martedì 31 marzo 2009

Case popolari

L’inferno dentro le abitazioni popolari

I residenti di via 9 Febbraio si sono dati un nome: “Questo è Il Paese delle meraviglie” Fermo. Famiglie di otto persone che vivono in quarantacinque metri quadrati, soffitti scrostati, letti improvvisati in cucina, infiltrazioni di acqua: questo è il “paese delle meraviglie”. Un nome ironico, quello dato dai residenti di via 9 Febbraio al condominio di case popolari nel quale sono costretti a vivere da anni. Di meraviglioso infatti c’è davvero ben poco. Orrori ed errori dell’Erap. Una situazione drammatica: Dodici famiglie, di cui nove straniere e tre italiane, stipate con tanto di bambini in spazi insufficienti, con tutti i problemi igienici che ne conseguono. Non finisce qui. Molte di loro si sono viste recapitare dall’Erap (ente regionale abitazione pubblica) avvisi di morosità completamente sbagliati. Nonostante abbiano pagato (le ricevute lo dimostrano) risultano inadempienti e le loro richieste per un’abitazione più grande vengono cestinate. L’incontro: Ci danno appuntamento all’ora di pranzo all’ingresso dell’edificio che si trova vicino alla ex Conceria in zona Molini Girola. Veniamo accompagnati a visitare gli appartamenti, uno per uno. Il primo è quello di una giovane mamma italiana, suo marito è morto ed è rimasta sola con due figli. Il più grande è andato via di casa. “Non ce la faceva più a vivere chiuso in 40 metri quadrati - ci racconta la signora trattenendo le lacrime - io e mia figlia di 25 anni dormiamo ancora insieme nel letto matrimoniale e lui, a 30 anni, doveva dormire sul divano”. Ci vengono mostrati poi dei documenti: “Mi dicono di essere morosa per 61 euro - ci spiega - per questo non posso chiedere di essere trasferita in una casa più grande”. La società che amministra il condominio, la Omniacasa, con una lettera invece attesta che tutti i pagamenti sono regolari. Cambiamo appartamento. Stesse dimensioni, 45 metri quadrati, ma questa volta a viverci sono in cinque, genitori e tre bambini. La famiglia, originaria del Kosovo, ci accompagna a fare un giro della casa. Letti sparsi ovunque, ogni centimetro di spazio è prezioso. “Mia figlia più grande - dice la mamma - fa i compiti in bagno perchè altrimenti gli altri la disturbano”. Non finisce qui, la signora è appena tornata dalla Prefettura: “Non ci danno il permesso di soggiorno perchè abbiamo la casa troppo piccola”. Anche loro hanno ricevuto un avviso di morosità errato, che blocca qualunque richiesta di trasferimento. Saliamo al piano superiore. I metri quadrati sono 61, le persone che ci vivono sono sei, di origine marocchina. Appartamento in condizioni spaventose. In cucina il soffitto è scrostato e pieno d’infiltrazioni d’acqua. Lo stesso in bagno, invaso dalla muffa. Letti a castello ovunque. Cambiamo appartamento. Questa volta l’intestatario non paga l’affitto da un anno. “Siamo in cinque in 45 metri quadrati - ci racconta l’uomo anche lui del Marocco - da 5 anni chiedo di andare via ma invano. Allora ho deciso di non pagare più”. L’ultima abitazione che visitiamo è di una famiglia macedone. Altri 45 metri quadrati divisi tra madre, padre e tre bambini piccoli che stanno giocando. “Venite a vedere come dormiamo”: davanti a noi un letto matrimoniale con di fianco una sorta di ‘prolunga’ fatta con una tavola appoggiata a degli scatoloni e con sopra delle coperte. Quello è il letto dei bambini. Proprio quando pensavamo di aver visto tutto arriva il colpo di grazia. Nell’appartamento più ‘grande’ di 80 metri quadrati, ci vivono ben 12 persone tra adulti e bambini, ma questa volta non possiamo entrare.

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