Roma - "Ci sono segnali molto seri di una ripresa dell'attività terroristica in tutto il mondo e ci sono segnali preoccupanti anche in Italia. Per questo abbiamo innalzato i livelli di sicurezza, abbiamo intensificato le attività di indagine ed abbiamo predisposto tutti i mezzi e gli strumenti per prevenire o impedire situazioni di questo tipo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in una intervista al Tg2. Prendendo lo spunto dal falso pacco bomba di Malpensa, Maroni ha detto che vengono presi "sul serio tutti questi segnali perché ormai la caratteristica dell'attività terroristica, non solo in Italia ma in tutta Europa, è quella del terrorismo in franchising: non è più una cellula di Al Qaida che si insedia in un paese europeo, ma sono cellule locali che si formano sul territorio prendendo il know how da Al Qaida. Si tratta di una realtà nuova nel panorama terroristico, molto più difficile da individuare e da controllare ed è per questo che stiamo intensificando l'attività di intelligence". Maroni si è quindi detto "d'accordo in linea generale" con chi, come il cardinale Dionigi Tettamanzi, afferma che la paura si combatte ascoltando gli altri, anche se di religione e di colore della pelle diversi. "Ci sono dei casi, però - aggiunge - come quello dell'attentatore di Milano, che sono nati più o meno in questo modo: siamo infatti in presenza di una persona che viveva in Italia da tanti anni, che era bene integrata, che aveva cominciato a frequentare una moschea di Milano e che improvvisamente si è trasformata da persona tranquilla in terrorista".
giovedì 31 dicembre 2009
Ma davvero?
Maroni: "Il terrorismo è in ripresa segnali preoccupanti per l'Italia"
Roma - "Ci sono segnali molto seri di una ripresa dell'attività terroristica in tutto il mondo e ci sono segnali preoccupanti anche in Italia. Per questo abbiamo innalzato i livelli di sicurezza, abbiamo intensificato le attività di indagine ed abbiamo predisposto tutti i mezzi e gli strumenti per prevenire o impedire situazioni di questo tipo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in una intervista al Tg2. Prendendo lo spunto dal falso pacco bomba di Malpensa, Maroni ha detto che vengono presi "sul serio tutti questi segnali perché ormai la caratteristica dell'attività terroristica, non solo in Italia ma in tutta Europa, è quella del terrorismo in franchising: non è più una cellula di Al Qaida che si insedia in un paese europeo, ma sono cellule locali che si formano sul territorio prendendo il know how da Al Qaida. Si tratta di una realtà nuova nel panorama terroristico, molto più difficile da individuare e da controllare ed è per questo che stiamo intensificando l'attività di intelligence". Maroni si è quindi detto "d'accordo in linea generale" con chi, come il cardinale Dionigi Tettamanzi, afferma che la paura si combatte ascoltando gli altri, anche se di religione e di colore della pelle diversi. "Ci sono dei casi, però - aggiunge - come quello dell'attentatore di Milano, che sono nati più o meno in questo modo: siamo infatti in presenza di una persona che viveva in Italia da tanti anni, che era bene integrata, che aveva cominciato a frequentare una moschea di Milano e che improvvisamente si è trasformata da persona tranquilla in terrorista".
Roma - "Ci sono segnali molto seri di una ripresa dell'attività terroristica in tutto il mondo e ci sono segnali preoccupanti anche in Italia. Per questo abbiamo innalzato i livelli di sicurezza, abbiamo intensificato le attività di indagine ed abbiamo predisposto tutti i mezzi e gli strumenti per prevenire o impedire situazioni di questo tipo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, in una intervista al Tg2. Prendendo lo spunto dal falso pacco bomba di Malpensa, Maroni ha detto che vengono presi "sul serio tutti questi segnali perché ormai la caratteristica dell'attività terroristica, non solo in Italia ma in tutta Europa, è quella del terrorismo in franchising: non è più una cellula di Al Qaida che si insedia in un paese europeo, ma sono cellule locali che si formano sul territorio prendendo il know how da Al Qaida. Si tratta di una realtà nuova nel panorama terroristico, molto più difficile da individuare e da controllare ed è per questo che stiamo intensificando l'attività di intelligence". Maroni si è quindi detto "d'accordo in linea generale" con chi, come il cardinale Dionigi Tettamanzi, afferma che la paura si combatte ascoltando gli altri, anche se di religione e di colore della pelle diversi. "Ci sono dei casi, però - aggiunge - come quello dell'attentatore di Milano, che sono nati più o meno in questo modo: siamo infatti in presenza di una persona che viveva in Italia da tanti anni, che era bene integrata, che aveva cominciato a frequentare una moschea di Milano e che improvvisamente si è trasformata da persona tranquilla in terrorista".
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