MILANO — «Se ne devono tornare a casa, altrimenti queste cose succederanno ancora». Barba sfatta, baffi folti, una strana rabbia negli occhi. Mohamed Game commentava l’attentato di Kabul in cui sono morti sei parà italiani. Quella sera, qualche giorno dopo il 17 settembre, davanti a due amici aveva alzato la voce: «In Afghanistan non ci devono più stare. Qualcuno deve farglielo capire». I due avevano annuito, senza dare troppo peso a quelle parole. Poi però s’erano chiesti: «Ma che gli sta succedendo?». Perché i segnali si facevano sempre più frequenti: le giornate passate al computer, l’interesse ossessivo per le notizie dall’Afghanistan, la scoperta della religione. E quegli inviti che ora suonano inquietanti: «Dovremmo impegnarci, dovremmo fare la jihad». Era successo tutto negli ultimi sei-otto mesi. Ma nessuno s’era reso conto di quanto fosse profondo il delirio islamista dell’ex imprenditore, ex ristoratore, padre di quattro figli. Neanche la moglie, Giovanna, 39 anni, che agli investigatori ha ripetuto: «Non credevo che sarebbe arrivato a questo». Aspirazione da terrorista cresciuta tra quattro mura, in un appartamento popolare vicino allo stadio di San Siro. Quando ha deciso di diventarlo davvero, un kamikaze, Mohamed Game ha scelto l’obiettivo più vicino, la caserma che dista 5 minuti da casa sua. Libico di Bengasi, ingegnere elettronico, compirà 35 anni sabato prossimo. Arriva in Italia all’inizio del 2000 e la sua, nei primi anni, è la storia di un immigrato «di successo». Nel 2004 apre un’impresa edile, riceve appalti, lavora in molti cantieri, nel 2005 entra in società anche per un ristorante, gira con una Mercedes 200. Beve e non frequenta la moschea, accetta una moglie divorziata con due figli. La religione è l’ultimo dei suoi pensieri. L’anno scorso però inizia il tracollo economico: «I costruttori non mi hanno pagato — racconta Game agli amici — non so come fare». Parla di un assegno scoperto da 100 mila euro, emesso da un’azienda in fallimento, che taglia le gambe alla sua azienda. Gli atti giudiziari dicono anche altro. Il mese prossimo ci saranno le prime udienze per sette operai che lui ha impiegato, senza pagare, tra ottobre e dicembre 2008. Cinque erano clandestini e si sono rivolti all’associazione «Tribunale dell’immigrato». Gira voce che Mohamed Game fosse anche un «caporale» e, stando alle denunce, uno che sfruttava il lavoro in nero. Negli ultimi mesi è sul lastrico, vive in una casa al piano terra di via Civitali che la moglie ha occupato nel 2003 con due figli avuti dal suo primo marito (dalla coppia ne nasceranno altri due). Trenta metri quadrati per sei persone, senza bagno. Abusivi, iniziano a non pagare l’affitto. L’ultimo colpo è un’operazione chirurgica, per problemi di cuore, che aggrava anche il suo diabete. Depresso, sempre più preoccupato, è in questi ultimi sei mesi che inizia a pregare, frequenta ogni tanto la moschea di viale Jenner. Diventa solidario adepto della jihad in Internet e per la prima volta nella sua vita rispetta i precetti del ramadan. Si avvicina a qualcuno con pensieri radicali, qualcuno nota una stretta amicizia con un idraulico egiziano, suo vicino di casa. Come nasce un kamikaze? Forse, in questo caso, l’amico di Mohamed Game ha una risposta: «La sua vita ormai era rovinata, non ce la faceva più. Magari pensava anche di uccidersi. Stretto in quella depressione, cercava una causa, qualcosa a cui attaccarsi». Ha trovato prima l’idea, l’islam radicale. E poi l’obiettivo, quella caserma milanese a un chilometro da casa sua.
Alberto Berticelli, Gianni Santucci
2 commenti:
Non mi sono chiare alcune cose: ieri ho letto che costui veniva da Napoli e che quindi viveva là, oggi si scopre che vive a Milano... Ingegnere, quindi con un certo stipendio: come ha fatto ad avere la casa popolare?? E quella scema che si è messa con lui e si è pure fatta riempire, non le bastavano i due figli che già aveva? E possibile che non sapesse nulla?? Si sarà anche convertita? E lui, poverino, era depresso dopo che tutto gli è andato male... ma razza di deficente, altro che poveraccio: adesso son saltati fuori pure i complici, quindi non ha fatto tutto da solo... cos'altro ci nascondono i media??
Ci nascondono che dopo questo episodio, potrebbe scoppiare la caccia all'islamico. Sai com'è... la correttezza politica prima di tutto. Oppure, qualcuno è così assoggettato all'islam che preferisce raccontare cazzate.
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