lunedì 24 agosto 2009

Nessuno parla...

"I terroristi diventano ministri e l'Occidente rimane a guardare" di Fiamma Nirenstein

È il tempo dell'istituzionalizzazione del terrorismo: potrà capitare sempre più spesso a un politico occidentale in visita in mezzo mondo di stringere la mano a un ricercato dall'Interpol in veste ufficiale, o almeno a qualche leader che ha lodato pubblicamente qualche noto assassino plurimo di donne, bambini, turisti, facendone la sua bandiera dopo averlo prpbabilmente finanziato. E' preciso il messaggio di tutto il regime iraniano quando decide, alla faccia di tutte le diplomazie, di nominare ministro della difesa Ahmad Vahidi, il comandante dell'unità «Forza Quds» della Guardia Rivoluzionaria che ha perpetrato nel 1994 l'attacco all'Amia, un'associazione ebraica di Buenos Aires, facendo 85 morti e 200 feriti, ricercato dall'Interpol: qualcuno ricorderà lo sventramento enorme causato dalla bomba, l'inferno di morte e dolore visto, e poi le immagini in replica in talmente tante città, a New York, a Londra, a Parigi, a Mumbai, a Gerusalemme, a Mombasa. Ahmadinejad con la nomina di Vahidi dice che non solo uccidere innocenti è buono e giusto, ma anche, attenti a noi, che un attentato diventa un esempio da premio quando ha luogo in un grande centro a sorpresa, lontano dal Medio Oriente. La scelta del regime iraniano ha a che fare con il suo coinvolgimento palese nel terrorismo internazionale, e ce lo butta in faccia come una promessa. Il terrore è esempio e oggetto di ammirazione, ed è passato dalle rappresentazioni delle immagini con il mitra dei terroristi suicidi nelle case e nelle moschee, alla proposta diconsiderarlo un nonnale capitolo di un cursus honorum, un elemento di curricolo. E noi restiamo a bocca aperta, anzi, arretriamo interloquendo con la nuova cultura della morte con proposte di appeasement. Non solo la Libia è scesa in piazza per accogliere Abdel Baset al Megrahi, rilasciato dalle carceri inglesi dove era detenuto per l'esplosione dell'aereo della Pan Am, volo 103, sopra Lockerbie, in Scozia, in cui furono uccise, nel 1988, 270 persone. Il leader libico Muammar Gheddafi lo ha ricevuto ieri e con un grande abbraccio gli ha dato il benvenuto; poi ha ringraziato tutti, Gordon Brown, il primo ministro scozzese, la regina Elisabetta, il Principe Andrea per la loro «coraggiosa decisione». La Libia, ovvero il suo capo, ha accettato la responsabilità formale dell'attentato di Lockerbie, ma molti, al di là di Megrabi, hanno seguitato a individuare una pista siriana e iraniana, sostenendo che al tempo della vicenda, a causa della coalizione per la prima guerra contro Saddam Hussein, nessuno aveva interesse a accusare la Siria. Teorie incerte, Ma la Siria è comunque un altro Paese che ha sempre sbattuto in faccia al mondo il suo rapporto intimo con gli hezbollah e con hamas con la sponsorizzazione iraniana, e un'inutile politica americana e francese della mano tesa cerca continuamente, con tulle le sue forze di riahiliitarla, promuoverla, farla sua. Il meccanismo è questo: io esalto il mio terrorista, tu farai ancora di più per redimermi e quindi ti piegherai alle mie condizioni, Gli hezbollah hanno esaltato oltre misura lo scambio di due corpi di soldati israeliani rapiti,, con uno dei più feroci terroristi che si possano immaginare, Samir Khuntar, che nel 79 durante un attentato uccise una bambina israeliana dì 4 anni fracassandole il cranio con un fucile: Nasrallah gli ha organizzato accoglienze da re, lo ha reso un modello continuamente esibito, Ma l'Europa, in particolare l'Inghilterra che ha avviato con hezbollah contatti segreti, ha preferito trattarli come un partito popolare, esattamente la loro richiesta, e cercare, ancora una volta, una impossibile pacificazione. Un capitolo fondamentale è quello che riguarda Fatah, la parte moderata dei palestinesi che nei giorni scorsi ha tenuto a Betlemme la sua conferenza: Fatah è per il presidente Obama il maggiore fra gli interlocutori della sua politica della mano tesa. Ma la conferenza ha gridato di giubilo quando il famoso negoziatore (moderato, naturalmente) Ahmed Qrei, ovvero Abu Ala, ha presentato come un eroe il terrorista Khaled Abu Usba, l'uomo che sulla via costiera assalì due autobus e fece 35 morti fra turisti e passeggeri. Quella folla di delegati esultanti è un interlocutore di pace? E per questo che poi ha avuto tanto spazio in Europa l'idea di liberare dal carcere Marwan Barghouti, in prigione con cinque ergastoli, la cui larga popolarità è basata sul ruolo di comandante nella seconda Intifada?Il consigliere per il terrorismo di Obama John Brennan dice al Center for Strategic and Intenational Studies: «Anche se condanniamo e ci opponiamo alle tattiche illegali del terrore dobbiamo riconoscere e metterci in relazione ai diritti legittimi della gente comune che essi affermano di rappresentare». Certo Megrahi, Vahidi, Khuntar, Abu Usba rappresentano bene l'odio contro l'occidente. E allora? Capirlo non ci aiuterà quando Vahidi dovesse gestire come ministro della Difesa, speriamo mai, la bomba atomica iraniana.

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