Durante le lezioni non capiscono una sola parola e con i compagni di classe al massimo riescono a dialogare a gesti. Sono 46.154 gli alunni stranieri iscritti nelle nostre scuole che non comprendono l’italiano. In pratica uno su dieci dei 463.089 studenti immigrati presenti in tutta la Penisola. A calcolarne il numero esatto è stato il ministero dell’Istruzione, che ha individuato quanti sono gli stranieri che si sono iscritti per la prima volta in una classe italiana dopo aver frequentato il sistema scolastico del loro Paese d’origine. E che dunque, inevitabilmente, si trovano per la prima volta a dover fare i conti con la nostra lingua. Se gli ultimi dati disponibili sono relativi all’anno 2007/2008, è semplice fare il conto di quanti saranno nel nuovo anno scolastico. Con un incremento di alunni stranieri che in media è del 19,8% ogni due anni, i nuovi arrivati che non sanno l’italiano saranno in tutto 55.300. A impressionare di più, tra i dati diffusi dal ministero, è il fatto che a non parlare la nostra lingua ci sono anche 10.440 studenti iscritti alle superiori. Che dunque si trovano a dover imparare argomenti impegnativi, come la Divina commedia o la filosofia di Platone, senza averne minimamente le basi. Creando dunque un inevitabile effetto rallentamento per l’intera classe. E di certo non giovano allo svolgimento delle lezioni anche gli altri 35.714 alunni che non parlano la nostra lingua, di cui 23.650 iscritti alle elementari e 12.064 alle medie. Anche in questo caso, con conseguenze che si fanno sentire sui programmi scolastici.Basti pensare che alle medie gli studenti bocciati sono il 2,7% tra gli italiani e il 6,3% tra gli stranieri, a prescindere dal grado di conoscenza della lingua. Con differenze meno marcate, ma comunque significative, per quanto riguarda le elementari (0,2% di ripetenti tra gli italiani e 0,9% per gli immigrati) e le superiori (rispettivamente 6,9 e 9,3%). Un dato che comunque non tiene conto delle notevoli disuguaglianze esistenti tra gli stessi alunni stranieri. Se infatti in 199.119, cioè circa un terzo, sono nati in Italia e dunque hanno una discreta padronanza della nostra lingua, altri 375.014 (il 65,3%) sono arrivati nel nostro Paese successivamente. La presenza degli studenti stranieri in classe dunque ha molti volti, ma la regione in cui si fa sentire di più è la Lombardia. Da sola infatti conta 9.487 alunni che non sanno l’italiano, di cui 3.960 nella Provincia di Milano e 1.350 nella città capoluogo. Numeri elevati, paragonabili solo a quelli di altre regioni del centro-nord come Lazio (6.195), Veneto (5.331) ed Emilia-Romagna (4.704). Intere aree in cui il problema dell’insegnamento della lingua italiana agli alunni stranieri assume dimensioni di massa. Ma dati preoccupanti emergono anche dal Sud Italia, dove in ben sei regioni oltre il 15% degli studenti immigrati non parla la nostra lingua. Si tratta nell’ordine di Molise (19,5%), Sardegna (18,6%), Calabria (18,3%), Campania e Sicilia (16,2%), Basilicata (15,6%).Come spiega lo stesso ministero dell’Istruzione, è il segno del fatto che «sta cominciando una nuova fase in cui, a seguito delle variazioni nella composizione dei flussi migratori, stanno cambiando le destinazioni sul nostro territorio». In pratica i nuovi immigrati, invece di preferire il Nord come ha fatto la prima ondata, si insediano sempre di più nel Mezzogiorno. Ne è la riprova il fatto che gli alunni stranieri nati in Italia sono il 38% nel Nord-Ovest, il 35,3% nel Nord-Est, il 33,2% al Centro, il 31,1% nelle Isole e solo il 22,1% al Sud, dove il restante 77,9% è composto da nuovi arrivi. Nella classifica delle realtà locali con la maggior concentrazione di alunni stranieri si piazzano invece al primo posto Mantova (15,4%) tra le province, Prato (15,2%) tra i Comuni capoluogo (seguito da Milano con il 15%) e Porto Recanati (Macerata) tra le città non capoluogo, con oltre uno studente immigrato su quattro. Tra le nazionalità straniere invece i romeni, a quota 92.734 alunni, superano gli albanesi (85.195) che erano in testa fino a pochi anni fa. Nella top ten infine anche Marocco, Cina, Ecuador, Tunisia, Serbia-Montenegro, Filippine, India e Macedonia. Infine dallo spaccato del ministero emerge che la presenza straniera assume una concentrazione particolarmente elevata in 1.242 scuole dove almeno uno studente su tre è immigrato. Di fatto dei veri e propri ghetti, dei quali ben 328 si trovano in Lombardia, 167 in Emilia-Romagna, 134 in Piemonte e 130 in Veneto.
martedì 25 agosto 2009
In classe
Stranieri in classe: 50mila non parlano l’italiano di Pietro Vernizzi
Durante le lezioni non capiscono una sola parola e con i compagni di classe al massimo riescono a dialogare a gesti. Sono 46.154 gli alunni stranieri iscritti nelle nostre scuole che non comprendono l’italiano. In pratica uno su dieci dei 463.089 studenti immigrati presenti in tutta la Penisola. A calcolarne il numero esatto è stato il ministero dell’Istruzione, che ha individuato quanti sono gli stranieri che si sono iscritti per la prima volta in una classe italiana dopo aver frequentato il sistema scolastico del loro Paese d’origine. E che dunque, inevitabilmente, si trovano per la prima volta a dover fare i conti con la nostra lingua. Se gli ultimi dati disponibili sono relativi all’anno 2007/2008, è semplice fare il conto di quanti saranno nel nuovo anno scolastico. Con un incremento di alunni stranieri che in media è del 19,8% ogni due anni, i nuovi arrivati che non sanno l’italiano saranno in tutto 55.300. A impressionare di più, tra i dati diffusi dal ministero, è il fatto che a non parlare la nostra lingua ci sono anche 10.440 studenti iscritti alle superiori. Che dunque si trovano a dover imparare argomenti impegnativi, come la Divina commedia o la filosofia di Platone, senza averne minimamente le basi. Creando dunque un inevitabile effetto rallentamento per l’intera classe. E di certo non giovano allo svolgimento delle lezioni anche gli altri 35.714 alunni che non parlano la nostra lingua, di cui 23.650 iscritti alle elementari e 12.064 alle medie. Anche in questo caso, con conseguenze che si fanno sentire sui programmi scolastici.Basti pensare che alle medie gli studenti bocciati sono il 2,7% tra gli italiani e il 6,3% tra gli stranieri, a prescindere dal grado di conoscenza della lingua. Con differenze meno marcate, ma comunque significative, per quanto riguarda le elementari (0,2% di ripetenti tra gli italiani e 0,9% per gli immigrati) e le superiori (rispettivamente 6,9 e 9,3%). Un dato che comunque non tiene conto delle notevoli disuguaglianze esistenti tra gli stessi alunni stranieri. Se infatti in 199.119, cioè circa un terzo, sono nati in Italia e dunque hanno una discreta padronanza della nostra lingua, altri 375.014 (il 65,3%) sono arrivati nel nostro Paese successivamente. La presenza degli studenti stranieri in classe dunque ha molti volti, ma la regione in cui si fa sentire di più è la Lombardia. Da sola infatti conta 9.487 alunni che non sanno l’italiano, di cui 3.960 nella Provincia di Milano e 1.350 nella città capoluogo. Numeri elevati, paragonabili solo a quelli di altre regioni del centro-nord come Lazio (6.195), Veneto (5.331) ed Emilia-Romagna (4.704). Intere aree in cui il problema dell’insegnamento della lingua italiana agli alunni stranieri assume dimensioni di massa. Ma dati preoccupanti emergono anche dal Sud Italia, dove in ben sei regioni oltre il 15% degli studenti immigrati non parla la nostra lingua. Si tratta nell’ordine di Molise (19,5%), Sardegna (18,6%), Calabria (18,3%), Campania e Sicilia (16,2%), Basilicata (15,6%).Come spiega lo stesso ministero dell’Istruzione, è il segno del fatto che «sta cominciando una nuova fase in cui, a seguito delle variazioni nella composizione dei flussi migratori, stanno cambiando le destinazioni sul nostro territorio». In pratica i nuovi immigrati, invece di preferire il Nord come ha fatto la prima ondata, si insediano sempre di più nel Mezzogiorno. Ne è la riprova il fatto che gli alunni stranieri nati in Italia sono il 38% nel Nord-Ovest, il 35,3% nel Nord-Est, il 33,2% al Centro, il 31,1% nelle Isole e solo il 22,1% al Sud, dove il restante 77,9% è composto da nuovi arrivi. Nella classifica delle realtà locali con la maggior concentrazione di alunni stranieri si piazzano invece al primo posto Mantova (15,4%) tra le province, Prato (15,2%) tra i Comuni capoluogo (seguito da Milano con il 15%) e Porto Recanati (Macerata) tra le città non capoluogo, con oltre uno studente immigrato su quattro. Tra le nazionalità straniere invece i romeni, a quota 92.734 alunni, superano gli albanesi (85.195) che erano in testa fino a pochi anni fa. Nella top ten infine anche Marocco, Cina, Ecuador, Tunisia, Serbia-Montenegro, Filippine, India e Macedonia. Infine dallo spaccato del ministero emerge che la presenza straniera assume una concentrazione particolarmente elevata in 1.242 scuole dove almeno uno studente su tre è immigrato. Di fatto dei veri e propri ghetti, dei quali ben 328 si trovano in Lombardia, 167 in Emilia-Romagna, 134 in Piemonte e 130 in Veneto.
Durante le lezioni non capiscono una sola parola e con i compagni di classe al massimo riescono a dialogare a gesti. Sono 46.154 gli alunni stranieri iscritti nelle nostre scuole che non comprendono l’italiano. In pratica uno su dieci dei 463.089 studenti immigrati presenti in tutta la Penisola. A calcolarne il numero esatto è stato il ministero dell’Istruzione, che ha individuato quanti sono gli stranieri che si sono iscritti per la prima volta in una classe italiana dopo aver frequentato il sistema scolastico del loro Paese d’origine. E che dunque, inevitabilmente, si trovano per la prima volta a dover fare i conti con la nostra lingua. Se gli ultimi dati disponibili sono relativi all’anno 2007/2008, è semplice fare il conto di quanti saranno nel nuovo anno scolastico. Con un incremento di alunni stranieri che in media è del 19,8% ogni due anni, i nuovi arrivati che non sanno l’italiano saranno in tutto 55.300. A impressionare di più, tra i dati diffusi dal ministero, è il fatto che a non parlare la nostra lingua ci sono anche 10.440 studenti iscritti alle superiori. Che dunque si trovano a dover imparare argomenti impegnativi, come la Divina commedia o la filosofia di Platone, senza averne minimamente le basi. Creando dunque un inevitabile effetto rallentamento per l’intera classe. E di certo non giovano allo svolgimento delle lezioni anche gli altri 35.714 alunni che non parlano la nostra lingua, di cui 23.650 iscritti alle elementari e 12.064 alle medie. Anche in questo caso, con conseguenze che si fanno sentire sui programmi scolastici.Basti pensare che alle medie gli studenti bocciati sono il 2,7% tra gli italiani e il 6,3% tra gli stranieri, a prescindere dal grado di conoscenza della lingua. Con differenze meno marcate, ma comunque significative, per quanto riguarda le elementari (0,2% di ripetenti tra gli italiani e 0,9% per gli immigrati) e le superiori (rispettivamente 6,9 e 9,3%). Un dato che comunque non tiene conto delle notevoli disuguaglianze esistenti tra gli stessi alunni stranieri. Se infatti in 199.119, cioè circa un terzo, sono nati in Italia e dunque hanno una discreta padronanza della nostra lingua, altri 375.014 (il 65,3%) sono arrivati nel nostro Paese successivamente. La presenza degli studenti stranieri in classe dunque ha molti volti, ma la regione in cui si fa sentire di più è la Lombardia. Da sola infatti conta 9.487 alunni che non sanno l’italiano, di cui 3.960 nella Provincia di Milano e 1.350 nella città capoluogo. Numeri elevati, paragonabili solo a quelli di altre regioni del centro-nord come Lazio (6.195), Veneto (5.331) ed Emilia-Romagna (4.704). Intere aree in cui il problema dell’insegnamento della lingua italiana agli alunni stranieri assume dimensioni di massa. Ma dati preoccupanti emergono anche dal Sud Italia, dove in ben sei regioni oltre il 15% degli studenti immigrati non parla la nostra lingua. Si tratta nell’ordine di Molise (19,5%), Sardegna (18,6%), Calabria (18,3%), Campania e Sicilia (16,2%), Basilicata (15,6%).Come spiega lo stesso ministero dell’Istruzione, è il segno del fatto che «sta cominciando una nuova fase in cui, a seguito delle variazioni nella composizione dei flussi migratori, stanno cambiando le destinazioni sul nostro territorio». In pratica i nuovi immigrati, invece di preferire il Nord come ha fatto la prima ondata, si insediano sempre di più nel Mezzogiorno. Ne è la riprova il fatto che gli alunni stranieri nati in Italia sono il 38% nel Nord-Ovest, il 35,3% nel Nord-Est, il 33,2% al Centro, il 31,1% nelle Isole e solo il 22,1% al Sud, dove il restante 77,9% è composto da nuovi arrivi. Nella classifica delle realtà locali con la maggior concentrazione di alunni stranieri si piazzano invece al primo posto Mantova (15,4%) tra le province, Prato (15,2%) tra i Comuni capoluogo (seguito da Milano con il 15%) e Porto Recanati (Macerata) tra le città non capoluogo, con oltre uno studente immigrato su quattro. Tra le nazionalità straniere invece i romeni, a quota 92.734 alunni, superano gli albanesi (85.195) che erano in testa fino a pochi anni fa. Nella top ten infine anche Marocco, Cina, Ecuador, Tunisia, Serbia-Montenegro, Filippine, India e Macedonia. Infine dallo spaccato del ministero emerge che la presenza straniera assume una concentrazione particolarmente elevata in 1.242 scuole dove almeno uno studente su tre è immigrato. Di fatto dei veri e propri ghetti, dei quali ben 328 si trovano in Lombardia, 167 in Emilia-Romagna, 134 in Piemonte e 130 in Veneto.
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