giovedì 13 agosto 2009

Gran Bretagna

Gran Bretagna, a scuola non si parla più inglese di Erica Orsini

Londra - Ormai è ufficiale: nelle scuole elementari di Londra i bambini inglesi «doc» sono diventati la minoranza. La maggior parte a casa non parla l'inglese perché appartiene a gruppi etnici differenti e quasi sempre ha bisogno di corsi di sostegno per scrivere e leggere correttamente. Ad affermarlo sono gli ultimi dati raccolti dal dipartimento per l'Infanzia, la Scuola e le Famiglie che rilevano uno dei più eclatanti cambiamenti demografici mai avvenuti negli ultimi decenni. Cifre alla mano i ragazzi con una lingua madre diversa dall'inglese sono la maggioranza in 13 dei 33 distretti scolastici londinesi e della vicina Slough. A Londra il 54 per cento degli alunni delle scuole primarie e il 48.5 per cento delle secondarie non parla inglese come prima lingua. In tutto fanno 159mila e nell'intero Regno Unito sono almeno mezzo milione i bambini per i quali l'inglese è una lingua straniera. Circa un quinto degli studenti appartengono a minoranze etniche e sono aumentati dell'11 per cento dal 1997 ad oggi. Giunti a questo punto la maggior preoccupazione degli insegnanti è che gli attuali finanziamenti scolastici siano insufficienti a coprire le esigenze di classi in cui sempre più alunni necessitano di un sostegno con l'inglese e i presidi di molti istituti hanno già richiesto al governo di aggiornare i fondi in base alla nuova situazione. Inoltre anche le ispezioni ufficiali scolastiche dovrebbero adeguarsi alla nuova realtà di classi con una larga concentrazione di bambini stranieri. Anastasia de Whaal, a capo di Civitas, osservatorio privilegiato sullo stato dell'Istruzione, conferma l'esistenza di difficoltà sempre crescenti per il corpo docente: «Bisogna essere onesti e ammettere che cosa significano esattamente questi dati per le scuole britanniche - ha dichiarato ieri al Daily Telegraph -. Dal governo infatti continuano ad arrivare nuove direttive e richieste in merito ai target che dobbiamo raggiungere per ottenere i fondi scolastici, ma molto spesso non si tiene conto delle difficoltà che dobbiamo affrontare. A meno che non si facciano significativi investimenti in quest'ambito, verremo lasciati sempre più spesso in situazioni in cui una gran parte degli alunni fa fatica non solo a scrivere o a leggere, ma perfino a comprendere quello che dice l'insegnante. È chiaro - ha concluso la de Whaal - che simili difficoltà influiscono sull'andamento generale della classe». Il dipartimento per l'Infanzia, la Scuola e le Famiglie getta acqua sul fuoco e sottolinea che i dati «indicano solamente quale lingua il bambino ha parlato inizialmente a casa e non se più tardi abbia imparato a parlare l'inglese più o meno lentamente. Essere un alunno che usa l'inglese come seconda lingua non significa non averla mai parlata». «Soltanto per alcuni degli ultimi arrivi inoltre - assicura un portavoce - i problemi di comunicazione sono gravi. E ad ogni modo non siamo sordi di fronte alle richieste delle scuole, abbiamo ascoltato le preoccupazioni espresse dai presidi tanto che abbiamo deciso di incrementare i fondi per le minoranze etniche di 206 milioni di sterline, da distribuire entro il 2010 proprio per aiutare gli studenti più deboli in inglese».

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