lunedì 12 ottobre 2009

Scusanti idiote

Colpita la caserma Santa Barbara. L'attentato del libico alla Caserma di Milano è stato solo un gesto isolato di Danilo Montefiori

E' di due feriti, di cui uno lieve, il bilancio dell'esplosione di un ordigno fatto scoppiare contro la caserma Santa Barbara a Milano, in zona San Siro. I feriti sono il presunto attentatore, un libico di 35 anni regolarmente residente in Italia, a Milano – che ha subito l'amputazione della mano e perso la vista da un occhio –, al momento ricoverato in terapia intensiva dell'ospedale Fatebenefratelli e un militare del corpo di guardia, il caporale Guido La Veneziana. Dai portavoce dell'esercito trapela la condizione clinica del caporale, descritta come buona. La Veneziana appartiene al primo Reggimento trasmissioni 'Spluga’. L'attentatore, alle 7:45, si è avvicinato alla porta carraia della caserma e ha cercato di approfittare dell'ingresso di un militare che stava entrando nella struttura a prendere servizio con la sua auto. Per fortuna gli sono parati davanti i militari di guardia che erano a qualche metro di distanza. A quel punto il nordafricano ha fatto esplodere il rudimentale ordigno. Il comandante della caserma in piazzale Perrucchetti, il Colonnello Valentino De Simone, e fonti investigative hanno “smentito categoricamente” che il libico abbia proferito frasi inerenti ai nostri militari in Afghanistan. Un reparto tra quelli di stanza nel complesso milanese dell'Esercito si trova infatti attualmente in zona d'operazioni in Afghanistan, da qui l’ipotetico collegamento con il teatro di guerra. Sembra che l’ordigno fosse contenuto in una valigetta porta attrezzi, la sua efficacia è stata però limitata dal fatto che il libico sia stato fermato in quella che viene definita 'zona polmone’, un'area antistante il passo carrabile che funge da spazio di sicurezza per la identificazione delle persone in ingresso. Sul posto, numerosi funzionari dirigenti e ufficiali di Polizia, Carabinieri ed Esercito, oltre al procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, coordinatore del pool Antiterrorismo, il questore, Vincenzo Indolfi, il Comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri, Colonnello Sergio Pascali e il Comandante della Polizia locale, Tullio Mastrangelo. Gli investigatori dovranno anche verificare se l'identità del documento trovato al libico sia veritiera. Il presunto attentatore “sembra fosse giunto a Milano da Napoli, in tasca gli investigatori gli hanno trovato un biglietto ferroviario”: lo ha riferito il consigliere provinciale Giovanni De Nicola parlando ai cronisti in piazzale Perrucchetti. Secondo il sindaco di Milano, Letizia Moratti “I primi accertamenti ci dicono che l'attentato dovrebbe essere frutto di un'azione isolata, fatta da una persona non collegata a organizzazioni. Non si esclude che sia una persona con particolari disequilibri”. La Moratti ha detto di aver portato al comandante della caserma la solidarietà di tutti i milanesi e il ringraziamento per il lavoro che svolgono nelle missioni all'estero. Le parole del sindaco sono confermate da fonti d’intelligence, impegnate nell’indagine, secondo cui i primi risultati parlano di un gesto compiuto da un soggetto isolato, che non avrebbe alcun collegamento con cellule legate al terrorismo internazionale. Al momento, non sono neanche emersi collegamenti tra l'attentatore e i marocchini arrestati un anno fa a Milano e accusati di preparate attentati nel nostro paese. “Allo stato – dichiarano gli 007 - si tratta di un gesto isolato di una persona che non ha alcun precedente specifico”. I quattro marocchini chiamati in causa, accusati di terrorismo internazionale e per i quali domani si aprirà l'udienza preliminare davanti al gup Gaetano Brusa, in un'intercettazione del 30 settembre 2008, avevano parlato di un attentato a “una grande caserma” vicino alla stazione della metropolitana Bande Nere. In base a questa conversazione nel corso delle indagini, coordinate dal pm Nicola Piacente, la Digos aveva individuato tre possibili obiettivi: oltre alla caserma Perrucchetti, anche l'ospedale militare e il commissariato Lorenteggio. In Procura a Milano hanno comunque fatto sapere che l'attentato di questa mattina sarebbe da ricondurre a un caso isolato e non ha nulla a che vedere con i progetti venuti a galla nell'inchiesta che riguarda i marocchini. Inchiesta nella quale non sono mai emersi contatti diretti con fondamentalisti di nazionalità libica. La comunità ebraica di Milano ha intanto diffuso una nota di solidarietà ai militari per l'attentato: “Esprimiamo, a nome della Comunità ebraica di Milano, la nostra più sentita e forte solidarietà per l'attentato accaduto questa mattina a Milano, presso la caserma Santa Barbara, in cui è stato ferito un giovane militare. Siamo vicini alle forze armate e a tutte le forze dell'ordine che si adoperano ogni giorno al fine di garantire la sicurezza del Paese” afferma Yoram Ortona, portavoce della Comunità ebraica di Milano.

2 commenti:

100% Antikomunista ha detto...

Uno "squilibrato" che agisce "per caso" si fa 800 km. in treno per venire a Milano da Napoli?

Maria Luisa ha detto...

appunto turista squilibrato...per caso