giovedì 19 marzo 2009

Epidemie

Tomassini: "Aumentano i rischi di epidemie" di Francesca Angeli

Roma - «Sono davvero irritato con Alessandra Mussolini». Perché senatore Tomassini? «La facoltà di denuncia dello straniero clandestino rappresenta un passo avanti per la salute pubblica. La Mussolini, che conosco e stimo, non dovrebbe avere alcun dubbio sull’efficacia di questo provvedimento visto che è pure laureata in medicina. E invece si è abbandonata a un’iniziativa demagogica, abbracciando la più totale disinformazione».

Mentre secondo lei, che è presidente della commissione Igiene e sanità a Palazzo Madama, come stanno le cose? «Fino al ’98 esisteva un obbligo di denuncia che fu trasformato, per volontà dell’allora ministro Rosy Bindi, nell’opposto, ovvero il divieto di denuncia. Divieto dal quale conseguono gravissimi problemi sanitari».

Quali? «Non è possibile applicare la continuità terapeutica. Se il paziente non è rintracciabile non lo si può neanche seguire nell’evoluzione ed eventuale aggravamento della sua malattia. E infatti si verificano situazioni gravi di fronte alle quali siamo impotenti».

Per esempio? «I casi di malattie infettive, come la tubercolosi che si è ripresentata sul nostro territorio, vanno seguiti. Poniamo che arrivi un malato affetto da tbc. Devo sapere con chi è in contatto, segnalare il suo caso alle strutture sanitarie e verificare lo stato di salute di chi vive con lui. Il clandestino invece scompare nel nulla. Come possiamo evitare il contagio? Per non parlare dei numerosissimi casi di donne cinesi che partoriscono anche cinque volte in due mesi».

Cinque volte in due mesi? «Sì. Le cinesi clandestine si passano lo stesso documento e con quello vanno a partorire e se quella donna e quel bambino appena nato hanno bisogno di essere seguiti sarà impossibile farlo visto che hanno fornito false generalità».

Ma perché allora tutti i sindacati medici denunciano gravi rischi per la salute pubblica se cade il divieto di denuncia per i clandestini? Dicono che per paura di essere espulsi non si rivolgeranno più alle strutture sanitarie. «Lo capisco perché sono stati fuorviati da informazioni sbagliate. Non ci sarà un obbligo di denuncia ma soltanto la facoltà di farlo che è cosa completamente diversa»

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