VENEZIA – Avevano sperato nella sua rimozione nei corridoi della Provincia all'indomani del trasferimento di sinti veneziani. Lo avevano chiesto ad alta voce due settimane fa in occasione della tappa veneziana del ministro degli Interni Roberto Maroni per la festa dei Vigili del Fuoco. Ed è successo. Su richiesta dei leghisti veneziani, Michele Lepri Gallerano non è più il prefetto di Venezia e sarà sostituito a breve da Luciana Lamorgese. La decisione inappellabile e finale è stata presa dal Consiglio dei Ministri su indicazione dello stesso Maroni che, proponendo ventitré nuove nomine in un valzer di prefetti ha collocato Lepri Gallerano «in posizione di fuori ruolo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per assumere l'incarico di Commissario dello Stato per la Regione Sicilia». Ma quello che può sembrare sulla carta un avanzamento di carriera, si è rapidamente trasformato in una bomba politica che ha fatto insorgere l'intero centrosinistra veneziano e spaccato anche il centrodestra già in delicato equilibrio per la recente nomina di un leghista a candidato della Regione Veneto. Ed è infatti stato il presidente Giancarlo Galan il primo a criticare la decisione di Maroni appellandosi perfino al latino. «Mala tempora currunt quando si verificano queste coincidenze – ha detto – I prefetti come le nuvole vanno, vengono. Ma tutto ciò non è sempre un bene. Se accade a Venezia poi non è per nulla un bene». Perché anche se i fax del ministero non fanno alcun riferimento alle motivazioni del trasferimento del prefetto, è difficile non leggere in questa promozione-rimozione, a soli quattro mesi dall'insediamento, un'azione di forza della Lega, in vista, tra l'altro, delle prossime elezioni comunali della città lagunare, in concomitanza con quelli regionali. «E' una decisione indecente e un episodio di gravità eccezionale – ha affermato il sindaco di Venezia Massimo Cacciari che ha perfino telefonato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per fermare la procedura di avvicendamento – è stato rimosso per ragioni esclusivamente politiche, anzi per vendetta politica perché gli si imputa di non essere riuscito a impedire il trasloco della comunità dei sinti di via Vallenari nel nuovo villaggio». Non è un mistero d'altra parte che i rapporti tra il prefetto e gli esponenti della Lega veneziana avevano raggiunto il loro apice di tensione proprio la notte del trasloco tra il 24 e il 25 novembre. A scatenare l'ira del Carroccio era stato il fatto che Lepri Gallerano, avvertito per tempo da Ca’ Farsetti, non avrebbe comunicato i tempi e i modi del trasferimento al ministro Roberto Maroni, con il quale stava cenando in occasione del G8 di San Servolo la sera del 24 novembre. Nulla di strano dunque secondo gli uomini del Carroccio, che spingono sul tasto fiduciario che effettivamente la legislazione prefettizia sancisce nero su bianco. «E' una questione che riguarda il ministro Roberto Maroni, che ha saputo del trasferimento dei sinti dai giornali della mattina dopo e non dal prefetto – ribatte il parlamentare Corrado Callegari – La Lega veneziana non c'entra sulle nomine. L'aggressività e la volgarità di Cacciari sono fuori luogo e non meritano proprio nessun commento». Ma l'equazione è già stata fatta. E se alcuni (i Verdi, Rifondazione e l'Italia dei Valori) hanno azzardato un paragone tra le pressioni della Lega veneziana e le decisioni del ventennio fascista, non si può negare che esista un asse preferenziale tra Francesca Zaccariotto e il ministro Roberto Maroni, suo collega di partito e di corrente, e che la presidente della Provincia avesse chiesto già in più occasioni allo stesso Maroni di usare il suo ruolo per rimuovere Lepri Gallerano. Poco importa dunque che era stato proprio il ministro degli interni a trasferirlo da Padova a Venezia quando la Provincia era già saldamente in mano al centrodestra e alla presidente Zaccariotto. I tradizionali auguri di Natale che il prefetto farà oggi a tutti gli esponenti politici veneziani saranno anche un addio alla città lagunare.
Alessio Antonini
1 commenti:
I prefetti sono i rappresentanti del governo in provincia. Che male c'è a volere che siano rappresentanti del governo in carica e non di quello bociato dagli elettori ed ora all'opposizione ?
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