FIRENZE — Seggiole e poltrone, si sa, sono amatissime dai politici. E invece la nuova sedia appena collocata dietro la scrivania dell'ufficio di Matteo Renzi, sindaco di Firenze, sarà probabilmente la più odiata del mandato. Il motivo? È costata troppo, 2.000 euro (sconto compreso) e soprattutto il primo cittadino è stato informato del prezzo da un'interrogazione di un consigliere dell'opposizione, Giovanni Donzelli (Pdl) che oltretutto l'ha accusato di pretendere una poltrona «megagalattica», stile saga fantozziana. La reazione di Renzi è stata prima di stupore e poi di rabbia. Con la decisione, pressoché immediata, di restituire la super-sedia al mittente. «Ho già dato disposizione di rispedirla al fornitore — conferma Renzi —. Non era stata ancora pagata. Ha ragione Donzelli, 2.000 euro non hanno giustificazione. Io non sapevo niente dell'acquisto, perché non spetta a un sindaco decidere l'arredamento dell'ufficio e oltretutto ero negli Stati Uniti, ma ho chiesto una relazione agli uffici tecnici. Tutte le spese, anche quelle del sindaco, devono essere all'insegna della parsimonia a Palazzo Vecchio». Immediata la replica del consigliere Donzelli: «Renzi è stato colto con le dita nella marmellata — dice —. Spero solo che le sue giustificazioni siano bugie. Perché diventerebbe difficile e sarebbe pure imbarazzante pensare di affidare la guida di Firenze a un sindaco che non sa neppure dove si mette a sedere». Eppure a vederla da vicina la «poltrona dello scandalo» più che un trono somiglia a un normale arredo da ufficio, neppure troppo bello esteticamente. I dati tecnici, con tanto di garanzia e istruzioni per l'uso e la manutenzione, parlano di «poltroncina in pelle nera, con articolazione dello schienale, altezza regolabile, movimento oscillante, base girevole, con rotelle e braccioli e base in alluminio». I fornitori sono Tecno spa e fratelli Secciani snc, ditte con i quali Palazzo Vecchio ha normali forniture. Da ieri pomeriggio la superseggiola è sparita dalla sala Clemente VII di Palazzo Vecchio, l'ufficio del sindaco. È stata sostituita da una vecchia sedia presa in prestito dall'ufficio di un dirigente. Che a sua volta si è affidato non senza fatica a una poltrona un po' sgangherata recuperata dai magazzini. Impossibile ripristinare, infatti, la «seduta» dell'ex sindaco Leonardo Domenici, perché usurata da anni e anni di governo e anche per lei era arrivata l'ora della rottamazione. «In questi primi 50 giorni di governo ho molto puntato sul risparmio — dice il sindaco Renzi —. Ho ridotto gli assessori da 13 a 10 (ne potevo nominare 16), ho accorpato aziende, tagliato incarichi, raccomandato a tutti uno stile sobrio. Figuriamoci se pretendo seggiole da 2.000 euro. Piuttosto sto in piedi». Nei corridoi del Comune c'è chi parla anche di una prima «polpetta avvelenata» cucinata ad arte per il nuovo sindaco.
Marco Gasperetti
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