Piccolo indovinello: qual è quello Stato (o quasi Stato, o super Stato) dove, se l'opinione dei cittadini su un certo problema è – diciamo – bianca e il governo la pensa invece in maniera – diciamo – nera, la colpa è dei cittadini e le cose si fanno come vuole il governo, fra la festante approvazione dei mezzi di comunicazione, dei religiosi, degli intellettuali, ecc? Dov'è che si cita l'opinione maggioritaria antigovernativa, - diciamo bianca –, che per caso abbia trovato il modo di emergere non come prova dell'infondatezza della politica del governo come prova dell'immaturità, del carattere pericoloso, magari fascistoide della popolazione? Dov'è che chi governa si nomina da sé, senza che il Parlamento o l'elettorato in sostanza ci metta bocca? Be' sì, certo, c'è l'Iran, La Corea del Nord, Cuba, l'Arabia Saudita, il Sudan, magari anche il Venezuela. Di posti così purtroppo ce n'è tanti. Ma uno ci è molto vicino, anzi ne facciamo parte. E' l'Unione Europea, Eurabia per gli amici. Per esempio sulla questione dei minareti e in genere dell'immigrazione islamica, si accumulano le prove che la popolazione di tutt'Europa la pensa esattamente come gli svizzeri. Sapete per esempio quanti lettori del giornale francese "Le Figaro" sono a favore della decisione che gli svizzeri hanno preso al referendum (con una maggioranza di quesi due terzi dei voti?) Be' il 73 per cento contro il 26. Voi mi direte che "Le Figaro" è un giornale conservatore e che non vale. Be', un sondaggio analogo è stato fatto fra i lettori del settimanale tedesco (progressista) "Der Spiegel". La risposta è ancora più netta: 78 per cento contro 21. Farà cambiare idea a Eurabia questo risultato? Ma no. Quando c'è stato un referendum in Irlanda e hanno bocciato la nuova costituzione europea – ufficialmente, con tutti i crismi – che cosa è successo? Che è saltata la costituzione? Ma no, che si è rifatto il referendum. Come quel gioco: testa, vinco io, croce, perdi tu. L'Unione è la sola organizzazione al mondo in cui il Parlamento (peraltro eletto su basi nazionali e non rappresentativo della realtà europea) non ha nessuna possibilità di interloquire sulla nomina del governo. Eccetera eccetera. E però questa specie di Urss dei tempi di Stalin in cui viviamo pensa di essere un modello di democrazia, di poter impartire lezioni a tutti. L'ultima è la proposta della presidenza svedese (l'ultima presidenza a rotazione dell'Europa, scade a fine mese) che il consiglio dei ministri degli esteri europei decida autonomamente qual è la capitale di un paese che non c'è, attribuendogli una capitale che non esiste autonomamente e che non controlla. Sapete di chi si tratta? Massì che lo sapete, della "palestina" e di "Gerusalemme est" cioè di certi quartieri di Gerusalemme. Ne discuteranno oggi. Nel frattempo, sapete chi ha proposto questa mozione (i giornali ne hanno parlato ma non l'hanno riportata, gli interessati la trovano qui haaretz) la Svezia, l'ho già detto – e ne abbiamo parlato tanto sulle cartoline. Ma chi per la Svezia? Sì, il ministro degli esteri Carl Bildt, quello che ha difeso strenuamente come "libertà di stampa" il libello antisemita di Aftonbladet sui soldati israeliani ladri di organi dai prigionieri palestinesi. Volevano nominare anche lui ministro degli esteri europeo: come e peggio di D'Alema. Cari amici, saluti dal libero stato di Eurabia, dove hanno scoperto che per i dissidenti come me non c'è bisogno di applicare la galera, o la Siberia. Basta ignorarli e andare avanti verso il "bene" e il "giusto", cioè il politicamente corretto ignorando le opinioni dissenzienti, anche quando sono maggioritarie.
giovedì 3 dicembre 2009
Urss Staliniana
La Ue è una specie di Urss dei tempi di Stalin che pensa di essere un modello di democrazia di Ugo Volli
Piccolo indovinello: qual è quello Stato (o quasi Stato, o super Stato) dove, se l'opinione dei cittadini su un certo problema è – diciamo – bianca e il governo la pensa invece in maniera – diciamo – nera, la colpa è dei cittadini e le cose si fanno come vuole il governo, fra la festante approvazione dei mezzi di comunicazione, dei religiosi, degli intellettuali, ecc? Dov'è che si cita l'opinione maggioritaria antigovernativa, - diciamo bianca –, che per caso abbia trovato il modo di emergere non come prova dell'infondatezza della politica del governo come prova dell'immaturità, del carattere pericoloso, magari fascistoide della popolazione? Dov'è che chi governa si nomina da sé, senza che il Parlamento o l'elettorato in sostanza ci metta bocca? Be' sì, certo, c'è l'Iran, La Corea del Nord, Cuba, l'Arabia Saudita, il Sudan, magari anche il Venezuela. Di posti così purtroppo ce n'è tanti. Ma uno ci è molto vicino, anzi ne facciamo parte. E' l'Unione Europea, Eurabia per gli amici. Per esempio sulla questione dei minareti e in genere dell'immigrazione islamica, si accumulano le prove che la popolazione di tutt'Europa la pensa esattamente come gli svizzeri. Sapete per esempio quanti lettori del giornale francese "Le Figaro" sono a favore della decisione che gli svizzeri hanno preso al referendum (con una maggioranza di quesi due terzi dei voti?) Be' il 73 per cento contro il 26. Voi mi direte che "Le Figaro" è un giornale conservatore e che non vale. Be', un sondaggio analogo è stato fatto fra i lettori del settimanale tedesco (progressista) "Der Spiegel". La risposta è ancora più netta: 78 per cento contro 21. Farà cambiare idea a Eurabia questo risultato? Ma no. Quando c'è stato un referendum in Irlanda e hanno bocciato la nuova costituzione europea – ufficialmente, con tutti i crismi – che cosa è successo? Che è saltata la costituzione? Ma no, che si è rifatto il referendum. Come quel gioco: testa, vinco io, croce, perdi tu. L'Unione è la sola organizzazione al mondo in cui il Parlamento (peraltro eletto su basi nazionali e non rappresentativo della realtà europea) non ha nessuna possibilità di interloquire sulla nomina del governo. Eccetera eccetera. E però questa specie di Urss dei tempi di Stalin in cui viviamo pensa di essere un modello di democrazia, di poter impartire lezioni a tutti. L'ultima è la proposta della presidenza svedese (l'ultima presidenza a rotazione dell'Europa, scade a fine mese) che il consiglio dei ministri degli esteri europei decida autonomamente qual è la capitale di un paese che non c'è, attribuendogli una capitale che non esiste autonomamente e che non controlla. Sapete di chi si tratta? Massì che lo sapete, della "palestina" e di "Gerusalemme est" cioè di certi quartieri di Gerusalemme. Ne discuteranno oggi. Nel frattempo, sapete chi ha proposto questa mozione (i giornali ne hanno parlato ma non l'hanno riportata, gli interessati la trovano qui haaretz) la Svezia, l'ho già detto – e ne abbiamo parlato tanto sulle cartoline. Ma chi per la Svezia? Sì, il ministro degli esteri Carl Bildt, quello che ha difeso strenuamente come "libertà di stampa" il libello antisemita di Aftonbladet sui soldati israeliani ladri di organi dai prigionieri palestinesi. Volevano nominare anche lui ministro degli esteri europeo: come e peggio di D'Alema. Cari amici, saluti dal libero stato di Eurabia, dove hanno scoperto che per i dissidenti come me non c'è bisogno di applicare la galera, o la Siberia. Basta ignorarli e andare avanti verso il "bene" e il "giusto", cioè il politicamente corretto ignorando le opinioni dissenzienti, anche quando sono maggioritarie.
Piccolo indovinello: qual è quello Stato (o quasi Stato, o super Stato) dove, se l'opinione dei cittadini su un certo problema è – diciamo – bianca e il governo la pensa invece in maniera – diciamo – nera, la colpa è dei cittadini e le cose si fanno come vuole il governo, fra la festante approvazione dei mezzi di comunicazione, dei religiosi, degli intellettuali, ecc? Dov'è che si cita l'opinione maggioritaria antigovernativa, - diciamo bianca –, che per caso abbia trovato il modo di emergere non come prova dell'infondatezza della politica del governo come prova dell'immaturità, del carattere pericoloso, magari fascistoide della popolazione? Dov'è che chi governa si nomina da sé, senza che il Parlamento o l'elettorato in sostanza ci metta bocca? Be' sì, certo, c'è l'Iran, La Corea del Nord, Cuba, l'Arabia Saudita, il Sudan, magari anche il Venezuela. Di posti così purtroppo ce n'è tanti. Ma uno ci è molto vicino, anzi ne facciamo parte. E' l'Unione Europea, Eurabia per gli amici. Per esempio sulla questione dei minareti e in genere dell'immigrazione islamica, si accumulano le prove che la popolazione di tutt'Europa la pensa esattamente come gli svizzeri. Sapete per esempio quanti lettori del giornale francese "Le Figaro" sono a favore della decisione che gli svizzeri hanno preso al referendum (con una maggioranza di quesi due terzi dei voti?) Be' il 73 per cento contro il 26. Voi mi direte che "Le Figaro" è un giornale conservatore e che non vale. Be', un sondaggio analogo è stato fatto fra i lettori del settimanale tedesco (progressista) "Der Spiegel". La risposta è ancora più netta: 78 per cento contro 21. Farà cambiare idea a Eurabia questo risultato? Ma no. Quando c'è stato un referendum in Irlanda e hanno bocciato la nuova costituzione europea – ufficialmente, con tutti i crismi – che cosa è successo? Che è saltata la costituzione? Ma no, che si è rifatto il referendum. Come quel gioco: testa, vinco io, croce, perdi tu. L'Unione è la sola organizzazione al mondo in cui il Parlamento (peraltro eletto su basi nazionali e non rappresentativo della realtà europea) non ha nessuna possibilità di interloquire sulla nomina del governo. Eccetera eccetera. E però questa specie di Urss dei tempi di Stalin in cui viviamo pensa di essere un modello di democrazia, di poter impartire lezioni a tutti. L'ultima è la proposta della presidenza svedese (l'ultima presidenza a rotazione dell'Europa, scade a fine mese) che il consiglio dei ministri degli esteri europei decida autonomamente qual è la capitale di un paese che non c'è, attribuendogli una capitale che non esiste autonomamente e che non controlla. Sapete di chi si tratta? Massì che lo sapete, della "palestina" e di "Gerusalemme est" cioè di certi quartieri di Gerusalemme. Ne discuteranno oggi. Nel frattempo, sapete chi ha proposto questa mozione (i giornali ne hanno parlato ma non l'hanno riportata, gli interessati la trovano qui haaretz) la Svezia, l'ho già detto – e ne abbiamo parlato tanto sulle cartoline. Ma chi per la Svezia? Sì, il ministro degli esteri Carl Bildt, quello che ha difeso strenuamente come "libertà di stampa" il libello antisemita di Aftonbladet sui soldati israeliani ladri di organi dai prigionieri palestinesi. Volevano nominare anche lui ministro degli esteri europeo: come e peggio di D'Alema. Cari amici, saluti dal libero stato di Eurabia, dove hanno scoperto che per i dissidenti come me non c'è bisogno di applicare la galera, o la Siberia. Basta ignorarli e andare avanti verso il "bene" e il "giusto", cioè il politicamente corretto ignorando le opinioni dissenzienti, anche quando sono maggioritarie.
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