Siamo scivolati su una buccia di banana. Eppure lo sapevamo che sull’importazione del frutto esotico nella Comunità Europea non dovevamo fare passi falsi. Invece abbiamo violato le norme sulle procedure doganali nel periodo ’98-2003 e adesso l’Europa ci chiede 6,72 milioni di euro da corrispondere al bilancio comunitario cui si aggiungono ulteriori interessi di mora. Si risolvesse tutto lì, saremo a posto, ma i procedimenti d’infrazione verso l’Italia sono ben 161, la maggior parte dei quali riguardano ambiente (36), fisco e dogana (28) e sanità (18). Non ci siamo occupati a dovere della carpa e del tonno rosso? Male! Non ci siamo allineati alle indicazioni europee sulla commercializzazione dei tuberi di patata? Malissimo! Abbiamo fatto di testa nostra sulla passata di pomodoro? E ora paghiamo! Quanto? 1,5 miliardi di euro in totale. Tanto potremo essere obbligati a sborsare qualora la corte di Giustizia Europea accerterà che i rilievi della Commissione sui più disparati motivi sono fondati. E secondo il Sole24Ore, la previsione è perfino ottimistica perché le quantificazioni effettuate dal Ministero dell’Economia (relative al semestre giugno-dicembre 2008) si riferiscono solo a una parte dei procedimenti. Nonostante dietro un procedimento d’infrazione archiviato ce ne sia sempre uno pronto per essere avviato (alcuni ineccepibili), non ne facciamo una questione personale o esclusivamente economica. Ci limitiamo a rilevare che se gli italiani non sono affezionati all’idea di Europa - e all’ultima tornata elettorale lo hanno dimostrato disertato le urne - c’è più d’una ragione, che va ben aldilà dei contenziosi aperti. Quella principale è la seguente: sui grandi temi l’Europa fa orecchie da mercante o farfuglia qualcosa che solitamente risulta incomprensibile. L’attitudine a disquisire su ogni minima piccolezza è evidente, ma quando qualcuno le chiede aiuto come nel caso dell’immigrazione, all'indirizzo del richiedente non arriva alcuna risposta. Poi, per carità, le zucchine e i pomodori sono importanti perché fanno parte della dieta Mediterranea, le aragoste rosse sono considerate le regine della tavola e per questo vanno tutelate e probabilmente non sarebbe giusto dare pari dignità a ogni tipo di formaggio. Ma sei anni fa, quando il fenomeno migratorio era già un’emergenza, avremo barattato volentieri la tutela del gorgonzola con una politica comune sui flussi migratori.
E in effetti... botta e risposta tra Frattini e gli "esimi" della Ue.
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