesso imbroglione fiorentino. Qui non serve neppure uccidere qualche esponente renziano di secondo piano, per suscitare sdegno, seminare il panico e far vincere il Sì. Nelle condizioni in cui sono ridotti gli italiani, sarà sufficiente qualche broglio incruento (non servono killer, servizi deviati e pistole), certi che probabilmente non vi saranno neppure i ricorsi… e se ci saranno, potranno agevolmente essere respinti.

Questa è la vera sostanza della democrazia oggi, in Gran Bretagna, in Austria, in Italia e in occidente, e sarebbe bene trarre qualche conclusione, dalla lezione che la realtà ci impartisce.

giovedì 9 giugno 2016

Le risorse che salvano l'italia

Rosarno, l'odio dei migranti: "Fuck you carabinieri razzisti". Manifestazione di protesta dopo la morte del migrante ucciso dal carabiniere per difendersi dall'aggressione. Centinaio di migranti per le strade di San Ferdinando. Monta la rabbia: "Italiani razzisti" di Michel Dessì

A poche ore dalla tragedia avvenuta nella tendopoli di San Ferdinando, dove un carabiniere, aggredito mentre tentava di sedare una rissa furiosa fra un gruppo di migranti, ha accidentalmente ferito a morte un giovane africano, scoppia la rivolta. Per i cittadini della Piana di Gioia Tauro torna la paura che si possa rinnovare il terrore di quella "storica" del 2010.

Come prevedibile il risveglio nella tendopoli è stato agitato. I più facinorosi tra gli immigrati hanno fatto montare la rabbia per tutta la notte fra le baracche. Pochi hanno dormito, mentre molti preparavano i cartelli di protesta e minacce soprattutto contro i carabinieri. Gli unici a essere stati ammessi questa mattina nella tendopoli sono stati i cronisti, mentre le forze dell'ordine, al loro apparire, sono stati aggredite a sassate. Molti fra i manifestanti indossano passamontagna, cappelli con la visiera abbassata e sciarpe a coprire i volti, per non farsi riconoscere. Qualcuno dice di essere armato, probabilmente di coltello. Sono davvero pronti a tutto. Le automobili vengono bloccate da una specie di servizio d'ordine improvvisato dagli immigrati stessi. Un folto manipolo si è avviato verso il centro abitato di San Ferdinando. Le intenzioni non sono pacifiche, tanto che anche le autocivetta della polizia vengono intercettate e bloccate.

Il primo obiettivo del corteo è la piccola caserma dei carabinieri di San Ferdinando. Poi, però, i migranti deviano verso il Comune. A prima impressione, l'aria che tira non è delle migliori. C'è più non detto che dichiarato. E sembra che il piano, probabilmente studiato nell'accampamento per tutta la notte (guarda il video), sia uno solo: fare giustizia o, quanto meno, dare voce al giovane maliano morto tragicamente. Alla polizia non resta che controllare da lontano, senza perdere di vista il corteo. La rabbia monta di minuto in minuto. "Italiani razzisti", urlano. "Fuck carabinieri", scrivono sui manifesti. I più agitati si spingono anche oltre con minacce di ogni genere. Nessuna pietà per il carabiniere che, spaventato dall'aggressione, è stato costretto ad aprire il fuoco e reagire.

Fonzarelli e gli 80 euro

Bonus 80 euro, Renzi fischiato all’assemblea di Confcommercio. Lui: “E’ una misura di giustizia sociale”

Il discorso del capo del governo è stato interrotto proprio mentre parlava dello sconto Irpef, tornato al centro del dibattito dopo la notizia che 1,4 milioni di italiani hanno dovuto restituirlo allo Stato nel 2015. "Rispetto chi lo ritiene una mancia elettorale, ma sono contento di averli dati", ha detto il premier

Il premier Matteo Renzi fischiato dall’assemblea di Confcommercio. Il discorso del capo del governo è stato interrotto proprio mentre parlava del bonus di 80 euro, tornato al centro del dibattito dopo la notizia, rivelata da ilfattoquotidiano.it, che 1,4 milioni di italiani hanno dovuto restituirlo allo Stato nel 2015. “Grandissimo rispetto per chi ritiene gli 80 euro una mancia elettorale, sono contento di averli dati. E’ una valutazione che rispetto”, ha detto il presidente del Consiglio, mentre le sue parole erano accolte da fischi e buuu. “Che non fossero apprezzati da voi lo sapevamo da tempo – ha replicato – ma che fossero una misura di giustizia sociale verso gente che non guadagna 1500 euro al mese lo rivendico con forza”.

Il premier torna quindi sulla difensiva dopo la notizia che un contribuente su otto ha dovuto restituire il bonus nel 2015. Lo sconto Irpef, infatti, è destinato a quanti hanno un reddito compreso tra gli 8mila e i 26mila euro di reddito annuo. Chi sta al di sotto o al di sopra di queste soglie deve ridare la somma all’Agenzia delle Entrate. Ma mentre il beneficio è erogato mese dopo mese in busta paga, la restituzione deve avvenire in un’unica soluzione. Un particolare non da poco, se si pensa che 341mila persone costrette a ridare gli 80 euro risultavano al di sotto dei 7.500 euro di reddito. Ilfattoquotidiano.it ha raccolto le storie di alcuni di loro: c’è chi ha dovuto restituire perché ha perso il lavoro o perché l’azienda non gli pagava lo stipendio. E come se non bastasse, se non pagano, queste persone rischiano di vedersi recapitare le temute cartelle esattoriali di Equitalia.

Non è la prima volta, d’altra parte, che i commercianti criticano il bonus degli 80 euro. Dovevano essere proprio gli esercenti a giovare della spinta che la misura, nelle intenzioni del governo, doveva dare ai consumi. Eppure, in passato Confcommercio ha definito l’effetto dello sconto Irpef  “quasi invisibile”, spiegando che la strategia  dell’esecutivo è “giusta”, ma “è stata realizzata male”. L’associazione ha sempre chiesto un’estensione del bonus “a tutte le categorie”.