martedì 25 agosto 2009

Pacchianerie islamiche

Artisti e intellettuali contestano il progetto per ammodernare l’Hôtel Lambert. Parigi contro l’ascensore dello sceicco. No alla ristrutturazione della casa di Voltaire voluta dai reali del Qatar.

PARIGI
- Ma come: un vol­gare ascensore nel palazzo do­ve Voltaire visse con la sua amante la marchesa di Châte­let? Un parcheggio coperto e l'aria condizionata nelle aeree stanze dove George Sand scri­veva romanzi e il suo amico Chopin componeva al pianofor­te? Ci manca solo una poltrona d'oro dove sedeva Balzac. E al­lora vade retro sceicco, giù le mani dall'Hôtel Lambert, uno dei gioielli a cinque piani (for­se un po' diroccati) della storia francese affacci sulla Senna. E pazienza se il signore che vuol mettere l'ascensore all'inviola­bile monumento seicentesco è il fratello di Hamad bin Khali­fa, il «re» del Qatar nonché buon amico del pre­sidente Nicolas Sarkozy. Khalifa fu il primo capo di Sta­to arabo ospite di Sarko all'Eliseo nel 2007. Proprio in quel­l’anno lo sceicco ac­quistò il palazzo dal banchiere Guy de Rothschild (che l'aveva comprato nel 1975 per la moglie) alla bel­la cifra di 80 milioni di euro. Ristrutturazione contrasta­ta. Anzi denunciata come «ille­gale». Nel dicembre del 2008 ar­chitetti e politici della Commis­sione per la Vecchia Parigi lan­ciano l'allarme. Il piano di rin­novo stravolgerebbe l'edificio. Forti di una petizione di 8.000 firme, con l'appoggio di alcune celebrità (dal cantante Georges Moustaki all'attrice Michèle Morgan) l'Associazione «salva­te il Lambert» attacca frontal­mente il governo, a cui spetta l'approvazione finale del pro­getto. Ma a giugno il governo dà il via libera allo sceicco. De­cisione illegale, dicono gli op­positori. «Scelta che denota un’intollerabile ignoranza del­la storia e dell'architettura — attacca Pierre Housieaux, presi­dente dell'Associazione Vieux Paris in una lettera di protesta al primo ministro —. Una scel­ta che solleva seri dubbi sulla capacità del nostro Paese di far­si carico della salvaguardia del proprio patrimonio». Fuori i milioni, è la risposta del gover­no in soldoni: l'Hôtel Lambert è in «pessimo stato, servono ur­genti finanziamenti per salvar­lo». Soprattutto in tempi di cri­si i petrodollari dal Qatar fanno comodo. Il Lambert val bene un ascensore. Vieux Paris non ci sta e si ri­volge alla magistratura. Il ver­detto è atteso per settembre. L'avvocato della nuova proprie­tà, in tribunale la settimana scorsa, ha definito il progetto un caso di «ristrutturazione esemplare». Un caso di «sciatte­ria snob» lo chiama Michèle Morgan, che al Lambert ci ha vissuto vent'anni. «Avrebbero potuto compra­re una reggia fuori Parigi con tutto lo spazio che volevano. Ma forse questo sarebbe stato meno chic, meno elegante», ironizza l'attrice sul giornale Prestigium. Quando ci abitava lei, il Lambert con il suo famo­so salon dove nell'Ottocento si riunivano gli esuli dell'aristo­crazia polacca era già stato divi­so in appartamenti di lusso. Un lusso morigerato, naturalmen­te, da contrapporre a quello giudicato snob-pataccone de­gli sceicchi del Golfo. Che però sono quelli che hanno messo gli 80 milioni di euro. I buoni rapporti diplomatici ed economici coltivati con il Qatar sono una delle chiavi per spiegare l'accondiscendenza di Parigi al rinnovo spregiudicato del Lambert? Come reagirebbe Voltaire: questo è o non è «il tempo di farsi nuovi amici», possibilmente ricchi?

Michele Farina

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