giovedì 3 dicembre 2009

Piero Marrazzo

Le finte dimissioni di Marrazzo: altri 21mila euro in busta paga di Andrea Cuomo

Roma - Sbarca in Senato il pasticciaccio delle dimissioni-non dimissioni di Piero Marrazzo, il presidente della Regione Lazio travolto dallo scandalo a luci rosse. Ieri il senatore del Pdl Domenico Gramazio ha presentato un’interrogazione urgente a risposta scritta ai ministri del Welfare, dei Rapporti con le Regioni e del Tesoro per fare chiarezza sugli emolumenti che continuano a essere versati all’ex governatore, il quale per voce del suo avvocato Luca Petrucci ha più volte fatto sapere di volere essere considerato d’ora in poi soltanto come «privato cittadino». Una dimensione intima che però mal si concilia con il foglio competenze datato 25 novembre 2009 compulsato da Gramazio per argomentare la sua interrogazione. Ebbene, lo «stipendio» di novembre di Marrazzo risulta siffatto: 9.362,21 euro per indennità di carica; 4.300,11 euro di indennità diaria; 7.607,25 euro d indennità di funzione (specificando che quest’ultima è quella di presidente della giunta regionale). Totale: 21.269,57 euro. Lordi, naturalmente. Ma anche al netto, un bel vivere per un «privato cittadino». Quello che a Gramazio proprio non vanno giù sono le varie voci. «Perché riconoscergli l’indennità di funzione quando Marrazzo ha dato le sue dimissioni da presidente della Regione Lazio? E perché dargli anche l’indennità diaria, che è legata all’effettiva presenza quotidiana in giunta?». Domande a cui i ministri competenti sono chiamati a dare una risposta «affinché - dice Gramazio - non ci siano esborsi superiori a quelli dovuti pre legge». Anche perché ora a svolgere le funzioni di Marrazzo c’è il suo vice Esterino Montino, che percepisce a sua volta un appannaggio, anche se risulta essere ancora quello di assessore, ruolo che svolgeva prima di essere «promosso» sul campo dopo le note vicende di via Gradoli. Non c’è pace, dunque, per l’ex televolto di Raitre. Che può trovare motivo di conforto solo in un’imprevista alleata: Sabrina Ferilli. L’attrice romana, in un’intervista nel numero di Vanity Fair oggi in edicola, trova utile fornirci il suo punto di vista sulla vicenda. «Sta scontando l’ergastolo mediatico - dice la protagonista dello storico e un po’ deludente strip per il terzo scudetto della Roma - condanna che spesso questo Paese ama infliggere, solo a taluni però. Io invece lo rivoterei. Perché credo che politicamente sia una persona rispettabile. Nel momento in cui le sue debolezze personali sono emerse, ha saputo lasciare. Non mi pare che sia comportamento molto comune tra i politici italiani». Non è comune nemmeno incassare prebende mensili a quattro zeri per starsene in un convento a meditare sui propri errori. Ma questo è un altro discorso.

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