È attesa per martedì prossimo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sul caso della concessione della semilibertà ad Angelo Izzo, il «mostro del Circeo». I giudici europei dovranno infatti dire se le autorità italiane possono essere ritenute responsabili degli omicidi di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, uccise da Izzo il 28 aprile 2005 mentre godeva di questo beneficio. Secondo i parenti delle due donne, che hanno presentato il ricorso a Strasburgo nel luglio 2006, un anno dopo l'omicidio, le autorità italiane, visti i precedenti di Izzo, concedendogli la semilibertà, hanno violato il diritto alla vita di Maria Carmela e di Valentina, sancito dall'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Nella documentazione presentata, i familiari delle due donne, ripercorrono tutta la storia criminale di Angelo Izzo, dai fatti del Circeo fino al 27 dicembre del 2004, giorno in cui l'uomo inizia a beneficiare della semilibertà. Si racconta anche del tentativo di fuga dal carcere di Latina, di quello riuscito dal carcere di Alessandria, di come a Izzo fosse stata già concessa la semilibertà, poi revocata perché trovato in compagnia di una persona con precedenti penali in una stanza d'albergo dove fino all'arrivo dei carabinieri erano presenti anche tre minori. I ricorrenti hanno presentato anche documenti che attestano che nel 2004 un detenuto del carcere di Campobasso dove era rinchiuso Izzo, prima di essere trasferito a Palermo, aveva dichiarato che l'uomo aveva intenzione di assassinare il presidente del tribunale di sorveglianza di Campobasso.
sabato 12 dicembre 2009
Corte europea
Izzo, Corte europea valuterà responsabilità autorità italiane
È attesa per martedì prossimo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sul caso della concessione della semilibertà ad Angelo Izzo, il «mostro del Circeo». I giudici europei dovranno infatti dire se le autorità italiane possono essere ritenute responsabili degli omicidi di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, uccise da Izzo il 28 aprile 2005 mentre godeva di questo beneficio. Secondo i parenti delle due donne, che hanno presentato il ricorso a Strasburgo nel luglio 2006, un anno dopo l'omicidio, le autorità italiane, visti i precedenti di Izzo, concedendogli la semilibertà, hanno violato il diritto alla vita di Maria Carmela e di Valentina, sancito dall'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Nella documentazione presentata, i familiari delle due donne, ripercorrono tutta la storia criminale di Angelo Izzo, dai fatti del Circeo fino al 27 dicembre del 2004, giorno in cui l'uomo inizia a beneficiare della semilibertà. Si racconta anche del tentativo di fuga dal carcere di Latina, di quello riuscito dal carcere di Alessandria, di come a Izzo fosse stata già concessa la semilibertà, poi revocata perché trovato in compagnia di una persona con precedenti penali in una stanza d'albergo dove fino all'arrivo dei carabinieri erano presenti anche tre minori. I ricorrenti hanno presentato anche documenti che attestano che nel 2004 un detenuto del carcere di Campobasso dove era rinchiuso Izzo, prima di essere trasferito a Palermo, aveva dichiarato che l'uomo aveva intenzione di assassinare il presidente del tribunale di sorveglianza di Campobasso.
È attesa per martedì prossimo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sul caso della concessione della semilibertà ad Angelo Izzo, il «mostro del Circeo». I giudici europei dovranno infatti dire se le autorità italiane possono essere ritenute responsabili degli omicidi di Maria Carmela Linciano e Valentina Maiorano, uccise da Izzo il 28 aprile 2005 mentre godeva di questo beneficio. Secondo i parenti delle due donne, che hanno presentato il ricorso a Strasburgo nel luglio 2006, un anno dopo l'omicidio, le autorità italiane, visti i precedenti di Izzo, concedendogli la semilibertà, hanno violato il diritto alla vita di Maria Carmela e di Valentina, sancito dall'articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Nella documentazione presentata, i familiari delle due donne, ripercorrono tutta la storia criminale di Angelo Izzo, dai fatti del Circeo fino al 27 dicembre del 2004, giorno in cui l'uomo inizia a beneficiare della semilibertà. Si racconta anche del tentativo di fuga dal carcere di Latina, di quello riuscito dal carcere di Alessandria, di come a Izzo fosse stata già concessa la semilibertà, poi revocata perché trovato in compagnia di una persona con precedenti penali in una stanza d'albergo dove fino all'arrivo dei carabinieri erano presenti anche tre minori. I ricorrenti hanno presentato anche documenti che attestano che nel 2004 un detenuto del carcere di Campobasso dove era rinchiuso Izzo, prima di essere trasferito a Palermo, aveva dichiarato che l'uomo aveva intenzione di assassinare il presidente del tribunale di sorveglianza di Campobasso.
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