domenica 6 dicembre 2009

Ce ne faremo una ragione...

Perchè la colpa è sempre degli altri, mai dell'islam dittatoriale... Ma tant'è...

L'intellettuale egiziana: "quel voto è razzista" da l'Unità

"Cosa vuole che le dica? Obama parla di muri da abbattere, di Nuovo Inizio con l’Islam. Ma in Svizzera ciò che si vuole abbattere, o peggio ancora neanche concepire, sono i minareti. La cosa più “gentile” che si possa dire è che quel pronunciamento trasuda di razzismo, xenofobia. E non mi si venga a parlare di paura: non mi risulta che la Svizzera sia un covo di fanatici integralisti". Un j’accuse pesante. Tanto più significativo perché a pronunciarlo è Nawal El Saadawi, l'autrice egiziana femminista più conosciuta e premiata. I suoi scritti sono tradotti in più di trenta lingue in tutto il mondo. Per le sue battaglie in difesa dei diritti delle donne e per la democrazia nel mondo arabo, la scrittrice egiziana, 78 anni, compare su una lista di condannati a morte emanata da alcune organizzazioni integraliste. «Ritengo - afferma El Saadawi - che a fondamento del dialogo tra Occidente e Islam deve esserci il rispetto delle diversità, la tutela della libertà di religione e la difesa dei diritti umani. Il referendum svizzero non va certo in questa direzione».

Qual è il segnale che la Svizzera lancia al mondo islamico con il voto antiminareti? «È un segnale inquietante, perché è un segnale di chiusura e di intolleranza. In questo modo si contribuisce a innalzare altri Muri di diffidenza e di ostilità, come se non ce ne fossero già abbastanza. Quel voto è anche un regalo ai fanatici di casa nostra, agli integralisti fanatici che vivono di “guerre di civiltà” e che non aspettano altro che dire alla moltitudine musulmana: avete visto, questo è il vero volto dell’Occidente “crociato”».

C’è chi sostiene che quel voto è espressione di una rivendicazione identitaria. «Mi spaventa una rivendicazione di identità, qualunque essa sia, cristiana, ebraica, musulmana, che si fondi sulla negazione di diritti altrui. L’identità, a cominciare da quella religiosa, è qualcosa che va maneggiato con grande accortezza perché è materiale esplosivo...».

Un’altra interpretazione di quel voto è che a base ci sia anche la paura. «Paura di chi e di che cosa? A quel che mi risulta, la Svizzera non è un covo di pericolosi integralisti. Più che di paura, parlerei di pregiudizio, alla base del quale c’è l’ignoranza che porta spesso alla demonizzazione dell’altro da sé. È il pregiudizio di una “normalità” che percepisce ogni diversità come minaccia. E questo è tanto più grave perché rischia di minare non solo il dialogo con l’Islam ma può intaccare le stesse fondamenta di una Europa multietnica e multiculturale. In questo senso, il voto svizzero è pericolosamente anacronistico. Così come lo è ogni fondamentalismo».

Anche quello islamico? «Certo che sì. Si tratta di un fondamentalismo aggressivo, sessuofobico, che trova peraltro un supporto in quei regimi dispotici che pur di mantenersi al potere cavalcano queste spinte estreme. Il loro nemico comune è la società civile che si organizza e rivendica spazi di libertà e di pluralismo. Ma per tornare alla Svizzera io ho anche un altro timore...».

Quale? «Quello di un effetto imitativo in altri Paesi europei. Del tipo: se lo ha fatto la Svizzera, perché non possiamo farlo anche noi...L’islamofobia può divenire il collante ideologico, moltiplicatore di consensi, di movimenti e partiti di estrema destra che fanno della xenofobia il loro punto di forza. Utilizzare uno strumento democratico, qual è il referendum popolare, per far passare norme discriminatorie verso minoranze etniche o religiose. Tutto ciò lo trovo estremamente pericoloso. La democrazia è ben altra cosa, o almeno dovrebbe esserlo, ma la vigilanza non è mai troppa».

L’integralismo islamico favorisce questo arroccamento. «Non c’è dubbio che sia così, ma le “guerre di civiltà” teorizzate dai neocon americani, e praticate da quello sciagurato di George W.Bush, non avevano proprio nulla di difensivo. Erano un devastante, quanto stupido, esercizio di potenza».

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