venerdì 7 agosto 2009

Nuove misure

Le chiacchiere e i fatti di Maria Giovanna Maglie

Badanti e collaboratrici domestiche straniere potranno restare in Italia legalmente se saranno in regola, non sarà più consentito a chi ha bevuto alcolici o ha assunto droghe di guidare un'automobile o la pagherà finalmente a un prezzo alto, l’immigrazione clandestina, fuor di stinta e ammuffita retorica, diventa un reato e si paga una multa severa, ma sarà un reato anche affittare un appartamento, magari a un prezzo da usuraio, a un clandestino, e si andrà in galera, non basterà pagare una multa. C’è nell’attesa delle norme che da domani entrano in vigore il sollievo e la trepidazione che proviamo quando sentiamo che finalmente qualcosa sta cambiando, che la condanna a vita della politica italiana a immobilismo e gattopardismo, quei vizi nazionali dei quali ci nutriamo e ci consumiamo, può essere evitata. È un risarcimento al quale gli italiani hanno diritto, anche perché le importanti nuove leggi che arrivano con le vacanze non rappresentano solamente l’affermazione di diritti civili necessari come l’aria, ma anche di alcuni doveri che noi non abbiamo avuto l’abitudine e l’educazione a seguire. Mentre chiediamo a chi viene a vivere nel nostro Paese di seguire alcune semplici regole di rispetto della nostra cultura, ci pieghiamo anche noi a seguirne di altrettanto semplici e indispensabili. La seconda caratteristica positiva, anche questa una novità nella farraginosa storia delle leggi italiane, difficili da capire, facili da aggirare o addirittura eludere, sta nella semplicità delle nuove norme. Non c’è equivoco, non c’è interpretazione capziosa, se in questi giorni leggerete che qualcosa non si capisce o che ci sono oneri ingiusti, semplicemente non corrisponde a verità, banalmente dimostrerà ancora una volta su quali ardui specchi sia costretta ad arrampicarsi un’opposizione sparsa e confusa, priva di idee e di proposte. Last but not least, il governo, sottoposto negli ultimi mesi a pressioni indebite e scorrette, ad accuse calunniose che frugavano nella vita privata per coprire il vuoto di capacità pubblica, neanche immaginabili nella battaglia politica e nella libera stampa di altre democrazie occidentali, è riuscito, sia pur con cautela e qualche compromesso, a realizzare un’altra parte del suo programma, perché tutte le norme che entrano in vigore domani sono profondamente popolari, attese e richieste a lungo nonostante la gazzarra inscenata dalla sinistra, nonostante grottesche evocazioni di dittatura nazista incombente. A me sarebbe piaciuta altrettanta grinta nel piegare le banche, ma anche lì l’accordo per le piccole imprese significa che qualcosa si muove a contrasto di odioso e improduttivo strapotere dei banchieri. Sono questi gli elementi che devono formare il giudizio su un esecutivo, non le chiacchiere da ombrellone sulle bandiere regionali e sui dialetti. Vediamo qualcuna delle nuove norme. Chi impiega una delle trecentomila assistenti familiari, le fondamentali badanti, che sono fuori legge, dovrà versare cinquecento euro; si tratta di una cifra minima che il datore di lavoro dovrà pagare per coprire tre mesi di contributi, non certo di una tassa odiosa. Ce ne vorranno duecento per la cittadinanza italiana e circa cento per un permesso di soggiorno. Davvero può qualcuno sostenere che si tratti di un balzello iniquo? Non è piuttosto vero che per certi anti italiani il diritto a vivere e lavorare nel nostro Paese non vale niente? Chi ha preso la patente da meno di tre anni e chi guida per lavoro non potrà bere neanche un sorso d'alcol prima di mettersi al volante. O pagherà una multa salata sul serio la prima volta e la seconda perderà la patente. Vi sembra un limite terribile alla libertà dell’individuo o la rivendicazione del diritto di altri individui a vivere? Negli Stati Uniti tra amici si mettono d’accordo, usano un’automobile in quattro e ogni volta c’è uno che si sacrifica e non beve. Si può fare. Come si può, anzi si deve, insegnarla nelle scuole l’educazione stradale, che non vuol dire solo riconoscere i cartelli stradali o cambiare marcia nervosamente, ma che si deve guidare sobri, attenti e osservando i limiti di velocità, e che se si ammazza qualcuno, la pena è severa, non mite. Chi entra e rimane illegalmente nel nostro Paese commette un reato. Su questo argomenti si sono strappati vesti e capelli le vestali del politically correct, capitanate da quel capolavoro di ipocrisia che dirige Famiglia cristiana. È invece un provvedimento naturale e indispensabile, come lo è stato l’accordo sui barconi con la Libia. Non tutela, come pure è giusto e doveroso per un governo, solo gli italiani, ma anche quegli immigrati ai quali venivano raccontate infami bugie ed estorti soldi coltivando in loro l’illusione che l’Italia sia un approdo facile, dove tutti possono insinuarsi, nascondersi, vivacchiare. Non è così, non può essere così. Qualcosa si muove, è un buon pacchetto di riforme che ci consente di aspettare settembre con qualche timore in meno, se non sulla portata della crisi economica internazionale, almeno sulla serietà del nostro governo.

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