domenica 30 agosto 2009

Immigrazione

Dal 6 maggio, giorno dell'accordo, sono un migliaio i migranti riportati a tripoli. Sicilia, respinto gommone di migranti. A bordo 75 persone tra i quali donne e bambini, in prevalenza somali: tornati in Libia

PALERMO
- Erano in 75. Tutti stipati su un gommone. Uomini, donne e bambini in fuga dall'Africa e alla ricerca di un futuro. La speranza era tutto lì in quel viaggio da costa a costa. Fino in Sicilia. E c'erano quasi arrivati, quando il brusco risveglio è stato dettato dalle motovedette italiane, incrociate sul loro cammino. Tutti, tranne un uomo ferito, sono stati riportati in Libia.

IMMIGRAZIONE - I primi a intercettare l'imbarcazione sono stati gli uomini della marina maltese. Poi è arrivata la Marina Italiana, al di fuori delle acque territoriali. Il gommone si stava dirigendo «inequivocabilmente» verso le coste della Sicilia sud orientale. Da qui la decisione di rimandare tutti indietro con la Guardia di Finanza. Tutti tranne un immigrato con alcune costole rotte che è stato trasferito all'ospedale di Pozzolla, in provincia di Ragusa. Secondo le prime informazioni gli extracomunitari sarebbero in maggioranza somali o comunque provenienti dal Corno d'Africa, dunque nelle condizioni di fare richiesta d'asilo. Quello di oggi è l'ennesimo respingimento, dopo l'accordo bilaterale tra Italia e Libia. Dal 6 maggio ad oggi sono oltre un migliaio gli immigrati che sono stati riportati a Tripoli.

Si celebra il Trattato di Amicizia tra Italia e Libia, ci saranno anche le frecce tricolori. Berlusconi a Tripoli incontra Gheddafi: «Serve più rigore con gli immigrati». Il premier: «Se vogliamo procedere a una politica vera di integrazione dobbiamo anche essere rigorosi»

MILANO
- Il premier Silvio Berlusconi è a Tripoli per partecipare ai festeggiamenti in occasione del primo anniversario della firma del Trattato di amicizia e cooperazione tra Italia e Libia. Il presidente del Consiglio è stato ricevuto prima dal primo ministro libico Baghdadi Mahmudi e dal ministro degli Esteri Mussa Kussa. «Se vogliamo davvero procedere a una politica vera di integrazione dobbiamo anche essere rigorosi per non aprire l'Italia a chiunque» ha affermato Berlusconi.

L'INCONTRO - Dopo aver partecipato ai festeggiamenti, il premier si è recato a Shabit Jfarai (circa 20 chilometri dalla capitale del paese) per assistere alla posa simbolica della prima pietra dell'autostrada che percorrerà la Libia dalla Tunisia all'Egitto e che rappresenta la principale compensazione per il passato coloniale italiano. Ad accoglierlo è stato il leader libico il Colonnello Muhammar Gheddafi. Subito dopo il Cavaliere sarà ospite a cena del leader libico. Il rientro in Italia è previsto in serata.

POLEMICHE - Ma fin dal suo annuncio la visita del premier per le celebrazioni del Trattato di Amicizia tra Italia e Libia ha suscitato immediate polemiche. Una visita molto criticata dalle opposizioni, che puntavano l'indice sull'opportunità di presentarsi a fianco di Gheddafi, il primo settembre, in occasione dei festeggiamenti dell'anniversario della rivoluzione libica: festeggiamenti ai quali non parteciperanno il presidente francese Nicolas Sarkozy, il presidente russo Dmitri Medvedev, il primo ministro Vladimir Putin. Critiche a cui Palazzo Chigi risponde ricordando che il presidente del Consiglio sarà presente in Libia solo il 30 agosto ed esclusivamente per la festa di amicizia italo-libica, mentre il primo settembre, anniversario della rivoluzione libica, sarà già a Danzica, in Polonia, per partecipare alle «Celebrazioni del settantesimo anniversario dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale».

FRECCE TRICOLORI - Ma le polemiche non sono relative solo alla visita di Berlusconi, dato che hanno anche coinvolto le nostre Forze armate, in particolare la pattuglia acrobatica delle Frecce tricolori che parteciperà ai festeggiamenti in Libia. In particolare le opposizioni contestano non solo l'opportunità della presenza delle nostre Frecce tricolori ma alcuni punti dello stesso Trattato di Amicizia tra Italia e Libia. «Le esercitazioni congiunte tra le forze armate terrestri e aeree di Italia e Libia sono l'ultimo tranello contenuto in quel trattato di amicizia che abbiamo criticato fin dal primo momento e che Berlusconi si ostina senza alcun motivo a voler festeggiare domani a Tripoli. A questo punto La Russa ci faccia sapere se l'Italia fa ancora parte della Nato o se ha scelto come suo alleato militare prediletto un paese che non rispetta i diritti umani». È quanto afferma, in una nota, il portavoce dell'Udc Antonio De Poli. «Di questo passo - aggiunge De Poli - possiamo aspettarci che le Frecce Tricolori, al termine dell'evitabile esibizione della prossima settimana, non tornino in Italia ma restino direttamente in Libia a disposizione del colonnello Gheddafi...».

2 commenti:

Massimo ha detto...

1075 respinti ? Beh, l'importante è iniziare, ma sopratturo proseguire ... :-)

Elly ha detto...

Senza dubbio. Infondo è questo quello che vogliono gli italiani. Giusto respingere.