Le parole del ministro Roberto Calderoli sono «inaccettabili e offensive, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani inghiottiti dalle acque del Mediterraneo». Mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, risponde così in una dichiarazione diffusa alla stampa, al ministro leghista per la Semplificazione legislativa, Calderoli. «Mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede, mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana e come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa sede». L'esponente leghista, a proposito dell'intervista rilasciata da mons. Vegliò alla Radio Vaticana in seguito alla tragedia del Canale di Sicilia aveva dichiarato: «Le parole sugli immigrati pronunciate da mons. Vegliò non sono quelle del Vaticano e della Cei da cui, anzi, spesso, lo stesso Vegliò è stato poi contraddetto». «La mia dichiarazione - ha aggiunto Vegliò - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità».
"I monsignori facciano i monsignori" - Dal Carroccio fanno quadrato attorno al loro rappresentante e arriva un invito schietto al Vaticano: i monsignori facciano i monsignori che i ministri faranno i ministri. Ne è convinto Matteo Salvini: "Si occupino delle chiese mezze vuote, piuttosto. Noi stiamo semplicemente applicando una legge che ci accomuna al Vaticano, quella sul reato di clandestinità". Ma questi continui attriti non rischiano di incidere sul rapporto tra l'elettorato cattolico e la Lega? "E' vero il contrario", risponde a Libero-news.it l'europarlamentare leghista. Perché "più il Vaticano sproloquia nei nostri confronti, più noi raccogliamo voti".
"Non possiamo risolvere i loro problemi da qui" - Sulla stessa linea Gian Paolo Gobbo, segretario del Carroccio in Veneto: "Noi vogliamo applicare il concetto legale sulla legalità tramite una legge che non appartiene solo allo stato italiano. Tra gli altri, anche alla Santa Sede". E sul rischio di perdere colpi nell'elettorato cattolico, anche in questo caso non c'è alcun timore: "Noi non siamo per l'estremismo, come qualcuno crede. Piuttosto riteniamo di non poter risolvere i problemi del Terzo mondo da qui, vanno risolti dove sorgono". Come? "Come faceva una volta la Chiesa, con i missionari che andavano in Africa e davano una mano, facevano apprendere le cose importanti per la società".
1 commenti:
Gobbo ha ragione. Vegliò dovrebbe mettersi d'accordo con Veltroni, organizzare un charter di tutti i "politicamente corretti" e sbarcare in Africa per aiutare in loco i loro "protetti". Ma forse l'Africa non è in grado di sopportare, dopo le carestie e i problemi che già ha, anche la presenza degli abatini del "politicamente corretto" ... :-)
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