«Da tre anni teniamo questi rapporti di buon vicinato con la comunità islamica, per tanto nel limite del possibile li ospitiamo per la preghiera nel campo dell’oratorio». A parlare è don Piero Cecchi, parroco di San Giovanni Crisostomo a Milano, che da alcuni anni ospita dalle 12 alle 14 centinaia di mussulmani per la preghiera del venerdì nel campo sportivo dell’oratorio. Un’esigenza che si rende necessaria per l’insufficiente capienza della Casa della Cultura Islamica di via Padova, come denunciato da Mohammed Danova uno dei responsabili del centro, soprattutto quando in estate e nelle festività è impossibile utilizzare la palestra comunale di via Cambini. «Avrei preferito che la richiesta fosse arrivata attraverso i canali ufficiali, vista la funzione civile di fornire un luogo di culto a una comunità di fedeli che siano islamici o meno, comunque dato il rapporto di buon vicinato che abbiamo instaurato con loro, compatibilmente con le esigenze della parrocchia, diamo la possibilità di pregare nel primo pomeriggio sul campo sportivo dell’oratorio».«Alla base di questo sostegno - conclude il sacerdote - c’è sicuramente il fatto che quella di via Padova sia una comunità moderata e rispettosa delle leggi, come testimonia il fatto che vogliano aspettare le autorizzazioni necessarie. Ci avevano chiesto la disponibilità anche per il Ramadan ma non è possibile per la ripresa delle attività parrocchiali».
domenica 23 agosto 2009
Amicizie
Milano Il parroco: «Il venerdì i musulmani pregano nel nostro oratorio» di Redazione
«Da tre anni teniamo questi rapporti di buon vicinato con la comunità islamica, per tanto nel limite del possibile li ospitiamo per la preghiera nel campo dell’oratorio». A parlare è don Piero Cecchi, parroco di San Giovanni Crisostomo a Milano, che da alcuni anni ospita dalle 12 alle 14 centinaia di mussulmani per la preghiera del venerdì nel campo sportivo dell’oratorio. Un’esigenza che si rende necessaria per l’insufficiente capienza della Casa della Cultura Islamica di via Padova, come denunciato da Mohammed Danova uno dei responsabili del centro, soprattutto quando in estate e nelle festività è impossibile utilizzare la palestra comunale di via Cambini. «Avrei preferito che la richiesta fosse arrivata attraverso i canali ufficiali, vista la funzione civile di fornire un luogo di culto a una comunità di fedeli che siano islamici o meno, comunque dato il rapporto di buon vicinato che abbiamo instaurato con loro, compatibilmente con le esigenze della parrocchia, diamo la possibilità di pregare nel primo pomeriggio sul campo sportivo dell’oratorio».«Alla base di questo sostegno - conclude il sacerdote - c’è sicuramente il fatto che quella di via Padova sia una comunità moderata e rispettosa delle leggi, come testimonia il fatto che vogliano aspettare le autorizzazioni necessarie. Ci avevano chiesto la disponibilità anche per il Ramadan ma non è possibile per la ripresa delle attività parrocchiali».
«Da tre anni teniamo questi rapporti di buon vicinato con la comunità islamica, per tanto nel limite del possibile li ospitiamo per la preghiera nel campo dell’oratorio». A parlare è don Piero Cecchi, parroco di San Giovanni Crisostomo a Milano, che da alcuni anni ospita dalle 12 alle 14 centinaia di mussulmani per la preghiera del venerdì nel campo sportivo dell’oratorio. Un’esigenza che si rende necessaria per l’insufficiente capienza della Casa della Cultura Islamica di via Padova, come denunciato da Mohammed Danova uno dei responsabili del centro, soprattutto quando in estate e nelle festività è impossibile utilizzare la palestra comunale di via Cambini. «Avrei preferito che la richiesta fosse arrivata attraverso i canali ufficiali, vista la funzione civile di fornire un luogo di culto a una comunità di fedeli che siano islamici o meno, comunque dato il rapporto di buon vicinato che abbiamo instaurato con loro, compatibilmente con le esigenze della parrocchia, diamo la possibilità di pregare nel primo pomeriggio sul campo sportivo dell’oratorio».«Alla base di questo sostegno - conclude il sacerdote - c’è sicuramente il fatto che quella di via Padova sia una comunità moderata e rispettosa delle leggi, come testimonia il fatto che vogliano aspettare le autorizzazioni necessarie. Ci avevano chiesto la disponibilità anche per il Ramadan ma non è possibile per la ripresa delle attività parrocchiali».
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