mercoledì 19 agosto 2009

Rimborsi

Sicurezza - il giro di vite. «Non siamo don Rodrigo», dopo le nozze saltate il Comune rimborsa gli stranieri. Verona, l’attacco di Famiglia Cristiana. Il Comune sceglie di dare un indennizzo alle coppie miste per i matrimoni non celebrati

VERONA — «Nella città del­l’amore le nozze non s’hanno da fare». Dopo l’attacco di Famiglia Cristiana per i sì degli immigrati saltati per effetto del decreto Ma­roni (Una legge scritta da don Rodrigo) punge il direttore don Sciortino che bacchetta anche la città di Giulietta («ironia della sorte, è Verona che ha aperto le danze»), riflettori puntati sulla città scaligera. Tutti i comuni d’Italia sono alle prese con la no­vità che prevede l’obbligo di for­nire la documentazione che certi­fica la regolarità dei futuri sposi, a partire dal permesso di soggior­no. Nella «rossa» Bologna, il sin­daco del Pd Del Bono, in questi giorni ha dato disposizione all’uf­ficio di stato civile di fare control­li su tutte le future unioni civili previste fino alla fine del 2009. Ma palazzo Barbieri, in effetti, ha anticipato tutti: alla mezzanotte e un minuto di sabato 8 agosto (momento in cui il pacchetto si­curezza è divenuto operativo) l’amministrazione era già pronta ad attuare le nuove regole. Così già la prima settimana erano sal­tati dieci matrimoni tra stranieri, circa la metà di quelli previsti. «Non siamo don Rodrigo» ri­sponde l’assessore ai Servizi De­mografici, Daniele Polato, dopo l’editoriale di Famiglia Cristiana. «Anzitutto – spiega – va chiarito che noi stiamo semplicemente applicando una legge nazionale, votata dal parlamento, perciò qui non sta succedendo nulla di diverso rispetto a quanto accade nel resto del Paese. Dopo di che vale la pena far sapere che stia­mo cercando di rendere la novità meno traumatica possibile, con­tattando noi i diretti interessa­ti». In pratica il Comune ha avvisa­to telefonicamente tutti gli stra­nieri che avevano prenotato la ce­rimonia nella prossime settima­ne, per far sapere loro cosa ri­schiano se non hanno il permes­so di soggiorno. «Per il periodo successivo – prosegue l’assesso­re – stiamo inviando raccoman­date informative con ricevuta di ritorno, così che ciascuno possa organizzarsi per tempo. Ci augu­riamo che non saltino altri matri­moni, gli immigrati hanno 180 giorni di tempo, quello delle pub­blicazioni, per mettersi in rego­la». Ma non solo. Il Comune ha an­che deciso a questo punto di rim­borsare le coppie di immigrati che le hanno disdette. «Fra tutti quelli che abbiamo contattato praticamente nessuno ha fatto problemi una volta informati del­la normativa. E ho dato disposi­zione perché chi ha annullato le nozze che aveva prenotato, ovvia­mente prima dell’entrata in vigo­re del decreto, sia rimborsato dal Comune».

Davide Pyriochos

1 commenti:

100% Antikomunista ha detto...

Ah ecco, se sono clandestini, invece di un sonoro calcio in culo, gli diamo anche i soldi per ripagarli se non si possono sposare.

Sai ora quanti matrimoni finti... i parassiti stranieri hanno trovato un nuovo modo di vivere di rendita mantenuti da noi italiani.