I Governi italiani barano sul bilancio interno: nascondono il costo dell’immigrazione. Stimolata da una richiesta dati che mi è arrivata da Oltralpe, ho fatto una ricerca per scoprire quanto pesa l’immigrazione sui bilanci italiani e ho avuto una sorpresa veramente sgradevole. Da quello che sentiamo in televisione e leggiamo su molti giornali sembrerebbe che l’immigrazione rappresenti una ricchezza, invece non è così, perché se lo fosse nella realtà e non nelle menzogne di stato, elargite al popolo italiano con “generosità incredibile” potremmo leggere sui bilanci di Stato annuali quanto spendiamo per l’immigrazione e quanto incassiamo dagli immigrati, invece non è così. Per scelta politica da parte dei tanti governi che si sono succeduti, consapevoli del fatto che gli italiani sarebbero anche capaci di ribellarsi e di rispedire a pedate nel sedere chi ci sta letteralmente succhiando il sangue, sui bilanci pubblici, i dati riguardanti l’immigrazione a livello nazionale proprio non esistono, poiché tutto viene catalogato sotto la voce spese ma non esiste la specifica. Il Ministero che pubblica il bilancio è quello degli Interni, provate a cercare, ma avrete -come l’ho avuta io- l’amara sorpresa di non riuscire a trovano i dati cercati. Provate anche presso la Corte dei Conti e scoprirete che anche lì, -a parte qualche caso che non riguarda la collettività-, non si trovano riferimenti che aiutino a risalire alla somma dei costi. Tutt’al più troverete qualche caso di contestazione, e fatti isolati su vicende particolari e soggettive. C’è da dire che la Corte dei Conti prima del 2004 dedicava uno spazio del suo rendiconto annuale sulle spese sostenute per fronteggiare l’immigrazione dal Ministero dell’Interno, anche se si trattava di dati parziali erano comunque utili per comprendere una parte dei costi, che poi sono stati completamente ignorati a causa dell’insistenza del Governo che aveva deciso di rendere impossibile l’accesso a questi dati. (vedi quest’articolo su Sbilanciamoci) nel quale troverete anche un calcolo sui costi del rimpatrio, che rende l’idea dell’onere pesante che grava sulle nostre spalle. Ma anche in quest’altro sito potete trovare i costi del rimpatrio, il guaio è che riguardano il 2004, anno in cui la Corte dei Conti ha smesso di pubblicare: Immigrazione, nel 2004 spesi 14 milioni di euro per il rimpatrio di clandestini eppure questa cifra enorme è solo una pagliuzza rispetto a quanto ammontano i costi odierni, visto che l’immigrazione ha avuto una curva verso l’alto in forma esponenziale e si è più che decuplicata. Noi avremmo, se fossero rispettate, due voci a livello nazionale nelle quali si potrebbe risalire ai bilanci e sono queste:
a) La relazione generale sulla situazione economica del Paese per l’anno precedente con i dati relativi all’attività finanziaria dello Stato e degli enti pubblici.
b) Il rendiconto generale dell’esercizio finanziario dell’anno precedente che comprende il bilancio consuntivo e il conto generale del patrimonio dello Stato nel primo vi sono contabilizzate le entrate e le spese dell’anno precedente, il secondo contiene le variazioni del patrimonio.
Entrambi potrebbero fare al caso nostro, ma anche da qui non si rileva nulla di specifico ed io sono risalita alle prime pubblicazioni in rete che sono iniziate nel 1999, e sono risultate già incomplete, cioè mancante delle voci del costo dell’immigrazione. Anche Vittorio De Battisti, si è posto le nostre domande in merito al costo sociale e ha provveduto a fare un’interrogazione parlamentare dalla quale ne è uscito il calcolo che trovate pubblicato nella sua pagina Vittorio De Battisti Panorama, nel maggio di quest’anno 2009, ha affrontato la questione degli accordi bilaterali fra Stati dai quali proviene il grosso dell’immigrazione clandestina e ne è uscito un quadro desolante, si scopre che abbiamo speso e stiamo spendendo miliardi di euro, per cosa? Per permettergli di immigrare clandestinamente nel nostro Paese.
Qui la seconda parte.
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