Palermo - E' entrato in acque Sar di competenza italiana il barcone di diciassette metri con a bordo circa 200 immigrati, da venerdì in navigazione al largo delle coste libiche. Il natante si trova a circa 32 miglia da Capo Passero. Al suo fianco, per proteggerlo dalle difficili condizioni meteo, la motocisterna "Antignano" del compartimento marittimo di Livorno, che era stata inviata in zona sin dall’avvistamento, venerdì sera, dalla Capitaneria di porto. Così, nel ringraziare l'Italia per il proprio intervento, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha invitato a "porre fine a questa odissea".
L'intervento del soccorso italiano. Dalle 10 di questa mattina è a tutti gli effetti un intervento di soccorso italiano quello nei confronti del barcone con circa 200 migranti a bordo. Da venerdì è in balia del mare, nel Canale di Sicilia: il Comando generale delle capitanerie di porto ha assunto il coordinamento delle operazioni. Il barcone si trova ora a circa 33 miglia dalle coste siciliane, e quindi in acque Sar (ricerca e soccorso) italiane; il mare è molto mosso e l’imbarcazione è in condizioni di stabilità precarie. Il rimorchiatore d’altura dirottato sul posto dal Comando generale delle capitanerie è una delle poche unità in grado di operare in queste condizioni di mare. È stato chiesto anche di rimanere sul posto alla nave Antignano e ad un pattugliatore militare maltese per fornire ogni eventuale assistenza.
L'appello dell'Onu. Laura Boldrini, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ringrazia il comandante e all’equipaggio della petroliera "Antignano" per aver "dimostrato grande senso di responsabilità nello scortare l’imbarcazione con i 200 immigrati passando loro acqua e viveri". "In questi giorni - sottolinea la Boldrini - c’è stata molta confusione su competenze e responsabilità di chi doveva intervenire per sottrarre l’imbarcazione a possibili rischi dovuti a proibitive condizioni del mare". Le Nazioni Unite si augurano, infatti, che "si ponga fine a questa odissea perché le persone che si trovano a bordo dell’imbarcazione sono provate da giorni di mare in tempesta e di viaggio in condizione precarie". "La barca, come si evince dalla foto che ci è giunta, è sovraffollata e vi sono anche donne e bambini - conclude, infine il commissario Onu - dalle telefonate che ci sono giunte dai parenti sappiamo che ci sono anche somali ed eritrei che, normalmente, hanno bisogno di protezione".
2 commenti:
dalle telefonate che ci sono giunte dai parenti sappiamo che ci sono anche somali ed eritrei che, normalmente, hanno bisogno di protezione...tutto organizzato, pure le telefonate dei parenti preoccupati, come se i calndestini fossero in gita aziendale.Spero che li rispediscano tutti al mittente.
Artemisia
Ah, ecco vedi? Non sono la sola a vedere queste strane "organizzazioni"... spero anche io che li rispediscano a casa propria.
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