Il fuorionda di Fini: era già tutto previsto? di Debora Billi
Mi chiamano Cassandra da anni, ma c'è chi è più Cassandra di me. Anzi, è proprio veggente. Mesi fa (forse l'anno scorso) Pietro Cambi mi costrinse al telefono in una delle sue chiamate-fiume per infliggermi la sua teoria del momento, che ascoltai probabilmente preparando il sugo come spesso accade: ovvero, che tutto era pronto per far fuori Berlusconi e rimpiazzarlo con Fini. Vedrai se non ho ragione, vedrai entro il 2009 o al massimo l'inizio del 2010. Ancora una volta, temo che Pietro ci abbia azzeccato. Potremmo mettere un banchetto coi tarocchi a Piazza Navona, se ci trovassimo nel bisogno. Ed è stato alla luce di quella telefonata che ho guardato il video delle esternazioni fuori onda di Fini che stanno oggi facendo traballare il governo. E fissata con l'interpretazione dei media come sono, ho riscontrato alcuni misteri parecchio interessanti. Anzitutto, il video è del 6 novembre scorso: perché far trascorrere quasi un mese? Lo studio che ha realizzato le riprese del convegno è un piccolo studio locale abruzzese, ma dubito che non si siano accorti di quello che avevano registrato... anche perché, a quel che mi dicono, bisogna lasciare aperto un canale audio apposito. In mano a chi è stato il nastro fino ad oggi? A qualcuno che ha atteso il momento propizio per farlo uscire? Seconda perplessità. Avrete sicuramente notato che i politici, quando hanno un microfono addosso (dai tempi degli exploit di Striscia La Notizia), ci mettono una mano sopra per coprirlo qualora vogliano parlare privatamente col vicino di poltrona. Arrivano persino a coprirsi la bocca per impedire la decifrazione del labiale! Accade in TV e anche ai convegni. Vogliamo credere che Fini sia un tale ingenuo agnellino da esserselo dimenticato? Terza nota. Fini ha tutt'altro che borbottato o sussurrato. La sensazione precisissima che ho avuto è che stesse scandendo molto bene le parole, alcune parole in particolare, perché non andassero perse nel frastuono e nell'amplificazione dell'oratore che in quel momento stava parlando. Poteva parlare nell'orecchio del vicino, ma non lo ha fatto, anzi si è espresso con una chiarezza da doppiatore. Ultima. Le parole di Fini non hanno nulla di spontaneo. Non una parolaccia, non un bih bah uh, che si usano quando si parla in confidenza, e soprattutto un'abile scelta delle proprie affermazioni: niente che lo mettesse in cattiva luce, e niente che svelasse fatti di Berlusconi che già non si conoscono. Frasi che ogni cittadino potrebbe dire, frasi scottanti ma non rivelatrici o di cui doversi poi scusare. Per concludere, forse ho troppa fantasia. Ma anche se stavo facendo il sugo, quella telefonata di Pietro non l'ho dimenticata. E anticipava tutto, proprio tutto quello che sta accadendo adesso.
domenica 6 dicembre 2009
Tutto previsto?
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