sabato 5 dicembre 2009

Paure e sottomissioni

"Perché a Natale gli olandesi faranno a meno delle croci di Natale" di Giulio Meotti

Roma. Tre anni fa i rappresentanti di san Nicola, fondatore olandese della figura di Babbo Natale, furono costretti a girare scortati per le strade di Amsterdam dopo un pestaggio violento da parte di giovani islamisti. Per non offendere i musulmani, e per fare di san Nicola un “simbolo universale”, quest’anno il Natale degli olandesi sarà celebrato senza la croce cristiana nei municipi della nazione. San Nicola, che in Olanda chiamano “Sinterklaas”, è sbarcato come sempre al porto di Scheveningen direttamente dalla Spagna, vestito di talare rosso, con il bastone pastorale e la mitra in testa. Persino il principe Willem-Alexander, la principessa Maxima e le tre figlie sono andati al porto a riceverlo assieme all’ambasciatore spagnolo. E’ una tradizione risalente al Tredicesimo secolo, la festa olandese più tipica, che apre il periodo natalizio. Ma nei municipi del paese la croce non comparirà quest’anno. Il partito al governo del premier Balkenende ha aperto una interrogazione parlamentare, perché “le origini cristiane di san Nicola non devono essere nascoste”. Nel 2006 un manuale per le scuole in Olanda stabilì che “Cristo” doveva essere scritto con la “c” minuscola, per non offendere la comunità musulmana sempre più numerosa. Da anni si parla di eliminare dal corteo di san Nicola anche gli aiutanti di colore, perché sarebbero un simbolo razzista. Una censura preventiva nel timore di reazioni islamiste c’era già stata a Rotterdam, il giorno dopo l’omicidio del regista olandese Theo van Gogh da parte di un jihadista. L’artista Chris Ripke, scioccato dall’omicidio Van Gogh, dipinse un angelo sul muro esterno del suo studio con il comandamento biblico “Non uccidere”. Alla vicina moschea trovarono il testo “offensivo” e chiesero all’allora sindaco di Rotterdam, il liberale Ivo Opstelten, di cancellare il dipinto perché “razzista”. Wim Nottroth, un giornalista televisivo, si piazzò di fronte in segno di protesta. La polizia lo arrestò. Una cameraman fu costretta dalla polizia a cancellare le riprese. Anche in Inghilterra si parla di rimozione della croce. Il ministro laburista Christ Bryant ha chiesto di adottare un altro simbolo per la Croce Rossa a causa dei supposti legami con le crociate. Intanto aumenta lo scontro sul referendum che in Svizzera ha messo al bando i nuovi minareti. Ponendosi alla testa dei paesi della Conferenza islamica, la Libia ha chiesto ufficialmente il trasferimento delle sedi delle Nazioni Unite dalla Svizzera in segno di protesta contro il referendum. “Impediremo la costruzione di nuovi campanili”, questo il titolo di Jamahiriya, il principale quotidiano del paese. Il leader libico Mouammar Gheddafi ha definito il divieto svizzero “un provvedimento razzista”. Chissà se la stessa cosa verrà detta a proposito della piccola croce rossa che adorna da sempre il goffo cappello del San Nicola olandese. Intanto l’ex ministro dell’Integrazione Rita Verdonk, a cui un imam olandese in pubblico si rifiutò di stringere la mano, denuncia il rischio di un collasso della democrazia olandese: “Se continuiamo così entro cinque anni figlie e nipoti andranno tutte in giro con il velo islamico”.

1 commenti:

Maria Luisa ha detto...

che tristezza, che angoscia, buttano alle oriche anche le loro tradizioni più belle.Come hanno potuto ridursi così?povera Olanda e se passa quella maledetta proposta bipartisan anche noi faremo la stessa fine.
Sono pessimista in questi giorni, c'è una dicotomia notevole fra le reali aspirazioni dei popoli autoctoni e le imposizioni dei governanti.Non ci ascoltano e ci gettano in pasto alla barbarie.
Non vedo nessuna possibilità di scampo per noi