BRUXELLES — Il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea ha concordato la firma del presidente ceco Vaclav Klaus sul Trattato di Lisbona, che consentirà la ratifica definitiva e l’introduzione delle due nuove cariche di presidente stabile dell’Ue e di alto rappresentante per la politica estera dei governi. Ma nel primo giorno del vertice a Bruxelles è diventata ampia l’opposizione alla candidatura dell’ex premier britannico Tony Blair per la presidenza stabile. Si è allargata perfino nel suo partito socialista europeo Pse, isolando la sponsorizzazione del premier britannico Gordon Brown. Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha sostituito il premier Silvio Berlusconi, ha fatto intuire un ripensamento del sostegno italiano a Blair a causa dell’ampia opposizione nel partito popolare europeo Ppe (a cui aderisce il Pdl). La mancata partecipazione del Regno Unito all’euro e all’accordo di libere frontiere Schengen, insieme alla frattura provocata nell’Ue da Blair appoggiando gli Stati Uniti nella guerra in Iraq, appaiono pregiudiziali trasversali sempre più nette. Belgio, Olanda e Lussemburgo avevano già bocciato la candidatura dell’ex premier britannico. Ieri Spagna, Belgio e Ungheria, che gestiranno la presidenza Ue nei prossimi tre semestri, hanno auspicato come primo presidente stabile un «europeo convinto», prendendo di fatto le distanze da Blair. Il premier spagnolo José Luis Zapatero ha detto che il Pse preferisce un suo esponente come alto rappresentante per la politica estera. I laburisti di Brown dissentono. Ma il presidente del Pse, il danese Poul Rasmussen, ha incaricato proprio Zapatero e il cancelliere austriaco Werner Feyman di negoziare le candidature con la tedesca Angela Merkel, il francese Nicolas Sarkozy, Berlusconi e gli altri capi di governo del Ppe. La presidenza svedese di turno del Consiglio Ue ha mantenuto sul livello informale i contatti sulle nomine perché aspetta che il 3 novembre prossimo la Corte costituzionale ceca si esprima sul Trattato di Lisbona. La successiva firma di Klaus è stata promessa al vertice in cambio dell’impegno ad accogliere le riserve ceche sulla Carta dei diritti fondamentali. Solo dopo il via libera da Praga, verrà organizzato un Consiglio straordinario (forse già il 12 o il 19 novembre) per concordare il presidente stabile e l’alto rappresentante. Germania e Italia non hanno annunciato candidature nazionali. Merkel preferirebbe la presidenza della Banca centrale europea nel 2011 per il governatore della Bundesbank Axel Weber. Berlusconi ha chiesto la guida dal 2010 dell’Eurogruppo dei ministri finanziari per Giulio Tremonti. Sarkozy vorrebbe una delle due superpoltrone o l’Antitrust nella Commissione europea (per François Fillon, Michel Barnier o Christine Lagarde). Brown potrebbe ripiegare sul ministro degli Esteri David Miliband come alto rappresentante. Tra i molti candidati dei Paesi piccoli e medi spiccano il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, il finlandese Martti Ahtisaari, l’austriaco Wolfgang Schüssel, l’olandese Jan Balkenende, lo spagnolo Felipe González. I 27 capi di governo non hanno trovato l’accordo sugli aiuti ai Paesi poveri per le misure anti-inquinamento per l’opposizione dei membri dell’Est. Oggi ci riprovano. Frattini, appoggiato dalla Francia e dagli altri Paesi mediterranei, punta a ottenere l’appoggio del vertice sulla ripartizione degli oneri nella lotta all’immigrazione illegale.
Ivo Caizzi
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